41-Nate

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L'immagine di Rebecca su quel letto, mi tormenterá per il resto dei miei giorni. Quando l'ho vista singhiozzare sotto di lui sono andato fuori di testa, avrei voluto solo ammazzare quel pezzo di merda.
La porta del bagno finalmente si spalanca ed esce avvolta in un asciugamano, io mi giro a guardare Liam che mi osserva confuso.
<<Che hai fatto, Reb?>> Le chiedo stupidamente facendo tre passi verso di lei.

<<Volevo lavare via... ho pensato che se mi fossi lavata, forse avrei...>> Scoppia a piangere di nuovo.
Mi avvicino e senza neanche pensarci provo ad abbracciarla, ma lei indietreggia con un'espressione terrorizzata negli occhi.
Il mio cuore, che fino ad ora credevo mi servisse solo per le normali funzioni vitali, è appena andato in frantumi.

<<Sono solo io... Reb.>> Le dico, ma lei si tiene a distanza.

<<No-n voglio essere toccata, scusa...>> Farfuglia tra le lacrime, facendo altri due passi indietro.
Sento la mano di Liam posarsi sulla mia spalla.
<<Scusami>> sussurro, mentre mi siedo sul letto sotto lo sguardo compassionevole di Liam.
Solo una volta nella mia vita ho avvertito una sensazione di impotenza così.
Dopo due anni, ancora mi divora dentro.

<<Sei sicura di non volere andare in ospedale?>> Le chiede di nuovo Liam con il tono di uno che cammina sulle uova cercando di non romperle.

<<Non ci è riuscito.>>
Sollevo la testa nella sua direzione tirando un sospiro di sollievo.
<<Almeno non del tutto>> aggiunge.
E io cerco di mandare giù un conato di vomito.
Lascio parlare Liam che ha il dono della calma, perché non sono lucido al momento.

<<Ti va di raccontarci tutto?>>
Rebecca annuisce sedendosi accanto a me, ma mi sposto per non sfiorarla.

<<Mi ha detto che se lui mi avesse... nessuno più mi avrebbe voluta...>>
Parla con un sussurro, quasi fatico a sentirla.
<<Poi?>> Le chiedo allarmato, e Liam mi ammonisce con lo sguardo.

<<Mi ha bloccata i polsi gettandomi sul letto e ha iniziato a...>> Si porta le mani sul viso.
<<... mi leccava all'interno della scollatura, all'inizio mi dimenavo per liberarmi, ma lui mi impediva di alzarmi e non sono riuscita più a muovermi>> parla tra un singhiozzo e l'altro.
Penso che stia per venirmi un infarto.
<<Si è abbassato i pantaloni e ha provato a...>>  Inizia a balbettare, facendomi stringere il cuore.
<<Ti ha... lui...>> Mi strofino una mano sulla faccia, non riesco a calmarmi.

<<Nate, se non ti dai una cazzo di calmata, ti mando fuori a calci!>> Mi ammonisce Liam alzando la voce.
Per una volta, decido di dargli ascolto.
<<Mi ha sfiorata appena, non è riuscito a...>>
<<... siete arrivati in tempo, mi avete salvato la vita, ragazzi.>>
Scoppia in un pianto disperato, vorrei tanto stringerla tra le mie braccia, invece resto immobile, non sapendo cosa fare.
<<So che vi sembrerà una stupidata, ma nessuno mai mi aveva toccata fino ad ora.>>
Si porta le gambe al petto, Liam si piega sulle ginocchia davanti a lei e le prende la mano.

<<Reb, niente di tutto questo è una stupidata. Quel bastardo ha provato ad abusare di te e se non fossimo arrivati ci sarebbe riuscito, devi denunciarlo.>>
Lei scuote la testa in segno dindiniego.
<<Non me la sento adesso.>>

<<Reb, se non vai adesso sarà troppo tardi>> insiste Liam e cerca il mio appoggio con lo sguardo.
Mi volto verso di lei, ma quando incrocio i suoi occhioni pieni di lacrime faccio davvero fatica a parlare.
<<Piccola, dobbiamo andare in ospedale. Devi lasciare traccia di questa serata, anche se grazie al cielo non è riuscito nell'intento. Ti accompagneremo noi, non ti lasciamo sola nemmeno per un minuto.>>

Broken Glass - 1 - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora