IL GIORNO DOPO
JANETTE
Mancano poche ore al nostro viaggio e quasi non mi sembra vero.
Sistemo le ultime cose in valigia, adocchiando di tanto in tanto Rocky. Vorrei tanto portarlo con me ma mi rendo conto che un viaggio del genere gli causerebbe solo ulteriore stress. Ecco perché lo affiderò a una di casa relax per felini non appena Michael arriverà qui.
È in ritardo. Di nuovo.
Ultimamente non so dove abbia la testa. Un giorno è sereno e tranquillo, l'altro è un fuggitivo in preda a un attacco di schizofrenia. O qualcosa di simile. Vorrei approfondire la questione ma sono troppo stanca per farlo. Il trasloco ha prosciugato tutte le energie e le forze che mi ritrovavo in corpo ragion per cui non vedo l'ora di poter finalmente atterrare in Italia.
Il nostro viaggio inizia proprio da lì e terminerà in Spagna. Jonathan esige la massima concentrazione e il massimo impegno; dice che questo viaggio determinerà il buon andamento delle campagne future. Non ne sono sicura, onestamente. Penso che siamo già sulla buona strada. Tuttavia, chi sono io per rifiutare un'occasione del genere? Soprattutto ora che tutto sembra andare per il verso giusto.
«Hai infilato in valigia quel completino intimo che mi fa impazzire tanto?»
Michael sbuca dalle mie spalle, sorprendendomi con un candido bacio sul collo.
«Dimmi, Michael Moore, quale completino non ti fa impazzire?», lo punzecchio, sorridendogli.
«Hai ragione», sussurra, «quando si tratta di te è impossibile non impazzire. Vieni qui, novellina».
Mi fa voltare con una piroetta, obbligandomi a fronteggiarlo senza possibilità di opporre resistenza.
I suoi occhi brillano, felici. Il suo alito caldo stuzzica la mia attenzione, sollecitando ogni molecola del mio corpo. È come se fosse in grado di risvegliare persino le parti più assopite del mio essere.
«Non vedo l'ora di poter assaggiare la tua pelle dall'altra parte del mondo», sussurra, famelico.
Sento una leggera fitta all'altezza del bassoventre. Arrossisco, consapevole del peso dei suoi pensieri.
«Sai vero che è un viaggio di lavoro?»
La mia constatazione lo fa sorridere. O forse lo diverte più la mia innocenza.
«Oh, certo che lavoreremo», si avvicina pericolosamente alle mie labbra, «ma ho in mente qualcosa che potrebbe piacerti».
«Dammi un indizio», strofino il naso contro il suo, fissandolo.
«Non ci pensare proprio»
Sorride maliziosamente con quella faccia da schiaffi che si ritrova. Vorrei provare a fare la risentita, giuro; tuttavia, è impossibile. Più lo guardo, più penso al fatto che questo sarà il nostro primo viaggio insieme. Ed è assurdo se solo ripenso a quello che eravamo all'inizio: due colleghi che hanno rischiato di uccidersi a vicenda un momento sì e l'altro pure.
«Ti odio», bisbiglio, sorridendogli dolcemente.
«Ti odio anche io»
Le sue labbra incontrano le mie e in pochi secondi ci ritroviamo l'uno aggrovigliato all'altra. È un gioco di mani che esplorano corpi, lingue che si cercano e respiri affannati. La stanza vortica intorno a me per qualche secondo, giusto il tempo per capire che Michael mi ha preso in braccio per portarmi probabilmente sul letto. Continuiamo a baciarci mentre a passo lento fa proprio quello che ho appena pensato.
«Sei insaziabile, Michael Moore», bisbiglio con tono eccitato mentre l'osservo adagiarmi sul letto con lentezza.
«Da quale pulpito...»
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(UN)fortunately we are in love
ChickLitJanette Jensen ha trent'anni e per la prima volta in vita sua da quando si è laureata in economia e marketing, è stata contattata per lavorare in una delle più prestigiose aziende di Manhattan: la Royals & Fashion. Michael Moore ha trentatré anni, u...