Broken Glass - 1 -

82-Rebecca

<<Buongiorno, Nina>> la saluto imbarazzata entrando in cucina, lei stranamente ricambia con un sorriso appena accennato.
<<Liam sta molto male>> si rigira la tazza tra le mani guardando Nate.
<<Lo so, ha chiamata Rebecca poco fa.>> Nate si mantiene a debita distanza da noi, rimanendo sull'uscio della porta.
<<Non fare cazzate, ti prego>> lo ammonisce seria, facendo saettare lo sguardo tra di noi.
Ha capito tutto.
<<Mi hai sentita, Nate?>> Le domanda alzando la voce.
<<Non è un problema mio.>>
<<Riesci a mettere da parte il tuo orgoglio per un attimo? Tutti sbagliamo e tu dovresti saper...>> Si interrompe appena si rende conto di aver parlato troppo.
<<Smetterai mai di rinfacciarmelo?>> La voce di Nate tuona nella piccola cucina facendo trasalire entrambe.
<<Scusa>> sussurra Nina, guardando Nate che sbatte forte la porta di casa.
<<Ho esagerato>> aggiunge mettendosi entrambe le mani in faccia.
<<Lo raggiungo, scusami>> mi stringo nelle spalle imbarazzata, non voglio offenderla andando via, ma la mia priorità in questo momento è Nate.
Sarà sempre Nate.

Quando esco fuori, Nate è già nella sua macchina, ha la nuca reclinata contro il poggiatesta e lo sguardo rivolto in avanti.
<<Non lo pensa veramente>> gli dico appena  scivolo sul sedile del passeggero.
<<Lo pensa, eccome se lo pensa. E non manca occasione che non me lo ricordi, come se potessi farlo!>> Sferra un pugno sul volante, poi mette in moto e sfreccia via senza aggiungere altro.

Raggiungiamo l'ospedale senza parlarci, a mie spese ho imparato a conoscerlo, so bene che quando è così nervoso vuole solo restare in silenzio.
Liam mi abbraccia appena mi avvicino, ha gli occhi arrossati con un contorno leggermente violaceo, tipico di chi non ha chiuso occhio.
<<Ciao, bellissima.>>
Guardo di sottecchi Nate che irrigidisce la mascella come ogni volta che è nervoso.
<<Come sta tua mamma?>> Faccio un passo indietro per ristabilire le distanze.
<<Non le resta molto...>> Si siede sulla sedia della sala di attesa portandosi le mani in faccia, io mi siedo accanto a lui, mentre Nate resta in piedi con una spalla contro il muro e la testa reclinata all'indietro.

<<Mi dispiace, Liam.>> Gli accarezzo la spalla, non so cos'altro fare in un momento del genere.
<<Sai la cosa che più mi sconvolge?>> Si volta a guardarmi e io scuoto la testa lentamente.
<<In un momento così, non ho fatto altro che desiderare di averti qui, vicino a me.>> Mi prende la mano e la accarezza.
Adesso davvero non so cosa fare.
Gli occhi noccioli di Nate sono diventati scuri come la notte, osserva ogni mio movimento con un'espressione seria sul volto.
<<Sono qui con te>> non mi sono mai trovata in una situazione così delicata, non so come comportarmi.
Nate mi lancia uno sguardo che non preannuncia niente di buono, prima di spalancare le porte del reparto e sparire.

Un' infermiera ci raggiunge con una cartellina in mano e chiede a Liam di seguirlo, io ne approfitto per correre dietro a Nate.
Dopo averlo cercato ovunque, lo trovo sulla scala antincendio con una sigaretta impigliata tra le labbra e una gamba piegata contro il muro.
<<Vuoi un applauso per l'interpretazione da oscar?>>  Sprigiona una nuvola grigia che mi arriva dritta in faccia, che mando via agitando la mano in aria.
<<Cosa volevi che gli dicessi in un momento così?>> Alzo la voce incrociando le braccia al petto.
<<Sai cosa ti dico? Non me ne frega un cazzo. Io e te non stiamo insieme, non mi devi niente e io non ti devo niente, non era così?>> Mi rinfaccia le mie parole, esattamente così come le ho pronunciate.
<<Vaffanculo, Nate.>> I miei occhi si riempiono di lacrime, spalanco la porta e scappo via.
<<Reb, aspetta.>> Mi insegue e mi stringe il braccio nel bel mezzo del corridoio.
<<Lasciami stare, hai reso il concetto.>> Gli dico tra le lacrime, all'improvviso sento un rumore di vetri infrangersi e mi copro le orecchie con entrambe le mani, mentre Nate strabuzza gli occhi guardando alle mie spalle.