capitolo ventit'otto

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Dopo quell'interminabile lezione, mi affrettai a uscire dall'aula, e notai che era ora di pranzo.

Ero distrutta, Piton rendeva quelle lezioni sempre piu impegnative e lunghe soprattutto.

Una volta fuori, pensavo che prendere qualcosa dalle cucine per George non sarebbe stato un crimine. Entrai e salutai gli elfi e chiesi se potessero darmi qualcosa e loro mi porsero due scatole con della pasta al ragù: aveva un'aria deliziosa.

Li ringraziai e lasciai quella stanza dirigendomi verso l'infermeria e una volta arrivata,George fece saettare lo sguardo verso di me e mi rivolse uno di quei sorrisi smaglianti.

<< Come promesso >> mi avvicinai a lui, porgendogli un piatto di pasta , e sedendomi nel suo letto , dandogli un bacio a fior di labbra.

<< Sei fantastica, te l'ho già detto?>> disse prendendo la scatola e aprendola.

Ridacchiai.

<< Lo so, carotina>> risposi, porgendogli le posate.

Mi guardai intorno, mentre aprivo la moa scatola: Madama Chips non si vedeva

<< Madama Chips?>> chiesi, mettendomi un bocca una forchetta piena di pasta.

<< In sala grande, le ho detto mi sarei addormentato>> rispose

Scossi la testa divertita, incredula di come ci fosse cascata.

<< Quella donna non sa ancora con chi sta parlando >> risposi ironica

<< Perché tu si?>> mi provocò

<< Si.>> risposi sicura di me facendogli la pernacchia

<< Spiritosa >> rispose rubandomi un po di pasta

<<Ehi! È mia!>> esclamai rubandone un po a lui

<< È mia quella!>> esclamò

Sembravamo due bambini che si facevano i dispetti.

<< Hai iniziato tu!>> risposi, e lui sbuffò

<< Non finisce qui, sei avvertita>> mi rispose mollandomi un morso nella mia guancia

<< La pasta non è abbastanza? Devi mangiare anche me adesso?>>

<< Si, magari potessi. >> rispose, guardandosi intorno. L'infermiera era piena di studenti nei lettini.

Cristo perché doveva essere sempre così popolata.

<< Non fare lo scemo e mangia!>> esclamai, sviando l'argomento.

Le nostre scatole si svuotarono qualche istante dopo. Io presi entrambe e mi alzai, buttandole nel cestino.

Tornai da lui, e mi mise le mani nei fianchi, facendomi sdraiare su di lui. Posai la testa nel suo petto, mettendomi comoda tra le sue braccia, con le quali mi accarezzava la schiena dolcemente.

Sorridevo come un ebete. Sentivo le farfalle a mille nel mio stomaco, il cuore mi batteva forte nel petto. Ero davvero felice. Nonostante avessi davvero paura di quello che avesse da dirmi mio padre, in quel momento tutto andava bene.

Purtroppo il mio sguardo si posò sull'orologio di quella stanza: le 15:00.
Mio padre mi voleva a casa per le 17:30, quindi dovevo iniziare a preparare qualche da portarmi, nonostante non ne avessi voglia.

<< George , devo and- >> mi interruppe

<< No, non ora >>

sorrisi, come facevo a dirgli che dovevo andarmene dal mio stupido padre?

𝐑𝖾𝗐𝗋𝗂𝗍𝖾 𝐓𝗁𝖾 𝐒𝗍𝖺𝗋𝗌 || 𝐆𝖾𝗈𝗋𝗀𝖾 𝐖𝖾𝖺𝗌𝗅𝖾𝗒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora