T.W: linguaggio esplicito, riferimenti sessuali esplici. Consigliata la lettura +18.
JANETTE
Passare l'intera mattinata su questa sedia non ha giovato alla mia schiena che implora pietà e una passeggiata all'aria aperta. Mi alzo, stiracchiandomi un po'. Approfitto della pausa pranzo per dileguarmi; non ho nessuna intenzione di incontrare Michael. Dopo stamattina, ci siam tenuti bene a distanza entrambi. Ignorarsi è la miglior cosa da fare, soprattutto con il carico di lavoro che entrambi abbiamo da svolgere. Curtis mi ha assegnato un ruolo davvero prestigioso e farò di tutto per tenermelo stretto. Pensare che Chase sedesse proprio qui, prima di me, mi fa sorridere e riflettere. Non è un tipo che dà l'impressione di voler rimanere intrappolato in un posto così; è uno spirito libero, è confusionario, è fin troppo sui generis. No, non è decisamente da Chase questo posto. Eppure, Michael sembra accusare la sua mancanza in modo quasi teatrale; è disposto a tendermi qualsiasi trappola pur di farmi cadere in errore e di far tornare, così, Curtis sui suoi passi. Io non so perché abbia deciso di licenziarlo ma sicuramente non permetterò a quello stupido del mio collega di tagliarmi fuori. Io sono nata per tutto questo. E merito questo posto più di chiunque altro.
Afferro il giubbotto di pelle e lo indosso, sistemando i capelli in uno chignon improvvisato. Le balze del vestito si sono ormai piegate e le calze sono quasi una seconda pelle. Sono compressa al punto tale che potrei non riuscire a sfilarle una volta arrivata a casa. Devo resistere fino a stasera. A passo svelto raggiungo l'ascensore, pigiando il numero del piano terra. Dieci piani. Devo ancora farci l'abitudine. Entro in esso, schiacciando nuovamente il numero; le porte stanno per chiudersi quando una mano si intrufola tra esse, costringendole a riaprirsi. Sbuffo sonoramente, alzando gli occhi al cielo.
«Sei un incubo», borbotto ironica, incrociando le braccia al petto.
Mi sorride in quel suo modo furbo che ormai è il suo biglietto da visita. Lo detesto. Di notte sarà anche un angelo indifeso ma di giorno è il peggiore degli stronzi.
«Se vuoi, puoi sempre farti trasferire qualche piano più sotto», mi incalza tagliente, «o più sopra. Le tue vertigini ringrazierebbero», conclude, imitando la mia posizione.
Arrossisco. Sapevo che prima o poi l'avrebbe utilizzato a suo vantaggio.
«Nessun altro deve saperlo», sostengo il suo sguardo, speranzosa di poter fare breccia nel suo buon senso. Ammesso che ne abbia uno.
«Hai paura che possano usarlo contro di te?», dice, muovendo un passo nella mia direzione.
I suoi occhi di ghiaccio sono incatenati ai miei. È come se non avesse aspettato altro per tutta la mattinata. Indietreggio, poggiandomi con le spalle al freddo vetro dell'ascensore. Pur di non guardarlo negli occhi, mi perdo con lo sguardo tra le pareti dello stesso; il battito del mio cuore è eccessivamente accelerato. Non fregarmi, non ora.
«Non ho paura di nulla», bisbiglio. Vorrei mostrare un'autorità che purtroppo non mi appartiene. Stento a credere alle mie parole, figuriamoci se un tipo come lui sia disposto a farlo.
«Sei mai stata sulle montagne russe, J?», sussurra, avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra. Il suo alito caldo le riscalda, facendo drizzare i peli presenti sul mio corpo. Ho la sensazione che il suo calore sia arrivato a riscaldare anche il mio stomaco. E non solo. Percepisco un leggero formicolio all'altezza del basso ventre, formicolio che raggiunge velocemente le gambe e le mani che, per l'occasione, sono sudate. Molto sudate.
«Io non...», mi blocco, soffermandomi con lo sguardo su quelle labbra schiuse che emanano un odore di menta e tabacco allucinante. Sembra che io sia sotto l'effetto di qualche strana sostanza, ora. Michael torreggia su di me, chinando maggiormente il capo nella mia direzione. I nostri nasi si sfiorano e sento il treno deragliare, ancora una volta, nelle mie orecchie. Ho gli occhi umidi per l'eccitazione e sento che potrei sciogliermi sotto il suo tatto, se solo mi sfiorasse.
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(UN)fortunately we are in love
ChickLitJanette Jensen ha trent'anni e per la prima volta in vita sua da quando si è laureata in economia e marketing, è stata contattata per lavorare in una delle più prestigiose aziende di Manhattan: la Royals & Fashion. Michael Moore ha trentatré anni, u...