PROLOGO

754 33 11
                                    

PROLOGO

"You know where you are?

You are in the jungle baby"

Le parole di Axl Rose risuonano negli auricolari mentre a passo spedito mi dirigo verso la stazione. È letteralmente una giungla qui. Ho smesso di contare il numero di spallate che mi hanno "coccolata" durante il mio cammino; come biasimarli. D'altronde siamo tutti zombie che corrono per rimanere al passo con le lancette che scorrono, inesorabili, sul quadrante di ogni orologio. È il mio primo giorno di lavoro alla Royals & Fashion e rischio già di essere licenziata a causa del treno che è in ritardo.

«Non ce la farò mai», borbotto, già esausta.

Di questo passo mi toccherà prendere la prima corsa se voglio evitare di collezionare ritardi su ritardi in azienda. È un tragitto di un'ora e mezza eppure sembra che stia passando un'eternità. Detesto i mezzi pubblici, la puzza di chi ha deciso di non utilizzare il deodorante di lunedì mattina e la gente che spinge per entrare neanche fossimo diretti in Paradiso. Ci stiamo tutti, cazzo. Basterebbe avere un po' di pazienza in più anziché comportarsi come animali. Rettifico, gli animali sono più civili di certi esseri umani.

L'umore altalenante proprio non ci voleva; ogni volta che mi trovo a dover fare i conti con una prima volta, qualsiasi essa sia, mi ritrovo così: agitata, sull'orlo di una crisi di nervi, priva di buon senso. Uno strato di sudore solletica la mia fronte facendo attaccare ad essa due ciocche sfuggite dalla mia coda alta. Devo tagliarli, non li sopporto più. Forse dopo il lavoro potrò recarmi dal parrucchiere o forse, ancora una volta, rinuncerò a farlo perché priva di coraggio. I capelli lunghi mi sono sempre piaciuti. Ciò che non mi piace è il troppo lavoro che ci vuole per curarli come si deve.

Arrivata a Midtown, inserisco la via del grattacielo che ospita la mia azienda su Google maps. Cammino a passo svelto verso la 35esima perdendomi di tanto in tanto a guardare gli enormi edifici che torreggiano su di me.

«Wow», bisbiglio stupita.

Un leggero venticello scompiglia il mio cappotto, facendolo ondulare da un lato all'altro. Adoro l'autunno e tutto ciò che ha da regalare. Chiudo gli occhi e inspiro l'odore di smog e caffè che permea nell'aria. Sorrido. Arrivata all'edificio segnalato da maps, mi blocco per qualche secondo, portando il mio sguardo in alto. Non riesco a contare il numero di piani che lo animano, spero solo che l'ufficio non sia troppo in alto. Ok, le vertigini non mi fanno sempre compagnia, grazie al cielo. Ma che figura farei con i capi se, in preda a un attacco di panico dovuto alle vertigini stesse, svenissi? O se peggio ancora m'immobilizzassi? Ti prego, Dio. Fa che non sia troppo in alto.

Con il cuore che tamburella in petto troppo velocemente per l'ansia, decido di muovere un passo verso l'entrata. Seguito da un altro e un altro ancora. Finché non mi ritrovo nell'immensa hall che riporta scritto in grande "Royals & Fashion di Curtis e Jonathan Royals".

Cazzo, non possiedono un singolo piano. Possiedono tutto l'edificio.


(UN)fortunately we are in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora