Broken Glass - 1 -

79-Thomas

Dopo gli allenamenti, trovo mia sorella che mi aspetta seduta sul cofano della mia macchina. Ieri sera abbiamo litigato di brutto, non per la macchina, di quella non me ne frega niente, piuttosto ero preoccupato che le succedesse qualcosa oltre al fatto che sarebbe potuta finire in carcere, considerato che ha guidato senza patente.
<<Hai deciso di rubarla di nuovo?>> Lancio il borsone a terra appena sotto ai suoi piedi.

<<Facciamo pace?>> Salta giù e allarga le braccia per farsi abbracciare.

<<Dove hai dormito?>> Le domando facendo un passo indietro.

<<Da Liam>> dice quasi con un sussurro senza guardarmi in faccia, sapendo perfettamente come la penso.

<<Ma ti ha dato di volta il cervello?>> Alzo la voce attirando l'attenzione di un gruppo di ragazze che si girano a guardarci.

<<L'hai sempre giudicato male, è un bravo ragazzo.>> Difende quel cretino che le muore dietro da mesi.

<<Non ho detto che è un criminale, ma è un ragazzo e come tale ragiona con la testa nelle mutande, come tutti del resto. >>
Mi fa venire un cazzo di nervoso quando è così ingenua.

<<Non mi ha sfiorata con un dito e ho dormito sul divano da sola.>>
Sembra sincera, Dio ti ringrazio.

<<Torniamo a casa, entra in macchina.>> Le dico tirando fuori dalla tasca le chiavi per aprire la macchina.

<<Abbraccio, me l'hai promesso.>> Mi dice allargando le braccia e muovendo le dita per invogliarmi ad avvicinarmi a lei. È sempre stata smorfiosa sin da piccola e mi ha sempre fregato, ogni volta.

<<Ufff>> sbuffo alzando gli occhi al cielo e lei mi salta in braccio come da prassi.

<<Ti voglio bene, Thomas.>> Mi schiocca un bacio sulla guancia.
Sollevo la testa e intravedo Nate alle sue spalle che alza una mano per salutarmi, prima di chiudersi la visiera e sfrecciare via con la sua moto.

<<Stasera verrà anche Teresa?>> Mi domanda aprendo la portiera della mia macchina.

<<Certo, altrimenti col cazzo che venivo.>> Lancio il borsone sui sedili posteriori e metto in moto.

<<Sei innamorato di lei?>> Mi chiede pensierosa.
La guardo insospettito, non è una domanda alla Rebecca.
<<Che domande mi fai, Reb.>>

<<Ma perché fate tutti così fatica a dire cosa diavolo provate?>> Risponde indispettita, si toglie la maglietta e la lancia sui sedili posteriori insieme alla sua borsa.
E adesso perché sembra offesa?

<<Ti riferisci a Nate?>> Penso di aver centrato il punto.

<< No, che dici.>> Si mette subito sulla difensiva.
Certo, come no.

<<Io ti avevo avvertita>> la guardo di sottecchi, ma mi ignora guardando fuori dal finestrino con uno sguardo triste, quindi decido di lasciar perdere.

***

<<Amore, siamo stupendi.>> Esclama Teresa guardando il nostro riflesso allo specchio, mi avvolge le braccia intorno al collo e mi stampa un bacio sulle labbra.
<<Ti guarderanno tutti il culo vestita così.>> Sbotto indicando la tutina in pelle da Catwoman.
<<Sei il Batman più sexy che abbia mai visto.>> Sussurra sulle mie labbra sfiorandomi gli addominali coperti dalla tuta nera.
<<Se continui così, ti trascino a letto di nuovo.>> Le palpo il culo sodo che mi fa impazzire e la prendo in braccio.
<<Voglio andare alla festa, frena i bollori.>> Mi ammonisce battendo le mani sulle mie braccia, così la lascio andare.
<<Thomaaas, sono pronta.>> Rebecca urla da fuori alla porta per farsi sentire.
<<Entra, fatti vedereee>>  Le risponde Teresa urlando a sua volta.
<<Mi state facendo venire il mal di testa voi due.>> Sbuffo annoiato, non ho pazienza.
Rebecca spalanca la porta urlando: <<Tadaaa>>
<< Tadaa, un cazzo. Ma come ti sei vestita?>> La osservo accigliato da capo a piedi.
<<Sei troppo sexy, biondina.>> Teresa le prende la mano per farle fare una giravolta.

<<Anche tu stai da Dio,  amore mio>> le risponde Rebecca dandole un bacio sulla guancia.

<<Bene, ora che Catwoman si è alleata con Harley Quinn, direi che possiamo andare.>> Supero entrambe e mi avvio in corridoio, mentre loro sghignazzano alle mie spalle.

<< Sei proprio antipatico come Batman>> mi ammonisce Teresa e Rebecca scoppia a ridere.

Il parcheggio della nostra scuola è strapieno di macchine, non ho mai visto così tanta gente.
La palestra della nostra scuola è irriconoscibile, le luci soffuse creano un gioco di ombre spettacolare, in ogni angolo sono disseminati teschi, ragnatale e tombe.
Anche se mi costa ammetterlo, quelle due hanno fatto proprio un bel lavoro.
<<Ragazzi, raggiungo le mie amiche.>> Rebecca ci abbandona appena mettiamo piede in palestra.

<<Reb, tieni gli occhi aperti>> le urlo da lontano, mentre la guardo sparire tra la folla.
Le feste di Halloween sono l'ideale per le teste di cazzo.

<<Ciao, belli.>> Biascica Nate alle nostre spalle.
Lo guardo rapidamente da capo a piedi, è ridotto davvero male.

<<Nate, sei già ubriaco?>> Gli domando piegando la testa di lato per guardarlo.
Barcolla un bel po' il ragazzo.

<<Ti sei messo d'accordo con Rebecca per caso?>> Gli domanda Teresa piuttosto divertita, indicando il suo vestito da Joker.

<<Ma se non vuole vedermi neanche morto. Di che parli? >> Beve un altro sorso del liquido bluastro contenuto nel bicchiere di plastica trasparente che stringe in una mano.

<<Lei è vestita da...>>
Le sgancio una gomitata per farla stare zitta, non mi pare il caso far finire in tragedia questa serata.

Jason lo raggiunge e gli avvolge un braccio intorno al collo.
<<Nate, non credi di aver bevuto abbastanza?>>

<<Ma questa è una festa o un fottuto funerale?>> Biascica lui guardando il biondo, è proprio perso.
Io e Nate ne abbiamo fatte di serate alcoliche, ma non ricordo di averlo mai visto ridotto in questo stato.

<<Tenetelo lontano da mia sorella>> avverto Max e Jason che si guardano tra di loro prima di trascinarlo via.

<<Thomas, cosa c'è tra Nate e Rebecca?>> Teresa mi fa la domanda a cui nessuno ha risposta, neanche loro.
Soprattutto, loro.

<<Non lo so, ma qualcosa di sicuro c'è.>> Esclamo osservando Nate andare via.

<<Sembra distrutto per qualcosa>> riflette pensierosa Teresa, guardando Nate che sembra essere totalmente fuori di sé.

<<Sospetto che questo "qualcosa", abbia il nome e il cognome di mia sorella.>>
Eliminerei anche il "sospetto", perché ne sono più che certo.