Camminai avanti e indietro sul marciapiede.
Non ero più certa che fosse una buona idea. Non ne ero mai stata convinta, in realtà. Eppure, la disperazione a volte portava a compiere gesti che non avremmo mai fatto in altre circostanze. Nel mio caso era stata la matematica a spingermi davanti a casa di Tyler Smith, la tana del mio peggior nemico.
La porta d'ingresso si spalancò. "Per quanto ancora pensi di rimanere lì?"
"Se poco fa ero indecisa se restare, ora sono convinta. Me ne vado." Sbottai, voltandomi.
Sentii lo scatto del cancello che venne aperto. "Entra, principessina capricciosa."
Presi un grosso respiro. Poi spinsi il cancello, addentrandomi in casa sua. Mi stava aspettando sulla soglia di casa sua, appoggiato allo stipite della porta. Si era cambiato l'uniforme scolastica con dei vestiti più comodi: un semplice pantalone nero della tuta e una maglietta dello stesso colore.
Si fece da parte, lasciandomi entrare. La sua era una casa piuttosto minimalista: c'erano gli essenziali per vivere, un divano, un tavolo da pranzo con quattro sedie attorno e una cucina. Non c'erano decorazioni, accessori, nessun colore. Era tutto fin troppo bianco, tanto da essere quasi angosciante.
Mi invitò a sedermi su una delle sedie di quel tavolo. Silenziosa mi sistemai, tirando fuori l'occorrente.
"Ti ho stampato il programma." Disse, facendo scivolare sul tavolo un foglio. "Segna quali argomenti non hai capito, così per la prossima volta cerco altri esercizi magari."
Annuii. Afferrai quel foglio e una penna dal mio astuccio. La mordicchiai nervosa mentre lo leggevo.
Sollevai lo sguardo su di lui.
"Che c'è?"
"Tutto." Mormorai.
"Tutto?" esclamò, alzando il tono della voce per lo stupore. "Sai fare almeno le addizioni e le sottrazioni? O devo insegnarti anche quelle?"
Sbuffai. "Non so cosa diavolo ci faccia qui." borbottai. Mi alzai dalla sedia, gettando l'astuccio dentro alla mia borsa, infastidita.
Tyler alzò gli occhi al cielo. "Siediti, era una battuta!"
"Per poter fare battute bisogna anche saper essere divertenti e mi spiace dirtelo ma tu non lo sei affatto." Obiettai.
"Cominciamo dall'inizio allora. Hai portato il libro?"
Lo posai sul tavolo. Lo aprì e lo sfogliò fino alla pagina che ci interessava quel giorno. Mi spiegò i concetti essenziali che stranamente afferrai al volo. Era breve e conciso, senza troppi giri di parole inutili che mi avrebbero soltanto confusa. Poi mi insegnò a svolgere gli esercizi, passo dopo passo. Sotto la sua supervisione sembrava facile. Tuttavia, quando mi lasciò svolgerli da sola, mi inceppai.
Era stranamente paziente. Una virtù che sicuramente non mi sarei aspettata da uno come lui. Mi aiutò, chiarendo ogni mio dubbio.
"Lo stai facendo di proposito a darmi i più difficili!?" frignai. "Non ci riesco, è troppo complicato!"
"In realtà questo è uno tra i più semplici."
Mi afflosciai sopra al quaderno.
"Sei sempre così cocciuta, usa quella testardaggine anche nella matematica."
Non mi aspettavo che mi avrebbe incoraggiata. Pensavo che si sarebbe limitato ad insegnarmi a risolvere quegli esercizi, attendendo di sbarazzarsi di me il prima possibile.
Mi raddrizzai, impugnai la penna e ci riprovai. La risolsi da capo, concentrandomi.
"È giusta." disse quando la controllò.
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Dal primo istante
RomanceIn questa storia sono presenti scene esplicite, consiglio la lettura ad un pubblico maturo e consapevole Tra Beverley e Tyler non scorre buon sangue. Ma non è sempre stato così, almeno per lei. È cominciato tutto quando l'ha rifiutata senza scrupol...