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Il rientro a scuola, il lunedì successivo, fu più difficile del solito.

"Come va il naso?"

Balzai indietro per lo spavento. "Devi smetterla di comparire di soppiatto! Mi farai venire un colpo prima o poi!" esclamai portandomi una mano sul petto, all'altezza del cuore.

Tyler scosse la testa. "Non sono io che compaio di soppiatto, sei tu che hai la testa sempre fra le nuvole."

Gli lanciai un'occhiataccia.

Il suo sguardo scivolò sul mio viso, precisamente sul mio naso, assicurandosi in prima persona che fosse realmente integro. Poteva andarmi peggio: la ferita si stava già rimarginando; era rimasto solo un livido attorno e un lieve dolore se lo si sfiorava.

Il mio cuore cominciò stupidamente a battere più veloce.

"Il bene va naso." Dissi, incespicando sulle mie stesse parole.

"Eh?" fece confuso.

"Il naso! Va bene!" mi corressi.

Tyler abbassò il viso. Rimasi sconvolta quando realizzai che stava trattenendo un sorrisetto. Incredibilmente rise, per quanto stesse ridendo a causa di una mia gaffe, per cui molto probabilmente mi sarei sentita in imbarazzo più tardi.

Qualche studente si voltò nella nostra direzione, Rachel compresa. Adam e Wesley, che erano sulla soglia della classe, ci guardarono sbigottiti.

Per quanto mi riguardava era un evento vederlo ridere. Ero abituata alla sua serietà, a quella espressione imbronciata perenne, come se ce l'avesse con il mondo intero.

"Che succede qua?" domandò Adam, incuriosito.

"Questa ragazzina è così sciocca." Commentò.

Lo guardai di traverso.

"Tieni." Fece poi, posando una scatolina di cartone sul mio banco. L'afferrai perplessa, chiedendomi di cosa si trattasse. Sbattei le palpebre. Erano dei cerotti, delle principesse.

Andò a sedersi al suo posto, tornando ad assumere quella sua espressione dura.

"Pensi di aggiustare così la situazione?" si intromise Ryan. "Con dei stupidi cerotti?"

Spalancai gli occhi quando vidi in che condizioni era la sua faccia. Il pugno che aveva ricevuto quel venerdì gli aveva lasciato un terribile ematoma.

"Stai parlando con me?" fece Tyler, inarcando un sopracciglio.

"Con chi altro?!" si alterò Ryan. "Non fare il finto tonto!"

"Volevo assicurarmene prima di darti un'altra lezione." Si alzò lentamente dalla sedia. Ryan arretrò di qualche passo andando a sbattere sui banchi dietro di sé.

Adam e Wesley scoppiarono a ridere.

"Stai scappando? Davvero? Dov'è finita l'arroganza di poco fa?" lo schernì Tyler.

Ryan si tenne in equilibrio sul banco accanto, guardandolo di traverso, profondamente infastidito.

"Pensi di farmi paura con quello sguardo? Sembri un cucciolo ferito. Sei ridicolo."

Ryan alzò un dito. "Non ti avvicinare!"

"Altrimenti?"

"Andrò dal preside."

"Non c'è bisogno che mi avvicini, te la stai già facendo sotto così."

Ryan fremette dalla rabbia.

"Voi siete..."

"Cosa?" Adam lo incitò a finire la frase.

"Dei delinquenti." Sbottò.

Loro risero ancora.

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