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Sconosciuti.

Ciò che eravamo diventati.

Da quel giorno non ci rivolgemmo più parola. In classe ci sedevamo distanti, facevamo in modo di non trovarci mai nello stesso posto insieme e quando accadeva, qualcuno di noi cambiava strada; in mensa mangiavo da sola.

Quella mattina arrivai in ritardo a scuola. Bussai alla porta, già chiusa. Dall'altra parte, la professoressa di letteratura inglese, interruppe la lettura del brano.

"Avanti!"

Aprii la porta. Tutta gli sguardi si spostarono su di me. La professoressa abbassò gli occhiali da vista sul naso, scrutandomi. "Siete in ritardo, la lezione è iniziata da un quarto d'ora." disse con quel suo solito tono severo, indicando il suo orologio da polso.

Mi voltai perplessa.

Alle mie spalle, appoggiato sullo stipite della porta, con aria svogliata, c'era Tyler Smith. La camicia bianca era aperta di due bottoni, la cravatta nera allentata. I capelli, come il suo abbigliamento, erano tutti disordinati.

Inarcò le sopracciglia.

Realizzai presto che idea dovevamo aver dato. Chiusi gli occhi imprecando sottovoce.

"Da quando le principessine dicono le parolacce?" commentò.

Gli sferrai una gomitata sullo stomaco. Un gemito di dolore lasciò la sua bocca.

"Mi perdoni professoressa, c'era traffico. Ho fatto il possibile per essere qua in tempo e non perdermi la sua preziosa lezione." Mentii, sbattendo le lunghe ciglia scure, tentando di persuaderla.

"Andate ai vostri posti e seguite!"

Annuii. Tyler chiuse la porta dietro di noi. Mentre ci accingevamo a raggiungere i banchi liberi rimasti non mi passarono inosservate le occhiate che ci rivolsero Rachel e Ryan.

Aprii il libro, sfogliandolo fino alla pagina assegnata.

Rachel si agitò sulla sedia per tutta la durata della lezione. Di tanto in tanto controllava il suo telefono, rimanendo delusa quando non trovava alcuna notifica sullo schermo.

"Che c'è Rach? Si è già dimenticato di te?" le chiesi, sporgendomi verso di lei.

"Che diavolo te ne frega?" sbottò.

"Dalla tua reazione direi che ho indovinato." Risi.

Rachel si alzò, la sedia stridette sul pavimento. "Siccome ti sei tagliata i capelli pensi di fare la prepotente?"

"Cosa pensavi? Che da qualche moina in bagno sarebbe diventato qualcosa di esclusivo? Alla fine, hai perso sia lui che quella che era una tua amica, cosa ti è rimasto? Un mucchio di niente. Forse non è stato così conveniente, avresti dovuto giocare meglio le tue carte."

Rachel si avventò su di me, afferrandomi per i capelli. "Chiudi quella bocca!" sibilò.

La furia crebbe dentro di me, espandendosi dal petto in tutto il mio corpo. Le misi i palmi sulle spalle e la spinsi via con forza. Lei barcollò indietro, cadendo per terra. "Non osare toccarmi mai più." Dissi, spostandomi i capelli dietro alla schiena.

Rachel si sollevò sui gomiti. Mi guardò dal basso, in volto un'espressione sconcertata.

Mi inchinai su di lei. "Hai conosciuto la parte migliore di me, Rach, non ti rimane che scoprire anche la parte peggiore."

"Cosa sta succedendo qua?!" intervenne la professoressa, sbigottita. Gli occhi, dietro agli occhiali, spalancati. "Sanchez, che le è preso oggi?!" mi disse. "Vada immediatamente dal preside!"

Dal primo istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora