23- Rebecca

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<<Ragazzi sto bene, davvero sto...>> Le parole mi muoiono in bocca quando vedo Jess che corre ad abbracciare Dan.
Mi viene da vomitare se penso che stavo con uno che lo infilava ovunque.
<<Fratello e sorellina Scott.>> Max ci saluta con il suo solito entusiasmo.
Fortuna che abbiamo lui che ci porta un po' di allegria.
<<Buongiorno anche a te, bellezza>> rivolge un sorriso dolce a Summer che arrossisce.
Oh, ma come sono carini.
Spero che questi due si mettano insieme, devo inventarmi qualcosa.

Max alza una mano per salutare qualcuno alle mie spalle, mi volto e vedo Nate con la sua aria da spavaldo che viene verso di noi.
Indossa un paio di occhiali da sole neri che gli mettono in risalto le mascelle, un giubbino di pelle marrone, un paio di jeans scuri e una maglietta nera che gli fascia l'addome scolpito.
Sembra uscito da una rivista di moda, questo maledetto è dannatamente bello senza neanche sforzarsi.

<<Buongiorno a tutti>> si porta lentamente una caramella sulla lingua, si accorge che seguo il movimento e solleva soddisfatto un angolo della bocca verso l'alto.
Sii discreta, Reb.

<<Scott, ne vuoi una per caso?>> Mi porge il pacchetto bianco mostrandomi un sorrisetto compiaciuto.

<<No grazie, non accetto caramelle dagli sconosciuti.>> Mi sistemo la borsa sulla spalla.
<<Ne sei sicura? Ho visto che mi guardavi con fin troppa attenzione...>>
Gli mostro il dito medio e mi volto di spalle.
<<Anderson, sei pronto per la prima di campionato?>> Max gli avvolge un braccio intorno al collo.

<<Sono nato pronto, bello.>>
Spaccone.
<<Ragazze perché non venite a fare il tifo per noi?>> Max ci guarda con gli occhioni speranzosi.
Come si fa a dire di no a Max?
E poi, devo cercare di farli avvicinare. Summer e Max sono troppo timidi, hanno bisogno di un piccolo aiutino.
<<Certo, Max>> rispondo sorridendo,  ignorando Summer che ha il panico negli occhi.

                         ***

Alle diciassette in punto, ci ritroviamo sugli spalti.
Siamo stranamente in anticipo di mezz'ora, cosa rarissima per due ritardatarie croniche come me e Summer.
Non ho mai assistito ad una partita di pallanuoto, solitamente guardavo solo Dan e Thomas giocare a calcio.
Una noia mortale.
<<Sarà anche uno stronzo patentato, ma mica male.>> Bisbiglia Summer guardando Jason che cammina a bordo piscina.

<<Asciugati la bava>> le sgancio una gomitata.
Le porte della palestra si spalancano ed entrano Max e Nate camminando uno accanto all'altro.
Non avevo mai visto Nate senza maglietta, per poco non mi prende un infarto.
Ha le spalle larghe, gli addominali scolpiti come il marmo e la schiena è un unico grosso fascio di muscoli. Indossa solo i pantaloncini della tuta grigi che gli coprono appena l'inguine, rendendolo maledettamente sexy.
Mi sono bastati due minuti per avere gli ormoni in fiamme.
Noto che ha una piccola scritta tatuata sulle costole e assottiglio gli occhi per cercare di leggerla, mi pare che dica:
"Nessuno resta per sempre".

<<Ahi>> Summer mi restituisce la gomitata di prima.

<< Chi sbava adesso?>>
Mi schiarisco la voce prima di parlare, per cercare di ricompormi.
<<Sono solo... non l'avevo mai visto... insomma...>>
Summer alza una mano per zittirmi.
<<Basta così, ti prego. È mortificante vederti balbettare in questo modo>> scoppia a ridere coprendosi la bocca con la mano.
<<Sei una stronza.>> Ribatto offesa, mettendo il broncio.
È mortificante davvero che mi abbia ridotta così.
<<Stanno venendo qui>> bisbiglia cercando di ignorarli, quindi fingiamo di parlare tra di noi.

<<Ciao Summer, ti andrebbe di indossarla?>> Max le porge una canotta che riporta lo stesso numero della cuffia che tiene stretta nell'altra mano.
<<Con molto piacere>> gli risponde in tono cantilenate.
Summer è in brodo di giuggiole, le sorride come una scolaretta delle elementari.

<<Hai finito di sbavare?>> Mi sussurra all'orecchio Nate, sedendosi accanto a me.
Nega.
Nega.
Nega.

Mi schiarisco la voce prima di parlare con un tono sicuro e disinvolto.
<<Effettivamente, Jason non è niente male>> con il mento indico il biondo a bordo piscina.

<<Certo, come no>> quella maledetta voce graffiante mi fa perdere lucidità, ma non mi arrendo così facilmente.
Stavolta sono io che mi avvicino al suo orecchio per provocarlo.
<<Spero che tu non mi abbia pensato troppo stanotte, so che certe cose influiscono sulle prestazioni sportive.>> Faccio schioccare la lingua sul palato per provocarlo, ma lui non si lascia mettere al tappeto così facilmente, a volte dimentico con chi ho a che fare.
Riduce la distanza tra di noi e avvicina le labbra alle mie.
<<Scott, non scherzare con il fuoco se non sei pronta a bruciarti.>>
Troppo tardi, sto già bruciando come se fossi all'inferno.

Broken Glass - 1 - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora