76-Nate

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Avverto di nuovo quella sensazione di oppressione nel petto che ho provato in quelle tre fottute settimane in cui era in coma.
<<Chiamo mia mamma>> non so se sia la cosa giusta da fare, ma al momento non sono lucido. Estraggo il cellulare dalla tasca del pantaloni della tuta e digito velocemente il suo numero, così velocemente che devi rifarlo quattro volte mi di comporlo correttamente.
<<Nate, cosa succede?>> Risponde al primo squillo.
<<Rebecca è svenuta, non sappiamo cosa fare>> con una mano tengo il telefono e con l’altra stringo la mano di Rebecca.
<<Prova a controllarle i battiti, mettile tre dita sul polso come ti ho insegnato, chiudi gli occhi e concentrati>> cerco di ritornare lucido e seguo le sue indicazioni.
<<Cosa ha fatto prima di svenire?>> Guardo Liam che resta in silenzio.
<<Allora?>> Lo sprono a parlare, Liam sembra leggermi nella mente, quando mi guarda alzando un sopracciglio.
<<Non è successo niente di ciò che pensi>> mi dice sottovoce e butto fuori l’aria che avevo incamerato.
<<Penso abbia avuto solo un calo di pressione, Rebecca è ancora debilitata, ne avrà ancora per un bel po’. Prendete qualcosa per farla riprendere, una bibita dolce o anche il classico zucchero.>>
<<Okay>> la saluto frettolosamente prima di chiudere la telefonata.
Liam infila una zolletta di zucchero sotto la lingua di Rebecca, ci guardiamo in faccia senza dire niente, entrambi chiaramente in ansia per la situazione.
Fortunatamente Rebecca inizia a muoversi.
<<Bella addormentata, ti sei svegliata>> le dico appena riapre gli occhi tra le mie braccia.
<<Nate, che ci fai qui?>> Mi osserva confusa sollevandosi sui gomiti.
<<Quando sei scappata via come una pazza, mi sono messo in macchina e ti ho cercata ovunque. Poi ho pensato a lui…>> Indico con il capo Liam che mi osserva in silenzio.
<<Ma cosa è successo?>> Ci chiede mentre la aiuto a rialzarsi.
<<Sei svenuta, probabilmente hai avuto un calo di pressione.>> Le spiega Liam osservandola preoccupato.
<<Mi avevano detto di non agitarmi troppo, oggi non è stata una delle mie giornate migliori…>> Dice pensierosa.
<<Scusa per stamattina…>> Mi sento una merda.
<<Cos' altro hai combinato?>> Si intromette Liam mentre raggiungiamo il salone per far sdraiare Rebecca sul divano.
<<Abbiamo litigato>> rispondo guardando Rebecca negli occhi.
<<E io l’ho preso a schiaffi>> aggiunge la bionda sollevando le spalle e Liam scoppia a ridere.
<<Era ora che qualcuno lo facesse>> con una mano scompiglia i capelli di Rebecca e si siede sul bracciolo alla sua sinistra, mentre alla sua destra ci sono io.
Sembriamo l’esatta incarnazione del diavolo e l’acqua santa, vai a capire chi dei due è l’uno e chi l’altro.
<<Non dovevi  scusa>> mi guarda di sottecchi.
<<Adesso mangiamo?>> Liam si solleva in piedi con le mani sullo stomaco che borbotta.
<<Ceni qui?>> Domando a Rebecca che annuisce con il capo.
<<In realtà dovrebbe fermarsi anche a dormire>> si intromette Liam facendomi saltare tutti i nervi.
<<Tu cosa?>> Inchiodo con lo sguardo Rebecca, mentre lei evita in ogni modo di guardarmi negli occhi.
<<Non ci voglio tornare a casa, fino a quando mia mamma non riparte>> replica intestardita.
Mi strofino nervosamente una mano tra i capelli e mi alzo in piedi.
<<Thomas rivuole la macchina, deve andare al campus stasera>> mi invento la prima cosa mi viene in mente.
<<E non puoi accompagnarlo tu qui a riprendere la macchina?>>
<<Ti sembro un cazzo di taxi?>> Liam mi osserva con le braccia incrociate al petto e si rivolge a Rebecca pur continuando a guardare me.
<<Rebecca, puoi lasciarci un attimo da soli?>>
<<Sì, certo>> ci osserva incerta prima di sparire in bagno.
<<Stai dando di matto, non è così?>>
Il bastardo ha capito tutto.
<<Paura che infranga i tuoi progetti per stasera?>> Bisbiglio per evitare che Rebecca mi senta.
<<La accompagno io a riportare la macchina a casa, poi ritorna qui con me, come ha deciso lei.>>
<<Qui non ci dorme neanche per il cazzo.>>
<<Scommettiamo?>>
Rebecca esce dal bagno e torna a controllarci.
<<Ragazzi, va tutto bene?>>
Siamo uno dinanzi all’altro, nessuno dei due prevale sull’altro, essendo della stessa stazza. Siamo entrambi alti un metro e novanta, avendo seguito gli stessi allenamenti da sempre, anche come corporatura siamo piuttosto simili.
<<Se vuoi riportare la macchina a tuo fratello e poi ritornare qui, ti accompagno io>> le dice Liam continuando a fissarmi.
Rispondi no…
<<Okay, grazie.>>
Fanculo Reb.

Broken Glass - 1 - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora