Capitolo 14

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Mi sveglio di soprassalto e mi siedo immediatamente sul letto.

"Cazzo!" impreco sottovoce.

Fino a quel momento avevo sognato Valentino, ed era andata avanti così per tutta la notte, ancora e ancora. Ricordavo quasi tutto della sera prima con Angel, a parte dei momenti di buio. Ma di Valentino mi ricordavo bene, come potevo dimenticarlo?
In realtà, non essendo nel pieno delle mie facoltà, era stato anche più facile affrontare quella situazione: avevo avuto meno paura di quanta ne avrei avuta se non fossi stata fatta e ubriaca.

Ma continuare a sognare Valentino per tutta la notte di certo non era piacevole. Inoltre per ogni sogno che facevo, ogni volta si aggiungevano dei dettagli che io però non ricordavo, probabilmente molti erano dati dalla fantasia...o almeno lo spero. Non so se potrei sopportare certi ricordi.

Scaccio il pensiero di quei sogni e mi concentro su me stessa. Mi alzo dal letto e inizio a sistemare le coperte e poi i cuscini, che risultano essere sparsi ovunque.

Alastor.

Improvvisamente ricordo cosa è successo tra me e il demone della radio quella notte. Ma forse anche quello era stato un sogno? Se così è stato, beh, fattelo dire mia cara Katherine: che sogno del cazzo!

***

Ero seduta di fronte al bancone del bar a parlare con Husk, mentre bevevo un latte caldo con caffè. Avevo un mal di testa allucinante ed ero in pessime condizioni, ancora con l'abito della sera prima e piena di tagli sui palmi delle mani e sulle ginocchia.

"E ora Angel come sta?" domando al barista.

"L'ho visto tornare all'hotel conciato anche in maniera peggiore. Vedrai che starà bene, si starà solo riprendendo. Come fa ogni volta..." spiega Husk estremamente tranquillo.

Il mio cuore salta un battito.

"Ma come? Quindi Valentino gli fa spesso del male?" domando scioccata.

"Katherine, gli overlords sono degli stronzi. E lo sono con tutti noi, che possiedano o meno la nostra anima." afferma "Sono spietati, hanno potere e non lo nascondono, adorano esibirsi. Non si fanno sfuggire alcuna occasione per dimostrare quanto siano più forti di noi comuni demoni. Si divertono a trattarci come bambole di pezza."

Io guardo Husk senza parole.
Ciò che mi ha appena detto ha terribilmente senso. È come se le sue parole avessero appena sbloccato qualcosa in me.

"Per loro siamo dei giocattolini, si divertono a usarci quando più gli fa comodo, a prenderci in giro. E quando non gli serviamo ci buttano in un angolo." continua.

Sospiro.

"È così che ti senti anche tu?" domando terribilmente dispiaciuta.

Husk non fa in tempo a rispondermi che sento una voce alle mie spalle. Mi volto nella stessa direzione verso cui sta guardando il barista.

"Caro Husk, evita di ammorbare gli ospiti con i tuoi racconti patetici." dice Alastor marcando l'ultima parola.

Appena vedo Alastor, il ricordo della sera prima mi investe a tutta velocità. Mi torna in mente la situazione avvenuta in camera da letto, e stranamente ne ho un ricordo estremamente nitido. Ma allora...forse non è stato solo un sogno? Il mio cuore salta un battito, trattengo il respiro per un secondo. Vedere Alastor davanti a me ha riportato a galla le sensazioni di quel momento passato con lui nella mia stanza. Giurerei di poter sentire nuovamente le sue labbra sulle mie proprio in questo momento...

Il demone avanza lentamente verso il bancone.

"Un barista deve saper ascoltare i propri clienti e dare consigli. Tu mi costringi a stare qui, almeno cerco di far bene il mio lavoro." si lamenta Husk col suo solito tono.

Scoperta letale: Alastor ~Hazbin Hotel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora