58-Nate

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Dopo aver litigato con Rebecca, ho chiesto ai ragazzi di andarcene, non mi andava più di restare lì. 

Continuavo a pensare ai suoi occhi azzurri colmi di lacrime a causa mia.

Jason parcheggia la macchina fuori casa mia e si volta a guardarmi.
<<Nate, sembra che ti sia passato un treno addosso...>>

<<Farebbe meno male, credimi>> reclino la testa contro il seggiolino e socchiudo gli occhi.
Cazzo se fa male.
<<Chi erano quei due? Sei nei guai, Nate?>> Mi domanda abbassando il finestrino.
<<Mio fratello ha un debito con loro, mi sono offerto di partecipare a degli incontri clandestini di poker per ripagarlo e mi sono ritrovato nei casini per colpa sua.>>
Non gliele avevo mai parlato prima, non volevo coinvolgere nessuno in questa storia.
<<Cosa hai detto a Rebecca?>>
<<Che deve starmi lontano, cos'altro dovevo dirle?>>
Quanto mi ha fatto male il suo sguardo deluso.

<<Hai fatto una bella cazzata>> allunga una mano sui sedili posteriori, fruga nel suo giubbino di jeans e tira fuori una sigaretta.
<<Che vuoi dire?>>
<<Se quei due l'hanno puntata, è più al sicuro se sta con te, che senza di te.>> Avvicina l'accendino alla sigaretta e si volta verso il finestrino per accenderla.

<<Non mi incasinare la testa, Jas>> gli strappo la sigaretta da mano e me la porto alla bocca.
All'improvviso il cellulare di Jason inizia a squillare facendoci sobbalzare entrambi.
<<Summer?>> Jason guarda il nome che compare sul display.
Summer?

<<Perché non importuni il tuo ragazzo a quest'ora?>> Risponde sorridendo, ma quando sente la voce scossa di Summer cambia espressione.

<<Arriviamo>> Jason lancia la sigaretta dal finestrino, mette in moto e preme fino in fondo il piede sull'acceleratore.

<<Che cazzo succede?>>
Ho una brutta sensazione che mi prende alla bocca dello stomaco.
Quella maledetta sensazione si fa di nuovo spazio dentro di me.

<<Rebecca e Grace sono in ospedale, hanno avuto un incidente.>> Mi spiega senza staccare gli occhi dalla strada, tenendo entrambe le mani salde sul volante.
Mi sento come se mi avessero colpito dritto in faccia con una frusta, il cuore pompa con un ritmo più che irregolare e mi tremano le mani in una maniera incontrollabile.
Ho iniziato ad avere questo problema delle mani che tremano quando sono nervoso, da quella maledetta notte. Quando mio fratello mi chiamò dicendo di raggiungerlo in ospedale, perché nostro padre aveva avuto un brutto incidente.
E ora, mi sembra di rivivere lo stesso incubo.
<<Perché ha chiamato te?>>
Lui sospira e gira il mento verso di me.
<<Io e Grace ci stiamo frequentando, ma ci siamo ripromessi di non dirlo a nessuno, quindi non so perché Summer mi abbia chiamato.>>

Quando arriviamo in ospedale, corriamo verso Summer e Cassie che sono sedute nella sala d'aspetto insieme a Max.
Summer appena ci vede arrivare, corre ad abbracciare Jason e scoppia in lacrime.
<<Non so perché, ma Grace non faceva che ripetere il tuo nome quando l'hanno portava via dal luogo dell'incidente.>>
Gli dice tra le lacrime.

<<Qualcuno mi dice come cazzo sta Rebecca?>>
Summer cammina avanti e indietro sconvolta, portandosi nervosamente le mani tra i capelli castani.

<<Lei non voleva neanche venirci, l'ho convinta io. Stamattina era in pena per...>> Guarda me e si interrompe all'istante.
Per me, era in pena per un fottuto bastardo che non fa altro che allontanarla.

<<Nate, perché non ti siedi un attimo?>> Mi consiglia Max con l'aria di uno che sta per darti una notizia di merda.
<<Max, vuoi dirmi come sta?>>
Sto dando di matto.
<<Nate, non si è mai svegliata da quando l'hanno portata via.>> Max mi mette una mano sulla spalla e io mi sento crollare il mondo addosso.
Ho come la sensazione che qualcuno mi abbia messo due mani alla gola per non farmi respirare.
Mi accascio sulla sedia con le mani in faccia, vorrei piangere ma non ci riesco, non ci sono mai riuscito, questo è il mio problema. Non faccio altro che reprimere le mie emozioni che poi si trasformano in rabbia.
E finisco sempre per fare qualche cazzata.
Summer scrolla le foto che ha pubblicato Rebecca qualche ora prima di questo disastro e inizia a singhiozzare.
<<Non ci posso pensare, non è possibile>> Dice tra le lacrime con una mano davanti alla bocca scossa dai singhiozzi.
Le avevo viste quelle foto, le ho guardate dalla prima all'ultima, sono state il motivo per cui ho convinto Jason a raggiungerle in quel locale, nonostante avessimo deciso di non andarci più.
Ma quando l'ho vista, non sono riuscito a trattenermi, dovevo vederla.
<<Qualcuno ha avvertito i suoi genitori?>> Guardo Summer e Max che scuotono la testa.

<<Suo padre è in viaggio per lavoro e la mamma è fuori per uno dei suoi famosi weekend>> risponde Summer con una nota di disprezzo che non riesco ad ignorare.

<<Thomas?>>
<<Non ho avuto il coraggio di chiamarlo>> replica abbassando lo sguardo verso il pavimento.
<<Lo faccio io>> mi alzo ed esco fuori.
Chiamare qualcuno nel cuore della notte per dare una notizia di merda del genere, non è per niente piacevole.
Il cellulare di Thomas inizia a squillare e la mia ansia sale sempre di più.

<<Nate, che succede?>> Mi chiede allarmato con la voce impastata dal sonno.

<<Tua sorella è in ospedale, devi venire subito.>> Dico tutto d'un fiato chiudendo gli occhi mentre premo la nuca contro il muro.
<<Thomas, ci sei?>>

<<Sto arrivando>> risponde con un tono di voce che ricordo fin troppo bene.
Quando ti chiamano nel cuore della notte mentre sei ignaro di quello che sia successo, mille paure ti affollano la mente e non riesci a ragionare lucidamente.

Rientro dentro e tutti alzano la testa verso di me per guardarmi.
Cattivo segno.
<<Cosa hanno detto?>> Tutti si guardano in faccia e abbassano il capo, tranne Jason che si alza per raggiungermi.
<<Non so come dirtelo...>> Deglutisce a fatica.
<<Fallo, Jas>> mi trema la voce.
<<Rebecca è in coma>> mi dice Jason abbracciandomi forte, mentre io resto immobile.
Ti prego, non di nuovo.
Non portami via anche lei, non riuscirei a sopportarlo.
Se solo non l'avessi respinta,
se solo l'avessi abbracciata invece di lasciarla lì da sola a piangere per me, se solo...
<<Non è colpa tua, Nate>> mi dice all'orecchio Jason prima di allontanarsi.

Dopo una mezz'oretta, una sagoma alta con una felpa grigia corre verso di noi.
Thomas è qui.
E ora chi cazzo glielo dice?
<<Voglio vedere mia sorella.>> Esclama allarmato, guardandosi intorno.

<<Non puoi, Thomas>> gli dice Max guardando a terra.

<<Che cazzo vuol dire che non posso?>> Chiede a Max, poi guarda me.
<<Tua mamma non lavora qui? Fammi entrare, Nate.>>
È del tutto fuori di sé, ma come biasimarlo.

<<Thomas, tua sorella è in coma...>> Gli dice Summer tra le lacrime, coprendosi gli occhi con entrambi i palmi.

<<Ma come è successo?>> Thomas sbatte gli occhi come se non credesse alle sue orecchie.

<<Sappiamo solo che ha avuto un incidente mentre era in macchina con Grace, non conosciamo la dinamica.>> Gli spiega Max tra le lacrime.

<<In coma...>> Ripete scioccato sedendosi con la testa tra le mani e le lacrime agli occhi. Questa è la prima volta che vedo questo lato vulnerabile di Thomas.
Lui è uno di quelli che non si lasciano scalfire da niente, proprio come me, tranne quando si tratta delle persone a cui teniamo più della nostra stessa vita.
E Rebecca è una di queste, non solo per lui, ma anche per me.

<<Jason?>> L'infermiera chiama incerta il suo nome.
<<Sono io.>> Il biondo si alza, mi batte una mano sulla spalla e sparisce dentro insieme a lei.

Broken Glass - 1 - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora