JANETTE
«Poggiali pure qui», gli dice Curtis, indicando la scrivania. «Mi dispiace che tu non ne abbia portato uno in più per Janette. Sii galantuomo e cedi il tuo», continua, spostando lo sguardo su di me.
«No grazie, l'ho preso già prima», mi affretto a rispondere, mentendo.
L'uomo non ha comunque l'aria di uno che avrebbe ceduto volentieri il suo caffè. Si accomoda sulla poltrona vicino alla mia e il suo profumo invade nuovamente le mie narici. È suo figlio? Un mio collega? Il mio peggior incubo? Fremo dalla voglia di scoprirlo.
«Lui è Michael Moore, account manager della società nonché uno dei miei collaboratori più fidati», dice Curtis, presentandomelo.
Sposto lo sguardo sul mio collega e noto che i suoi occhi erano già piantati su di me. Mi osserva a fondo, quasi come a voler confermare che sono la stessa ragazza che lo ha urtato lungo le scale poco prima. Faccio lo stesso, spostandomi sulla sedia e assumendo una posizione simile alla sua. Non diciamo nulla, continuiamo solo a studiarci. I suoi capelli sono leggermente scompigliati, le sopracciglia nere e folte contribuiscono a rendere il suo sguardo furbo e i suoi occhi. Dio. Non credo di aver mai visto un paio di occhi di un azzurro così... limpido. Sembrano fatti di ghiaccio.
«Janette Jensen», dico, allungandogli la mano.
Gli scocco uno sguardo intimidatorio, aspettando che l'afferri e che si presenti come una persona normale.
Accenna un sorriso e dopo avermi lasciata con il braccio a mezz'aria per qualche secondo, lo fa. La sua stretta è decisa, elegante. Non lascia ondeggiare la mano è questo la dice lunga sul suo modo di essere.
«Ora posso dire che è un piacere conoscerti, Janette», risponde lui con tono pacato.
«In che senso? Vi siete già conosciuti?», ci interrompe Curtis.
«Più o meno», lo risponde a tono, mantenendo lo sguardo fisso su di me.
Nei suoi occhi leggo una gran voglia di competizione, di sfida. Brillano di luce propria e non lasciano scampo ad altre interpretazioni; vuoi vedere che il caso ha deciso di mettere sul mio cammino un uomo che si comporta da prima donna? Spero proprio di no, non ne ho bisogno.
Molliamo la presa e torniamo ognuno al proprio posto con lo sguardo rivolto verso il nostro capo che continua a fissarci come se fossimo degli extraterrestri.
Suvvia, Curtis, non ti è mai capitato di incontrare qualcuno prima di conoscerlo ufficialmente?
«Convenevoli a parte, oggi avrete la vostra prima riunione insieme. Michael, saresti così gentile da mostrare l'azienda a Janette?»
«Perché proprio io?», risponde con tono quasi offeso.
«Perché no?», lo ammonisce lui, serio.
Michael sbuffa dal lato, lasciando trasparire quanta voglia abbia di farmi da guida in questa immensa azienda.
«Posso farlo da sola, saprò orientarmi», la butto li.
«Giammai. Michael sarà felice di accompagnarti. Vero, Michael?»
«Felicissimo», risponde lui ironicamente.
«Bene, ci vediamo nella sala riunioni alle quindici in punto. Mi raccomando».
Faccio per alzarmi ma Michael mi anticipa, portandosi fuori dall'ufficio prima ancora che io possa mantenere il suo passo.
Bene. Iniziamo bene.

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(UN)fortunately we are in love
Literatura FemininaJanette Jensen ha trent'anni e per la prima volta in vita sua da quando si è laureata in economia e marketing, è stata contattata per lavorare in una delle più prestigiose aziende di Manhattan: la Royals & Fashion. Michael Moore ha trentatré anni, u...