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leggete lo spazio autrice, troverete delle cosine🫶🏻 buona lettura🫶🏻

Quel giorno ci sarebbe stata la festa di compleanno di Charlotte. E non ci stavo pensando perché me l'ero ricordata, bensì perché non faceva altro che ripeterlo e vantarsi di quanto, insieme a Tyler, avessero fatto un lavoro favoloso.

Zack mi si sedette accanto. "Cosa farai stasera?"

Scrollai le spalle. "Penso che studierò qualcosa... o leggerò. Non lo so ancora con certezza, come mai me lo stai chiedendo?"

"Non vai alla festa?"

Lo guardai con le sopracciglia inarcate. "Non credo di essere la benvenuta e non penso che mi divertirei comunque."

"Siamo in due." Disse. "Mi è venuta in mente un'idea geniale."

"Ho come l'impressione che la tua idea geniale non mi piacerà neanche un po'."

Zack rise. Da quel giorno, da quando avevamo parlato nel bagno di Adam, a Capodanno, il nostro rapporto era andato a migliorare ogni giorno di più. Ormai avevamo confidenza e stavo imparando a conoscerlo. Era quel tipo di persona che assorbiva ogni cosa, in silenzio e che di colpo, esplodeva. In alcuni casi in senso negativo, altre volte in senso positivo. Non si sapeva mai cosa stesse covando, come in quel momento.

"Andiamoci lo stesso." Propose.

"Questa idea è pessima, Zack."

"No, invece. Pensaci: proprio perché non saremo i benvenuti sarà divertente. Ho intenzione di rovinargliela, quella stupida festa. E tu lo farai con me, ho già deciso."

Aprii la bocca per ribattere.

"... ci divertiremo tantissimo! A differenza di voi due, comari da paese." Disse Charlotte, rivolgendosi proprio a me e Zack.

"Ci sto." Sibilai.

"Oh, non preoccuparti per noi. Ci siamo organizzati una seratina perfetta." Ribatté Zack, con un sorrisetto malizioso che non prometteva niente di buono.

Scossi la testa, nascondendo un sorriso.

Quando rialzai la testa, sorpresi Tyler ad osservarmi. Il mio sorriso morì all'istante. Realizzare che a lui non importava che il nostro rapporto, sempre che per lui esistesse, stesse andando alla deriva era un altro tipo di dolore.

"Cosa era quello sguardo?" chiese Zack, piegando la testa.

"Quale sguardo?" mi finsi confusa.

"Vi ho visti."

Mi appoggiai con la fronte sul palmo della mano. "Niente. È proprio questo il punto. Non era niente."

"Puoi prendere due piccioni con una fava, puoi rovinare la serata sia a lei che a lui." mi consigliò.

"Non dovresti cospirare contro i tuoi amici."

"A volte se lo merita."

"E in che modo dovrei rovinargli la serata? Sai meglio quanto possa essere imperscrutabile."

"Potresti farlo ingelosire." propose.

"Zack, per far ingelosire una persona serve che gli importi un minimo di te e di quello che fai." gli feci notare, con un tono ovvio.

"Pensi sul serio che non gli importi di te?"

"Non ho nessun motivo per credere il contrario." mormorai.

"Lo sai che, quando ti sei sentita male, nel parcheggio, è stato il primo a precipitarsi su di te ed evitare che ti facessi male. Ed è stato lui, di sua spontanea volontà, a scegliere di rimanere con te, finché non ti saresti svegliata."

Dal primo istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora