capitolo quaranta

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<<Cazzo>> sussurrò George, vedendo il gatto di Gazza entrare nella stanza dove eravamo noi.

Mi affrettai a rimettermi i pantaloni e abbottonarmeli, prendendo le cose da mangiare.

<< Dobbiamo andarcene,  adesso>> sussurrai in preda sia al panico che all'eccitazione.

<< Di qua, vieni>> mi disse George prendendomi per mano e conducendomi verso un ripostiglio piccolissimo: ci entravamo a malapena.

Chiuse la porta dietro di sé mentre io mi guardai intorno per quella stanza minuscola.

C'erano piccole boccette, qualche frutto e qualche ortaggio. Doveva essere la dispensa.

<<Shh>> mi disse George portandosi un dito sulle labbra, per intimarmi a fare silenzio.

Annuì, guardandolo mentre adagiava un orecchio alla porta, per sentire se Gazza se ne fosse andato.

Avevo ancora il respiro affannato,  sia per la corsa che avevamo fatto per raggiungere quella stanza, sia per l'eccitazione provata solo qualche minuto prima.

Menomale che Gazza non ci aveva visti, o sarebbe rimasto traumatizzato a vita.

Che figura.

<< Andiamo Mrs Norris, non c'è nessuno qui>>

I passi di Gazza si allontanarono sempre di più, fino a scomparire, e quando sentimmo la porta chiudersi, tirammo un sospiro di sollievo.

<< Ci è mancato poco cazzo>> dissi reggendomi sulle ginocchia, ridacchiando.

<< Quel gatto di merda>> disse, come fosse insoddisfatto.

In realtà lo ero anch'io.

Le gambe mi tremavano leggermente, per il piacere provato qualche istante prima.

<< Usciamo di qui, dai>> dissi facendogli cenno di uscire, ma lui notò il lieve tremolio delle mie gambe.

<< E pensare che avevo appena cominciato>> sususrro, chinandosi verso il mio orecchio.

<< Apri quella porta!>> esclamai scuotendo il capo divertita.

Lui rise per poi darmi ascolto e aprire la porta, ed entrambi uscimmo dalla stanza.

Si ma io in tutto ciò non avevo ancora mangiato

Avevo ancora il cibo tra le mani, e io avevo fame.

<< Meglio se c'è ne andiamo, dove li mangiamo questi?>> chiesi guardando George.

<< Possiamo andare alla torre di astronomia>>

Annuì tutta contenta: amavo le stelle.

<< Si andiamo, adoro le stelle>> esclamai sorridente.

Mi prese per mano e poi mise il braccio intorno alla mia spalla, provocandomi un sorriso.

Iniziammo a camminare, io però avevo la testa ancora a quel momento di lussuria.

Sorrisi quando lui prese a lasciarmi baci tra i capelli e spostai lo sguardo sul suo, sorridendo come un ebete.

<< Possibile ci interrompono sempre, anche prima nella tua stanza>> disse quasi seccato.

Io risi scuotendo il capo per poi riprendere parola.

<< Ne sembri particolarmente dispiaciuto>> constatai, ridendo leggermente.

𝐑𝖾𝗐𝗋𝗂𝗍𝖾 𝐓𝗁𝖾 𝐒𝗍𝖺𝗋𝗌 || 𝐆𝖾𝗈𝗋𝗀𝖾 𝐖𝖾𝖺𝗌𝗅𝖾𝗒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora