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Odiavo matematica.

Odiavo ancora di più Tyler Smith. Quel ragazzo terribilmente insopportabile che picchiettava la sua penna contro al banco senza sosta, da quando la lezione era cominciata, seduto due posti più indietro di me.

Quando mi voltai, esausta, lo trafissi con lo sguardo. "Puoi smetterla?!" sbottai.

Lui sollevò l'angolo della bocca in un sorrisetto irritante. Non smise affatto, anzi, continuò con più frenesia. Sostenne il mio sguardo, scrutandomi, come se si aspettasse che esplodessi da un momento all'altro.

"Capisco che a te non importi della scuola, però a me sì. Perciò ti sarei grata se la smettessi di fare rumore con quella penna e mi lasciassi seguire la lezione!" dissi tentando di mantenere un tono di voce calmo.

In risposta, Tyler sghignazzò.

Feci cadere le braccia lungo i fianchi.

"Ti piacerebbe che fosse così, eh principessina?" fece. "Puoi convincerti quanto vuoi che io non sia il migliore della classe, se non della scuola, ma sappiamo entrambi che è così. Anche in matematica, a differenza tua che non sai fare neanche una semplice equazione. Non piangere troppo quando sarò io ad entrare a Yale, anziché tu."

Strinsi in pugni così forte che le unghie mi si conficcarono nella pelle, facendomi male.

"Bev." Ryan, il mio ragazzo, apparì al mio fianco. "Andiamo, lascia perdere." disse. Mi circondò il braccio con una mano, dissuadendomi da quella discussione.

"Ecco, è arrivato il tuo cavaliere. Dagli ascolto." continuò Tyler.

Ryan mi trascinò fuori dalla classe prima che la situazione degenerasse.

"Lo odio!" sbottai.

"Lo so. Lo dici ogni giorno." esclamò sbuffando.

"Hai sentito quello che mi ha detto?!"

"Si, l'ho sentito. Lo fa per provocarti Bev, perché sa che tu perderai le staffe, come sempre." borbottò.

Incrociai le braccia e misi su un broncio patetico mentre ci dirigevamo in mensa.

La mia migliore amica, Rachel, ci raggiunse.  "Cosa è successo?" domandò appoggiando il suo vassoio davanti a me.

"Ha litigato con Smith." le disse Ryan infilzando con forza la carne nel suo piatto. Era così dura che la forchetta rimase impalata.

"Con Tyler?"

"Con chi altro?!"

"Di nuovo? Questa volta per quale motivo?" chiese con toni esasperato.

"Non riuscivo a concentrarmi sulla lezione per colpa sua! Non smetteva di sbattere quella stupida penna sul banco! E quando gli ho chiesto di smetterla sai che ha fatto? Si è messo a sghignazzarmi in faccia come un bambino!" le raccontai, ancora arrabbiata. "E come se non bastasse ha iniziato a rinfacciarmi di quanto lui sia più bravo in matematica e che entrerà a Yale, al posto mio! Lui non è mai voluto andare a Yale, l'ha detto solo per dispetto!"

Rachel scosse la testa. "Siete irrecuperabili."

"È così fastidioso e presuntuoso! Non riesco proprio a capire perché pendano tutti dalle sue labbra! Professori compresi, anzi soprattutto loro! Che cos'ha di tanto speciale?"

"A me vengono in mente tanti motivi." disse lei. "È incredibilmente attraente, tanto per cominciare." cominciò ad elencare, alzando un dito della mano sinistra.

"Beh, non è certo l'unico qua in giro e nel mondo ad esserlo." obiettai.

"Hai visto come si girano tutti quando entra in una stanza? O come chiunque lo guarda?"

Dal primo istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora