11-Rebecca

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<<Due minuti>> sento una voce roca provenire dalla porta della mia camera.
Nate è appoggiato al muro con le braccia incrociate al petto e quella faccia spavalda che prenderei a schiaffi.

<<Sono pronta.>>
Mi incammino verso la porta lasciando cadere a terra la catenina che non sono riuscita a mettere da sola, Nate si china a raccoglierla e se la rigira tra le mani.
<<Girati, rompiscatole>> mi ordina.

<<Non fa niente>> non voglio che mi aiuti, mi sembra un gesto troppo intimo.

<<Ti muovi o no? Non ho tutta la serata da perdere>> sbuffa spazientito, avvicinandosi alle mie spalle.
Lo guardo attraverso lo specchio mentre mi sposta i capelli di lato, adagia delicatamente la collana intorno al mio collo e richiude il gancetto con due dita.
Il mio cuore manca di un battito, non so spiegarmi il motivo di questa strana sensazione che non ho mai provato prima.
<<Ecco fatto>> sussurra piano, mettendomi una ciocca dietro l'orecchio, senza staccare gli occhi dai miei che riflettono attraverso lo specchio.

<<Ehm... grazie. Ora andiamo o ti farò fare tardi.>>
Scappo letteralmente dalla mia camera, sto andando in iperventilazione, se ne accorge come sempre e mi mostra un sorrisetto compiaciuto.
Sei un maledetto bastardo, Anderson.

Scendo in fretta le scale di casa mia, con lui che continua a sghignazzare alle mie spalle, spalanco la porta e mi fermo davanti alla sua macchina in attesa che tiri fuori le chiavi per aprirla.
<<Non aspetterai che ti apra la porta vero?>> Sbotta sarcastico, rigirandosi le chiavi in mano.

<<Ti ho già detto che sei un cretino?>>
<<Certo, certo>> entra in macchina sventolando una mano in aria.
Scivolo sul sedile del passeggero e subito provo a cambiare stazione radio.
<<Giù le mani, piccola Scott>> mi ammonisce.

<<Se mi chiami ancora piccola Scott, ti ritroverai cinque dita su quel bel faccino.>> Mi mordo la lingua per averlo detto, appena vedo il sorrisetto indisponente che gli compare sul viso.
Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, si ferma al semaforo rosso e si volta a guardarmi.
<<Quindi prima dicevi che ho un bel faccino?>> Sorride e gli spuntano quelle due fossette che mi fanno impazzire.

<<È un modo di dire, non montarti la testa.>> Mi volto verso il finestrino mostrandomi indifferente.

<<Cosa dirai a Dan quando ci vedrà arrivare insieme? Non che siano cazzi miei, ma se fossi la mia ragazza mi darebbe fastidio vederti vestita così insieme ad un altro.>>  Il suo sguardo scivola sul mio vestito.

<<Qualcuno è un tipo geloso a quanto pare, mi dispiace per la tua ragazza.>> Sollevo le spalle verso l'alto, lui mi guarda e scuote la testa divertito, ancora una volta.

<<Ottimo modo per sapere se ho la ragazza, Scott.>>
Ma quanto cazzo è sveglio?

<<E poi cosa intendi per vestita così? >> Ci fermiamo all'ennesimo semaforo rosso di questa città, abbassa il finestrino e lascia correre il suo sguardo su tutto il mio corpo.

<<Se il tuo obiettivo era passare inosservata, credo proprio che tu abbia fallito.>> Solleva un angolo della bocca in un sorrisetto compiaciuto.

<<Sai cosa ti dico? Peggio per Dan, così la smette ti tirarmi buca>> sbuffo spazientita e incrocio le braccia al petto.

<<Calma tigre, devi prendertela con il tuo ragazzo non con me. Ora non parliamo di quel coglione, metti il navigatore, non sono mai stato da Angelica.>>

Broken Glass - 1 - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora