T.W: CONTENUTI SESSUALI ESPLICITI, LINGUAGGIO ESPLICITO, 18+++++++++++.
MICHAEL
Janette russa. Non so se lo faccia di proposito o se sia proprio una scaricatrice di porto ma dormire con lei è tutto fuorché rilassante. Credo che le stia venendo il raffreddore o qualcosa di simile. Continuo a rivoltarmi sul pavimento, scomodo come non mai. Cuscino non pervenuto; la stronza li ha tenuti entrambi per sé. E io che ho persino pensato di coprirla con la mia giacca per non farle prendere freddo. Che stupido sono. No, sono un completo idiota, cazzo. Tra poche ore mi alzerò con la schiena distrutta e sarà solo colpa mia. Mai fidarsi del proprio nemico.
La sua mano fluttua sulla mia testa, arrivando quasi a sfiorarmi. Mi soffermo a osservare le sue dita; sono lunghe e delicate, le unghie sono curate e dipinte di un rosa naturale che mi ricorda un po' lo zucchero filato. Un anellino a forma di serpente orna il suo indice, la lingua sembra quasi sputare veleno immaginario nella mia direzione. Un altro anello, più "serio" rispetto al primo, è posto sull'anulare. E se fosse fidanzata? Cazzo, non ci ho mai pensato prima d'ora. Al solo pensiero, sento il cuore accelerare il battito leggermente. Finché si tratta di Chase, non mi importa entrare in competizione; dovesse trattarsi di qualcun altro però, valuterei se continuare effettivamente a torturarla con i miei giochetti oppure no. Roba da rispetto tra uomini e cazzate simili. Il caso vuole che a me Janette non piaccia. O almeno, non mi impegnerei mai con lei. Una notte di fuoco sarei disposto a concedergliela. Sarebbe così soddisfacente metterla a tacere una volta per tutte e vederla usare quella bella boccuccia che si ritrova per fare altro. Sempre che non sia una di quelle fighe di legno che mi è già capitato di frequentare. Pensarci ora, comunque, non mi aiuterà a prendere sonno. Dormire al suo fianco si sta rivelando essere un inferno.
Mi piego sul lato, finendo così per farmi sfiorare dalla sua mano. Questo contatto fugace e non calcolato, scatena in me una serie di vibrazioni che finiscono tutte per animarmi lo stomaco, mettendolo sottosopra. Non lo so cosa diavolo mi sta succedendo ma vorrei tanto poter poggiare le labbra sul suo dorso e sbaciucchiarlo fino a lasciare dei segni leggeri. Janette ovviamente non sarebbe d'accordo e Dio solo sa quanto mi ecciti tutto ciò.
«Dovresti dormire altrimenti domani sarai uno zombie», la trovo con gli occhi leggermente aperti e un piccolo sorriso dipinto in volto.
Cazzo Michael. Sei un'idiota. Come pensi di giustificarti, ora?
«Non è colpa mia se sei una scaricatrice di porto, russi come un alcolizzato», la rimbecco.
Janette corruga la fronte, alzandosi leggermente e rimanendo sospesa con un braccio impiantato sul cuscino. I capelli arruffati e gli occhi gonfi le conferiscono un'aria tremendamente semplice ma sensuale. Non so spiegarlo. Sembra una bambina.
«Non è assolutamente vero», percepisco un tono di sfida per niente velato nelle sue parole.
«Oh, lo è eccome», la incalzo allo stesso modo.
Afferra un cuscino per poi lanciarmelo in faccia con uno scatto, scoppiando a ridere. Faccio lo stesso, afferrandolo a mia volta e portandolo al petto; il suo profumo è impregnato in esso, lo respiro a fondo. Per la prima volta da quando ci siamo conosciuti, questo è il primo e vero momento di normalità tra di noi. Nessuna tensione, nessuna battuta tagliente, niente di niente. Siamo solo Michael e Janette. E per assurdo... non mi dispiace.
«Beh, penso che non sia giusto che io dorma qui», si siede sul divano, portando entrambe le mani ai lati delle gambe.
Cosa sta dicendo? Vuole andare via? È impazzita o cosa?
La guardo incuriosito. Non riesco a capire cosa vuole o non vuole fare. Mi sembrava così rilassata fino a qualche minuto fa, cosa è cambiato?
Si alza e molto lentamente, quasi come se qualcuno stesse spingendo le gambe in avanti al posto suo, si china al mio fianco per poi distendersi.
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(UN)fortunately we are in love
ChickLitJanette Jensen ha trent'anni e per la prima volta in vita sua da quando si è laureata in economia e marketing, è stata contattata per lavorare in una delle più prestigiose aziende di Manhattan: la Royals & Fashion. Michael Moore ha trentatré anni, u...