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"Abbi un po' di pazienza, Ley!" esclamò Wesley. Mi teneva per mano e mi trascinava con sé in qualche luogo a me sconosciuto. Mi aveva bendata, dicendo che non potevo assolutamente sbirciare e io stavo morendo di curiosità. Probabilmente era la quindicesima volta che gli chiedevo se fossimo arrivati.

"Stai attenta, c'è un gradino." mi avvisò.

Ovunque fossimo c'era un estremo silenzio. Nessun profumo che potesse ricordarmi un posto in particolare.

Poi sentii le sue dita scivolare tra i miei capelli e slegarmi finalmente la benda. Ebbi giusto il tempo di realizzare che ci trovavamo in una casa apparentemente deserta in cui non ero mai stata quando delle persone saltarono fuori da dietro ad un muro che divideva la cucina dal soggiorno. "Sorpresa!" urlarono.

Spalancai gli occhi per lo stupore.

"Di nuovo buon compleanno, Ley." sussurrò Wesley. Si chinò e mi baciò sulle labbra. Rimasi immobile, ancora sconvolta. I ragazzi vennero in gruppo a farmi gli auguri, riempiendomi di abbracci e feste.

"Mi vuoi spiegare tutto questo mistero?" dall'altra parte della porta Tyler si stava lamentando.

"Eccoli!" sussurrò Brianne.

"Mi stai facendo venire voglia di darti una testata." borbottò Adam.

La maniglia si abbassò. Tyler fu il primo a comparire sulla soglia della porta. In volto un'espressione infastidita.

"Sorpresa!" strillarono, di nuovo. Sembrava che ci avessero preso parecchio gusto.

Tyler rimase sbigottito. I suoi occhi grigi si allargarono. Non era facile lasciarlo senza parole. Infatti, Adam lo guardò compiaciuto.

"Buon compleanno fratello." gli disse, baciandolo su una guancia.

In alto, appesi al soffitto, tanti palloncini a forma di lettera componevano i nostri nomi. C'erano festoni ovunque, per quella casa. Un tavolo, addossato ad una parete, colmo di stuzzichini e bibite di qualsiasi tipo.

"Ecco cosa stavate tramando." commentò Tyler.

"Pensavi ci fossimo dimenticati, eh?" Adam gli diede un pizzicotto su un fianco.

Tyler scrollò le spalle.

"Secondo te non avremmo festeggiato il tuo compleanno?!" fece Brianne, offesa. "Beverley ha compiuto diciassette anni il sei quindi abbiamo pensato di fare una mega festa a metà, tra il suo e il tuo. Non è fantastico?!"

"Non vedevo proprio l'ora di condividere anche il compleanno con la principessina." blaterò, palesemente sarcastico.

"Ti ho sentito!"

"Ah si? E pensare che credevo che fossi sorda." ribatté.

"Musica!" urlò James. Schiacciò un tasto del telefono, collegato alle casse, e diede ufficialmente inizio alla nostra festa, scatenandosi.

"Ma che mosse sono quelle?" rose Adam, osservandolo mentre si agitava in modo bizzarro al centro della sala.

La casa cominciò da presto a trafficassi di ragazzi: compagni di classe, cheerleaders e alcuni giocatori della squadra di football.

Wesley mi prese per mano. "Vieni, voglio darti una cosa."

Mi lasciai guidare via dal soggiorno, in una delle stanze presenti. C'erano pochi mobili al suo interno: un armadio, due comodini e un letto. Sul comodino di destra c'era posato un pacchetto regalo che Wesley recuperò. Era incartato con cura, con un grande fiocco rosa al centro.

Dal primo istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora