34-Rebecca

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Nate mi lancia il casco senza girarsi a guardarmi, stringe i manubri e mette in moto.
<<Cosa ti prende adesso?>> Gli domando rigirandomi il casco tra le mani.

<<Ho un appuntamento, muoviti.>>
Ma guarda che razza di stronzo.

<<Allora non perdiamo neanche un attimo.>> Ribatto acida cercando di infilarmi il casco.
Imparerò mai?
Nate mette un piede a terra e mo aiuta a sistemarlo.
<<Liam mi ha chiesto di uscire con lui.>> Gli dico quasi con un sussurro, non so perché mi senta in imbarazzo di dirglielo.

<<E me lo stai dicendo, perché...?
Alza appena gli occhi per guardami, mentre richiude la visiera del mio casco.

<<Gli amici si parlano, sai.>> Non so perché gliel'ho detto, forse perché ho appena scoperto che fosse un suo caro amico, sebbene non lo sia più.

<<E noi saremmo amici?>>
Dio, quanto è irritante.

<<Non lo siamo?>> Gli domando confusa.
<<Muoviti.>>
Ci rinuncio.

Non lo sopporto quando fa così, ieri pomeriggio sembrava un'altra persona. Sembra che abbia un gemello cattivo che ogni tanto spunta fuori per mettere a dura prova la mia pazienza.
Salgo sulla moto e lui mette subito in moto, senza aggiungere niente.
<<La smetti di correre così?>> Urlo alle sue spalle per farmi sentire, corre così forte che vedo le cose sfrecciare senza neanche riconoscerle.

<<Nate, fermati!>> Urlo ancora di più per farmi sentire.
Si rende conto che mi trema la voce e finalmente accosta sul ciglio della strada.
Scende dalla moto e si sfila il casco per guardarmi.
<<Stai bene?>> Mi domanda improvvisamente preoccupato.

<<Sì, ma correvi troppo e non riuscivo a stringerti forte.>> Faccio una smorfia di dolore portandomi una mano alla spalla, Nate sospira profondamente e si avvicina a me.

<<Fammi vedere.>> Mi ordina spostando la mia mano.

<<Non è niente.>>
Ribatto, ma come sempre fa di testa sua e abbassa delicatamente la mia maglietta per controllare.

<<Io gli spacco la faccia a quello stronzo.>>
Mi fa voltare verso lo specchietto della moto per farmi guardare e mi porto una mano sulla bocca quando noto i due grandi lividi.

<<Ieri non erano così>> sussurro quasi incredula, guardandomi allo specchio.

Nate apre la zip del suo zaino e tira fuori un tubetto di crema.
<<Che cos'è?>>
<<La uso per i lividi post partita, vieni qui.>>
Mi fa appoggiare con il fondoschiena contro la sua moto e con un ginocchio mi divarica appena le gambe per avvicinarsi.
Preme un bel po' di crema sul dito e con dei movimenti circolari inizia a spalmarla delicatamente sulla spalla destra.
La mia pelle sotto le sue dita diventa incandescente.

<<Ti faccio male?>> Scuoto la testa e così passa all'altra spalla.
Una volta terminato, lascia scivolare le dita sul mio collo fino a scendere lungo la clavicola facendomi rabbrividire, mi sposta i capelli sulla spalla opposta e succhia lentamente la pelle appena sotto l'orecchio. Sono costretta ad appoggiare i palmi sul suo petto perché le gambe non ne vogliono sapere di sorreggermi.

<<Ti riaccompagno a casa.>> Si scosta da me, costringendomi a riaprire gli occhi.

<<Okay>> sussurro debolmente.

<<Cosa ti ha detto Ryan?>>
Ah giusto, avevo quasi dimenticato di quel maniaco.

<<Farneticava che non ci sarai sempre tu a proteggermi e poi...>> Nate stringe la mano in un pugno e con il piede inizia a colpire ripetutamente uno pneumatico.

Broken Glass - 1 - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora