MICHAEL
Penso di essere entrato ufficialmente nelle grazie di Dio oggi.
Janette è fantastica, indescrivibile. Abbiamo fatto l'amore nella doccia, sull'isola della cucina e abbiamo finito per cenare tra un bacio e l'altro. È così dannatamente attraente nella sua semplicità. Il rosso porpora delle sue guance m'imbambola a tal punto che mi ritrovo a osservarla più attentamente; le sono cresciuti i capelli in questi mesi passati insieme, il suo viso è leggermente scavato e le ciglia lunghe donano ai suoi occhi grandi un'aria sognante e sbarazzina sempre. Come diavolo può un umano essere così perfetto?
«Smettila di fissarmi con quegli occhi», mi ammonisce, mordendo una patatina con un gesto secco.
«Quali occhi?», fingo innocenza pur sapendo benissimo a cosa si riferisce.
«Gli occhi di chi non vede l'ora di passare al dopocena», mi stuzzica, sorridendomi.
«Al dopocena, al dopo colazione...»
La mia frase viene interrotta da un cuscino che plana dritto sulla mia faccia.
Scoppiamo a ridere entrambi e per la prima volta dopo diverso tempo, sento il cuore felice e leggero. Penso che potrei non stancarmi mai di questa sensazione. Penso che potrei desiderare di morire così, seduto sul pavimento di casa sua, con le sue mani tra i capelli e il ritmo del suo cuore nelle mie orecchie.
«Davvero ottimo, sai? Non pensavo che sapessi cucinare».
Sbatto le palpebre ripetutamente, tornando con la mente alla realtà.
«Non lo so fare, infatti», pulisco le labbra con un fazzoletto, «conosco il minimo e indispensabile per sopravvivere».
«Mi stai dicendo che sopravvivremo a base di pesce fresco e patatine fritte ogni giorno?», il suo tono leggero mi fa sorridere più del dovuto.
«Vuoi davvero passare ogni giorno della tua vita con me?», ribatto, osservandola a fondo.
Janette arrossisce maggiormente, evidenziando tutto l'imbarazzo che la sta attraversando in questo momento.
«Io...», si guarda intorno, in cerca di chissà quale aiuto.
«È tutto ok», la blocco subito, sorridendole. «Stavo scherzando».
Janette punta i suoi occhi nei miei ed è come se in questo momento stesse penetrando nella mia anima.
«Io non sono ancora pronta per dirti una cosa del genere», il suo tono è sicuro e serio, troppo serio. «Però penso che possiamo davvero passare molto tempo insieme, se lo vogliamo».
«Se hai paura che io stia per confessarti amore eterno», dico, osservandola a fondo a mia volta, «non succederà».
Le sue sopracciglia s'inarcano in un'espressione curiosa e solo dopo aver riflettuto un po' più a lungo su ciò che le ho detto capisco di aver fatto un enorme cazzata.
«Non intendevo dire che non succederà per sempre», mi affretto ad aggiungere.
«Michael», Janette sposta il piatto, portandolo al centro dell'isola. «So che cosa siamo e so ancora meglio cosa non siamo. Godiamoci il tempo insieme senza pensare al resto».
Il sorriso che sfoggia sulle labbra fatica ad arrivare ai suoi occhi. Ho rovinato tutto, maledizione. Sono sempre il solito idiota che non capisce quando bisogna stare in silenzio e quando bisogna parlare.
«J, davvero, io...»
Si alza, avvicinandosi a me. Cinge le mie spalle con un braccio, attirandomi a sé. Spaesato e stupito, mi ritrovo a poggiare la mia testa sul suo petto; il battito accelerato del suo cuore inonda ogni singola parte di me. Lo sento fin dentro alle ossa. Tamburella in modo sconnesso per qualche secondo, calmandosi subito dopo. Anche il suo respiro è tornato alla normalità. La sua pelle profuma di sesso e vaniglia. Chiudo gli occhi, inspirando a fondo questa fragranza che mi fa perdere la testa.
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(UN)fortunately we are in love
Genç Kız EdebiyatıJanette Jensen ha trent'anni e per la prima volta in vita sua da quando si è laureata in economia e marketing, è stata contattata per lavorare in una delle più prestigiose aziende di Manhattan: la Royals & Fashion. Michael Moore ha trentatré anni, u...