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Non avrei mai creduto che un giorno la voce di Tyler sarebbe stata un sollievo da sentire. Spostai i palmi da davanti ai miei occhi lentamente, scoprendo la sua figura.

Si sfilò la maschera, rivelando il suo viso che riuscii a stento a mettere a fuoco sia a causa delle lacrime che mi offuscavano la vista, sia per la botta in testa che avevo preso.

Si inchinò, rimanendo in equilibrio sulle gambe.

"È sangue vero quello che hai sulla fronte?"

"C'erano... c'erano delle persone con delle maschere da pagliaccio." tossii. Una fitta lancinante su un fianco mi spezzò il respiro, facendomi gemere. "Dicevano che ho fatto arrabbiare tante persone." aggiunsi con voce graffiata.

"Li ho visti uscire, avevano chiuso la porta a chiave... credevo fossero dei ragazzini qualunque che si volevano divertire con qualche scherzo idiota."

"Non ho fatto niente, te lo giuro." dissi con un tono carico di disperazione.

"Ti hanno detto qualcos'altro?"

Mi sforzai di ricordare ma avevo i pensieri molto confusi in quel momento. "Qualcosa come... rubare i giocattoli di altri."

Tentai di sollevarmi ma un'altra fitta lancinante mi costrinse a stendermi per terra. Cominciai a vedere la stanza girare, attorno a me.

Tyler imprecò. "Non chiudere gli occhi, principessina."

"Mi fa male... ovunque." farfugliai.

"Riesci ad alzarti?" domandò.

Mi feci leva sulle braccia, alzandomi in ginocchio. Un verso strozzato uscì dalla mia bocca. Ero un disastro: l'abito era tutto sgualcito e sporco di sangue che non sapevo più se fosse finto o appartenesse a me.

Lui mi resse per le braccia, aiutandomi a mettermi in piedi. I capelli mi scivolarono attorno al viso. Mi fece appoggiare al bordo dei lavandini.

"Dove ti hanno colpita?"

"Qua." mi sfiorai le costole. Strinsi i denti, soffocando un grido. Piegai la testa indietro, recuperando un flebile respiro.

"Quale vigliacco farebbe una cosa del genere? Hai l'aria di una che si spezzerebbe solo a guardarti." commentò.

"Era una ragazza."

"Cosa?!"

Annuii. "Una ragazza e due ragazzi. Loro due mi tenevano ferma e lei mi aggrediva. Non ho mai sentito la sua voce..."

Tyler strinse le sopracciglia. Gli occhi spalancati, come se fosse improbabile che qualcuno architettasse una crudeltà simile.

Altri studenti cominciarono ad entrare nel bagno. Qualcuno ci guardò, soffermandosi sulla vicinanza dei nostri corpi. Tyler gli lanciò un'occhiataccia, facendoli voltare spaventati.

"Andiamo." fece.

Mi ressi ai lavandini, compiendo qualche passo verso la porta. Guardai la folla di persone che trafficavano nella sala principale e per un istante vidi una massa di gente con addosso delle maschere da pagliaccio che mi fissavano, camminando verso di me.

Barcollai indietro, impaurita. Tyler, dietro di me, evitò che precipitassi per terra, afferrandomi per un braccio. Con molte probabilità mi sarei ferita ulteriormente.

Dal primo istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora