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avviso: questo capitolo contiene scene che potrebbero urtare la vostra sensibilità o destabilizzarvi.
saltate il capitolo se non ve la sente, leggete sempre in modo consapevole🫶🏻
vi voglio bene

canzoni per il capitolo:

Brother - Kodaline

Jayden's pov

"Bro?" urlai, dal soggiorno. "Sono tornato!" lo avvisai. "Ho fatto la spesa! Se hai fame c'è anche la pizza con il salame che mi rubi ogni santa volta!"

Non ricevetti nessuna risposta, tuttavia. In casa regnava il silenzio. Mi parve piuttosto strano considerando che quando si trattava di cibo Tyler appariva, perennemente affamato.

Lasciai la busta contenente la spesa sul tavolo della cucina e salii le scale, dirigendomi al piano di sopra. Aprii la porta della sua stanza senza disturbarmi di bussare, credendo non fosse neanche al suo interno. La finestra del balcone era aperta. Rimasi sconcertato quando lo vidi seduto su di esso, con i piedi che penzolavano nel vuoto.

"Tyler?" lo chiamai. "Ho comprato la pizza."

"Non ho fame." disse, con tono piatto e distante. Non pensavo gli avrei mai sentito dire quella frase.

"Cosa stai facendo?" domandai.

"Fumo." rispose, mostrandomi la sigaretta che teneva tra le dita della mano sinistra.

"Lì sopra?"

Scrollò le spalle. "È comodo. Stai tranquillo, non sto pensando di buttarmi."

Sbigottito, mi avvicinai lentamente a lui. "È successo qualcosa?" chiesi, appoggiandomi con i gomiti al muro, accanto a lui.

"Intendi oltre tutto il resto? Niente di nuovo."

"Uh beh... suppongo che tutto il resto basti." mormorai.

"Tu sai cosa ha fatto Charlotte?" si voltò a guardarmi.

"Ho sentito qualcosa... ho capito che l'ha aggredita lo scorso Halloween e al suo compleanno... ma nient'altro."

"Le mandava delle lettere. E in queste lettere c'erano dei messaggi metaforici che non eravamo mai riusciti a capire. Giravano comunque attorno ad un giocattolo con cui stava giocando che non le apparteneva." mi spiegò. "Quel giocattolo ero io."

Sospirai profondamente.

"Un fottuto giocattolo, è questo a cui mi sono ridotto." ripetè, realizzandolo ad alta voce. "Lo so cosa stai pensando: che me l'avevi detto."

"Ma non stiamo parlando di me, Ty. È vero, sono sempre stato in grado di vedere la realtà per quella che è ma eri tu a viverla, quella realtà, e capirlo e accettarlo non è così semplice quando si è immersi."

Si mordicchiò l'interno della guancia, tenendo lo sguardo fisso davanti a se.

"Io credo che il motivo per cui tu non sia stato in grado di accorgerti completamente di quante cose sbagliate ci fossero in quel vostro rapporto tossico sia legato al fatto che non ti stabilisci un valore. Dal momento in cui non credi di meritare di meglio attrarrai sempre persone che navigheranno in questa tua debolezza. Tu non hai mai avuto pretese e Charlotte ne ha approfittato, perché parliamoci chiaro, era una comodità per lei."

Fece ricadere la testa indietro, alzando lo sguardo sul cielo buio.

"Mi dispiace se a volte sono stato duro con te, se ti ho fatto ramanzine che non mi hai mai chiesto come se fossi io tuo padre..." gli dissi. "Io sono solo tuo fratello e non sono qua per giudicarti... credo che nel peggio io abbia avuto comunque io meglio, rispetto a te."

Dal primo istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora