Capitolo 48

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"Cosa stai facendo?" la voce di Alastor mi risveglia dal terribile momento.

Mi raddrizzo di scatto sul posto, sgranando gli occhi.

Alastor è qui? Ha già finito quel suo sadico massacro?

Sono ancora appoggiata con le mani al ripiano di un mobile dietro al bancone della zona bar, di spalle rispetto alla hall. Ma appena sento la sua voce, tutto smette improvvisamente di girare attorno a me: quella sensazione di nausea e i giramenti di testa si interrompono subito, e la mia vista torna stabile.
Rimango di spalle a concentrarmi sul rallentare il respiro, cercando di non far notare ad Alastor il mio momento di debolezza.

Fingi, Katherine.
Devo fingere anche con Alastor, devo fingere sicurezza a tutti i costi. Non posso permettere che capisca, non posso permettere che usi la mia debolezza a suo vantaggio.

Faccio un respiro profondo.

"Dov'è Mimzy? Sta bene?" chiedo con voce tremolante, ignorando la sua domanda.

"L'ho cacciata." afferma lui.

Aggrotto le sopracciglia.

"Cosa?" dico voltandomi subito a guardarlo.

Ma appena vedo le sue condizioni, il mio cuore salta un battito.

Alastor ha gli occhi che brillano, il suo sorriso è più marcato che mai, e della bava mista a sangue cola dalla sua bocca. Tutto quel sangue intorno alle sulle labbra cola attraversandogli il mento e scende fino a depositarsi poi sul colletto della camicia.
Ha un aspetto così macabro, e vederlo talmente tanto compiaciuto non fa altro che accentuare il suo essere così inquietante e...disgustoso.

"È venuta qui solo per farsi salvare da me, per usarmi." spiega adirato "Ma non posso più tollerare questi suoi comportamenti." conclude con fermezza.

Il suo sguardo è così sicuro, non c'è un briciolo di dispiacere o pentimento. Parla di Mimzy come se non fosse nessuno, come se fosse uno straccio. Eppure poco tempo prima avevano ricordato insieme i vecchi tempi, la vita passata, come se fossero veramente dei buoni amici. Non riesco veramente a capire, più passano i giorni e più l'Inferno mi sembra un luogo popolato da soli pazzi.

"Non era tua amica?" domando confusa.

Alastor storce la testa da un lato, squadrandomi attentamente per qualche secondo, poi si ricompone.

"Cosa c'è che non va? Volevi che rimanesse?" domanda con tono provocatorio "Da come la guardavi, non mi sembrava che nutrissi tutta questa simpatia per lei."

Osservo Alastor mentre avanza lentamente verso la zona bar, verso di me.

"Mi ha trasmesso delle brutte sensazioni sin dall'inizio. Tutto qui." affermo facendo spallucce.

Il demone mi raggiunge finalmente dietro al bancone. Sembra che ci siamo solo noi al piano terra dell'hotel.

"Il tuo istinto non sbagliava, Katherine." mormora con voce suadente, a pochi centimetri da me.

Ma non riesco proprio a guardarlo in queste condizioni e fingere che tutto vada bene: quel sangue che cola dalla sua bocca, ormai rappreso sulla sua pelle, quasi mi nausea. La cosa più disgustosa è il fatto che del sangue fresco continui a fuoriuscire lentamente dalle sue labbra, come se il suo stomaco non riuscisse a contenere tutti quei cadaveri.

Faccio una smorfia.

"Alastor, puoi avere la decenza di pulirti? Non riesco veramente a guardarti in questo stato." dico disgustata, facendo un passo indietro.

"Era da tempo che non mangiavo così, lasciami gustare questo momento." si lamenta con un ghigno.

Sembra così preso da se stesso, estremamente in fibrillazione per la carneficina che ha appena concluso. È terribile vederlo così compiaciuto, sento il mio cuore stringersi in una morsa.

Scoperta letale: Alastor ~Hazbin Hotel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora