MICHAEL
Certo che avrei dovuto saperlo.
«Forza!», Curtis ci incita, urlando nuovamente attraverso l'altoparlante.
Sospiro.
«Il focus è sulle labbra quindi non baciarmi lì», m'istruisce lei, «calcola che veniamo ripresi solo dal busto in su», continua, guardandomi negli occhi.
Risplendono di una luce indescrivibile. Mi sento attratto come una falena, un moscerino, qualsiasi cazzo di animale esistente su questa Terra.
«Ci diamo una mossa? Non abbiamo tutto il giorno!», mi rimprovera Curtis.
«Certo, se tu smettessi di sbraitare sarebbe meglio», borbotto, guadagnando un sorriso sincero da parte di Janette.
Ok, Michael. Puoi farcela. Nulla che tu non abbia già affrontato. D'altronde, conquistare le donne è il tuo forte, no?
Mi avvicino a lei lentamente, sfiorandole la pelle nuda con una mano. Janette si irrigidisce sotto il mio tocco; tengo bene a mente le sue parole, concentrandomi sulla parte superiore del petto. Porto una mano al suo collo, accarezzandolo; avvicino la mia bocca e lascio che le mie labbra si poggino su di esso. Ha detto peccato? E peccato sia.
«Chiudi gli occhi, J», sussurro al suo orecchio, predatorio.
Janette fa come dico. Chiude gli occhi, schiudendo appena le labbra. Il rosso della tinta risplenderà sicuramente nella fotocamera, ora. Costello il suo collo di baci, alternando la mia danza peccaminosa con languide leccate. La sua pelle brucia sotto di me e tutto questo mi piace. Mi piace perché Janette non può compiere nessun gesto se non questo. Deve rimanere immobile. Deve rappresentare al meglio la castità e la purezza. Sono io il peccato. Sono io che la induco in tentazione. Più che la rivisitazione della Primavera, sembra di rivedere Eva alle prese con il diavolo.
«Sguardo fisso sulla telecamera, Janette», Curtis riprende a urlare, «voglio che tu abbia il controllo della situazione, non il contrario. Deve emerge la tua potenza, la tua forza, il tuo attirare e tenere in pugno. Solo così possiamo spingere le donne ad acquistare questo prodotto».
Janette deglutisce; il suo corpo fatica a rimanere fermo sotto al mio tocco. La sento vibrare sotto di me, la sento quasi contorcersi. E poi quel profumo. Quel maledetto profumo. È eccitata, proprio come la prima volta. Cazzo. Una scarica di adrenalina raggiunge il mio membro, risvegliandolo. Mi spingo contro il suo bacino, evitando così che occhi indiscreti possano far caso a me. Per una frazione di secondo, mi ritrovo a guardarla dritto negli occhi. Sì, è colpa tua. Li sbarra leggermente e solo dopo aver unito tutti i puntini nel suo cervello, torna con lo sguardo sulla videocamera.
«Michael, sii più deciso», Curtis mi sprona, «devi arrivare a baciarla. Dobbiamo testimoniare che questa tinta resiste a tutto, più o meno».
Lo ignoro. Riprendo esattamente da dove avevo lasciato. La mia mano si sposta sulla sua guancia; con il pollice, tiro via un po' di tinta dalle sue labbra e rimango stupito quando la stessa non accenna a spostarsi da lì sopra. Janette sorride vittoriosa, consapevole che questo possa averci assicurato la riuscita della ripresa. Continuo a costellare il collo di baci, mordendole di tanto in tanto il lobo dell'orecchio e arrivando, in fine, sul suo viso. La faccio rotare nella mia direzione e prima che entrambi possiamo razionalmente prepararci, le mie labbra si inchiodano sulle sue. Mi accoglie timidamente; il suo corpo è rigido e risentito. Passano pochi secondi prima che si abbandoni completamente all'impeto, alla mia lingua che prepotente preme per incontrare la sua. Danzano insieme in un tango di desiderio, lussuria e peccato. Stringo la sua treccia in una mano, reclinandole il capo quanto basta per mettere nuovamente in vista le sue labbra tinte. Scendo lungo il suo collo, soffermandomi sulla giugulare. Potrei succhiarle via l'anima, se volessi. E la cosa mi piacerebbe tremendamente. La sto possedendo davanti a tutti; sto marchiando in modo inesorabile e inequivocabile tutto quello che è mio. Almeno nella mia mente. Janette tenta di reprimere un gemito leggero, inutilmente. L'ho sentito. Ho sentito quanto mi desideri.
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(UN)fortunately we are in love
ChickLitJanette Jensen ha trent'anni e per la prima volta in vita sua da quando si è laureata in economia e marketing, è stata contattata per lavorare in una delle più prestigiose aziende di Manhattan: la Royals & Fashion. Michael Moore ha trentatré anni, u...