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Il suono del clacson annunciò che Adam era arrivato fuori casa.

Salutai di fretta la mamma, che ancora faceva colazione, e corsi via. La sua auto era in sosta davanti al mio cancello, aspettandomi. Aveva detto che non era un problema per lui darmi un passaggio a scuola la mattina, per cui avevo accettato.

"Non ho ancora capito perché dobbiamo portarla noi. Non può prendere il bus come tutti?" protestò Tyler, non appena entrai in macchina.

"Se ti do tanto fastidio perché non te ne vai con la tua auto a scuola?" ribattei, sistemandomi nei sedili posteriori. Lui era seduto accanto a Adam.

"Perché la mia auto è dal meccanico oggi."

"Buongiorno!" sbottò Adam con sarcasmo.

Per fortuna il viaggio fu breve. Tyler si precipitò fuori dalla macchina non appena arrivammo a scuola.

Lo seguii. "Perché non sei venuto ieri a lezione?"

Si voltò, guardandomi di traverso. "Che te ne importa? Non sono affari tuoi."

Sospirai. "Avevi detto che ci saremmo messi d'accordo a scuola, per le ripetizioni... ma non sei venuto poi." gli ricordai.

Lui avanzò verso di me. "Ultimamente stai diventando piuttosto impicciona. Prima ti becco fuori da casa mia a spiarmi, poi mi chiedi di mia madre, ieri mi hai interrotto... in bagno, e ora mi domandi perché non sono venuto a lezione la scorsa mattina."

"Non ti stavo spiando, santo cielo!" sbottai. "E non è colpa mia se non riesci a tenertelo nelle mutande, dovevo fare pipì! Stai tranquillo che se avessi saputo a cosa andavo in contro avrei evitato di aprire quella porta!"

"È la tua amica che non riesce a resistermi. Mi prega letteralmente di seguirla in bagno. Cosa dovrei fare? rifiutare?"

"Non è più mia amica." precisai. "E non mi interessa cosa fate. La prossima volta se non vuoi che qualcuno ti interrompa scegli un posto più appartato."

"Tasto dolente?" commentò, davanti al mio nervosismo. "Non sei tanto brava a far credere che non te ne importi niente."

"Possiamo tornare alla questione principale?"

"Va bene principessina, non ti agitare." borbottò. "Oggi, dopo gli allenamenti, ti va bene?"

"Perfetto."

Me ne andai sbattendo i piedi, comunicandogli in quel modo l'irritazione che stavo provando.

"Non lascerò che mi rovini l'umore già dalla mattina presto." dissi tra me e me, attraversando il corridoio.

"Chi ti ha fatta arrabbiare?" domandò Wesley, strappandomi dai miei pensieri. Mi guardò con occhi divertiti. "Camminavi come se volessi distruggere il pavimento sotto ai tuoi piedi."

Rilassai le spalle. "Non voglio più pensarci."

"Bene, non pensiamoci allora. Andiamo in classe?"

Annuii e mi affiancai a lui.

"Ci andrai al ballo d'inverno quest'anno?"

Avevo completamente rimosso che tra non molto si sarebbe tenuto il ballo d'inverno, prima delle vacanze natalizie.

"Non ci ho mai partecipato a dire il vero..." ammisi.

"Come mai? Non stavi con Ryan...?" domandò. "Non che qualcuno non possa andarci con le amiche o da solo." precisò.

"Io e Ryan non facevamo quel tipo di cose..."

"Ma a te piacerebbe." affermò. "È un bene alla fine che sia successo quel che è successo Ley, se è servito a farti rinascere. Stando con lui ti stavi precludendo tante belle cose, te stessa in primis."

Dal primo istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora