capitolo trentanove

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<< Sei inutile cazzo!>>

La voce di mio padre.
Di nuovo.

Mi trovavo al Manor, tutto era confuso intorno a me. La stanza era buia, vedevo solo la sua chioma biondo platino ricadergli nelle spalle, e i suoi occhi fissarmi apatici.

Vidi mio padre distogliere l'attenzione da me, e rivolgerla a mia madre.

<<Lucius non puoi fare così!>> esclamò quest'ultima.

Mi guardai intorno. Le mie mani erano piccole, la mia voce più bianca, i capelli più lunghi.

Uno schiaffo colpì la guancia di mia madre.Poi un altro, un altro ancora.

<< Papà! No! >> esclamai vedendo che stava picchiando mia madre.

Sollevò il suo bastone da terra e colpi mia madre alle costole, facendola cadere.

<<Mamma!>> Le lacrime rigarono il mio viso senza accennare a smettere.

Corsi nella sua direzione, guardando male mio padre.

<<Sei un uomo cattivo!>>

Mi sferrò uno schiaffo in pieno viso, lasciando lo stampo della sua mano.

<<Lucius!>> esclamò mia madre.

<< Sta zitta!>> esclamò l'uomo, per poi prendermi il polso e trascinarmi in uno stanzino.

<< Ora ti faccio vedere cosa si meritano le bambine cattive>> mi disse, avvicinandosi con suo bastone.

Il panico salì dentro di me.

<<No Papà, ti prego..>>

Sollevò il bastone per aria ,e prima che potesse colpirmi alle costole i miei occhi si aprirono.

Mi sollevai in preda al panico, piangendo come una bambina.

Il respiro mi mancava, infatti respiravo a fatica.

Mi guardai intorno: ero di nuovo nel mio dormitorio.

Era solo un sogno.

<<Ehi ehi, tranquilla>> la voce di George giunse alle mie orecchie, tranquillizzandomi.

<< Lui era..>>

<<Era solo un incubo>> mi mormorò, portando le braccia nei miei fianchi stringedomi a lui, abbracciandomi.

Mi aggrappai a lui, portando le braccia intorno al suo collo stringendolo a me come se avessi paura che potesse lasciarmi.

Iniziai a singhiozzare , nascondendo la testa nella sua spalla.

<<Shh, Va tutto bene, sono qui, tranquilla.>> mi sussurrò inziando ad accarezzarmi la schiena ed i capelli.

Facevo quell'incubo ogni giorno, da quando ero tornata a casa mia.
Ripercorrevo quella sensazione orribile. Quel ricordo che speravo di cancellare.
Non se ne era mai andato dalla mia testa.

Ripercorrere quel giorno, ogni sera, era una tortura.
Quando succedeva, e mi svegliavo in preda al panico, ero sola. E riuscivo a calmarmi solo usando l'arricciacapelli.

𝐑𝖾𝗐𝗋𝗂𝗍𝖾 𝐓𝗁𝖾 𝐒𝗍𝖺𝗋𝗌 || 𝐆𝖾𝗈𝗋𝗀𝖾 𝐖𝖾𝖺𝗌𝗅𝖾𝗒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora