1-Rebecca

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Allungo il braccio sul comodino in cerca del mio cellulare, lo prendo al volo prima di farlo cadere a terra come tutte le mattine. Con un occhio mezzo aperto intravedo l'orario e sospiro afflitta. Sono di nuovo in ritardo.
Ogni mattina, per colpa mia rischiamo di perdere l'autobus che ci porta a scuola, sono sicura che Summer prima o poi me le farà scontare tutte.
Devo smetterla di guardare serie TV fino a tarda notte, devo smetterla di guardare serie TV fino a tarda notte. Lo ripeto a me stessa come un mantra.

La porta della mia camera si spalanca e un cuscino mi arriva dritto in faccia, Thomas mi guarda e sghignazza soddisfatto per la sua mira impeccabile.
<<Buongiorno anche a te, fratellino>> gli dico con aria assonnata, sollevando le braccia verso l'alto per stiracchiarmi.

<<Tra dieci minuti esco, hai bisogno di un passaggio?>>
Mi guarda con i suoi occhioni verdi che fanno tanto impazzire le ragazze che gli ronzano intorno.
A quanto pare abbiamo un playboy in casa.
Ma non sono solo le ragazzine a corrergli dietro, pare che il suo raggio di azione ultimamente si sia ampliato. Voci dicono che frequenti una ragazza del college che si trova fuori città. In realtà non credo siano solo voci, ma non lo ammetterebbe neanche sotto tortura.

Io e Thomas ci assomigliamo molto nei tratti del viso, è quasi impossibile non accorgersi che siamo fratelli, ma siamo del tutto diversi nei colori. Lui ha i capelli neri, gli occhi verdi e la carnagione scura, mentre io ho la pelle ambrata, i capelli biondi e gli occhi azzurri. Senza dimenticare la piccola differenza in termini di altezza, lui è alto quasi due metri, a differenza mia che sono circa un metro e sessantacinque arrotondato per eccesso. Con la scusa di aver smarrito i documenti, convinsi il funzionario ad aumentare la mia altezza sulla nuova carta d'identità.

<<No grazie, prendo l'autobus insieme a Summer. Ci vediamo dopo.>>
Non amo arrivare a scuola con mio fratello, non voglio essere ricordata solo come la sorellina di Thomas Scott, il miglior centrocampista della scuola. Quando al primo anno ho messo piede nella sua stessa scuola tutti i suoi amici mi chiamavano la piccola Scott, una cosa che detestavo.

<<Come mai sei così mattutino?>> Lo fisso incuriosita, solitamente arriva almeno venti minuti dopo di me.

<<Stamattina iniziano gli allenamenti, il campionato ormai è alle porte.>> Mi spiega, mentre si sistema le punte dei capelli guardandosi allo specchio.

<<Ora fuori dalla mia camera, non farmi perdere altro tempo.>>
Lo spingo fuori, ma prima che sparisca, lo richiamo urlando.

<<Thomas, non fare lo stronzo con Dan come ogni santo giorno, ti scongiuro.>>

<<Non ti prometto nulla>> sogghigna sparendo in corridoio.
Lo odio quando fa così.

Mi infilo al volo un body bianco e dei pantaloni scuri che mi fasciano i fianchi.

<<Rebecca, c'è Summer che ti aspetta. Muoviti a scendere o perderai l'autobus>> urla mia mamma dal piano di sotto.

Scendo in fretta le scale e corro in cucina a salutarla. È seduta su uno degli sgabelli davanti all'isola posizionata al centro della nostra cucina, al suo fianco si trova la sua migliore amica Mona.
Mia mamma è perfettamente truccata e pettinata già alle sette del mattino, per lei, l'apparenza conta più di tutto il resto.
Credo di non averla mai vista con un capello fuori posto, a parte quando tre anni fa, un virus intestinale la mise ko per una settimana.
Appena si accorgono della mia presenza, interrompono la loro conversazione, facendo saettare velocemente gli occhi tra di loro.

<<Ho qualcosa che non va?>> Le guardo con aria interrogativa.

<<Non perdere altro tempo>> si limita a dire mia mamma invitandomi ad uscire alla svelta.
Quando spalanco la porta, trovo Summer appollaiata sui gradini del portico di casa mia che mi guarda spazientita.
Lei è la mia migliore amica, ci siamo conosciute in quinta elementare, purtroppo a causa del lavoro di mio padre abbiamo spesso cambiato città, prima di stabilirci nella città di Santa Barbara. Appena arrivata mi sentivo persa, ero così preoccupata di iniziare il primo giorno di scuola che mi tremavano le gambe. Sarei entrata a fare parte di una classe dove tutti si conoscevano da tempo, mentre io sarei stata "la nuova". Tuttavia, quel giorno non fu una catastrofe come avevo previsto, questo solo grazie a Summer che appena mi vide in un angolo per conto mio, non esitò neanche un attimo ad avvicinarsi a me per presentarsi.

Broken Glass - 1 - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora