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"Posso?" Wesley indicò lo spazio vuoto sulla panchina su cui ero seduta.

Annuii, spostandomi quel che bastava affinché potesse starci comodamente anche lui.

"Hai il sorriso più bello che abbia mai visto. Non voglio essere uno di quelli che te lo spegne. Vorrei piuttosto esserne la causa." Mormorò. "So di essere troppo protettivo a volte, talvolta da diventare pesante. Vorrei soltanto il meglio per te..."

Tenni lo sguardo fisso davanti a me, sul cielo grigio di novembre. "Devi lasciare che sia io a capire cosa è meglio per me, Wesley."

"Lo so, ora l'ho capito... davvero. Sono consapevole del fatto che tu non sia più quella ragazza che avevo notato anni fa... che si nascondeva dietro ai libri. Ma voglio che tu sappia che ti accetterò sempre, qualsiasi cosa accada. Starò sempre al tuo fianco, a tenerti la mano."

Un lieve sorriso mi piegò le labbra.

Mi allungai su di lui, abbracciandolo. Wesley seppellì il viso tra i miei capelli, stringendomi forte a se.

Mi baciò, impaziente di avere maggior contatto con me e il mio corpo. le sue mani mi accarezzarono il viso, poi scesero sui miei fianchi, su cui si aggrappò. Mi trascinò più vicina; una mia gamba finì sulla sua. Giocherellò con il bordo della mia gonna. Poi, ad un tratto, si scostò. Tenne la fronte appoggiata alla mia, riacquisendo il fiato. Le sue sopracciglia si incurvarono quando toccò la pellicola protettiva sul mio tatuaggio.

Scostò la gonna quel minimo che bastava per vedere di cosa si trattasse. Il suo sguardo mutò: da perplesso, diventò improvvisamente consapevole. Contrasse la mascella.

Senza dire una parola si alzò dalla panchina.

"Wesley!" esclamai. "Dove vai?!"

Balzai in piedi, affrettandomi a seguirlo. Marciò per il corridoio con uno sguardo infuriato. Non si fermò, nonostante avessi provato a trattenerlo. Varcò la soglia della classe dirigendosi nei banchi delle ultime file.

"L'hai portata a farsi fare un tatuaggio?!" inveì contro di Tyler. Sbatté i palmi sul suo banco.

I nostri amici si voltarono sconvolti.

"Non mi ha obbligata a seguirlo! Gliel'ho chiesto io!" dissi.

"Perché!? Avresti potuto chiederlo a me! Tua madre lo sa almeno? Cosa ne pensa?!"

"Per questo!" lo indicai. "Non sono andata a rubare, è solo un tatuaggio!"

"Ero in pensiero per te! Mi sono chiesto tutto il giorno come stessi... e pensavo alle cose che ti avrei detto affinché potessimo risolvere e tu? Tu eri con lui, a spassartela?!"

"È questo il problema, eh? Che fosse con me. L'avrei potuta accompagnare pure al cimitero, in ospedale, ovunque, che te la saresti presa comunque." fece Tyler.

"Sarei stupido se mi facessi fregare una seconda volta." ribatté Wesley.

"Che intendi?" domandai.

"Perché non glielo racconti, Tyler?"

Tyler abbassò il mento, fulminandolo con lo sguardo. Dell'argento, nei suoi occhi, non c'era più traccia. Nelle sue iridi regnava l'oscurità.

"Mi piaceva questa ragazza tempo fa e Tyler lo sapeva benissimo, lo sapevano tutti. Eravamo persino usciti, parecchie volte. Si può dire che ci frequentassimo a tutti gli effetti. Poi Tyler ha cominciato a ronzarle attorno, riuscendo presto nel suo intento di portarmela via. Tanto io sono sempre quello buono, quello che deve accettare che al cuore non si comanda e che tutto accada per un ragione nella vita, e altre stronzate simili, no?!"

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