Capitolo 76

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Lentamente inizio a udire delle voci in lontananza, come se fossi in un sogno. Rimbombano nella mia testa frasi sconnesse e parole senza senso. Finché d'un tratto quelle voci si fanno più chiare e comprensibili.

"Non esiste che quello schifoso rimanga qui! Ma ti rendi conto di quello che ha fatto?! Ha aggredito uno dei nostri ospiti, cosa ti dice che non lo farà ancora?!" grida una voce ovattata.

"Vaggie, ti prego! Cerca di comprendere! La guerra sta arrivando...come pensi che faremo senza di lui?"

"La guerra? Charlie ma di che diavolo stai parlando? Non ti rendi conto di cosa ti sta mettendo in testa quel demoniaccio?!"

Un debole pianto fa eco nel corridoio.

"Dimmi cosa devo fare...io mi sento persa. Credo di non essere più all'altezza di tutto ciò." la voce è spezzata da dei singhiozzi.

"Tesoro...non parlare così. Non piangere, per favore..."

"È colpa mia se lei ora sta così! Non ho nemmeno il coraggio di entrare, di andare a vedere le sue condizioni! Come potrò gestire tutto ciò che accadrà col prossimo sterminio?!"

"Ascolta...inizia col prenderti cura di lei. Per quanto riguarda Alastor...beh, ci penseremo. Intanto aiuta Katherine, glielo devi."

***

Sbatto delicatamente le palpebre, iniziando a prendere lentamente coscienza di me. Apro gli occhi come se mi fossi appena svegliata da un lungo sonno, ma ciò che vedo è solo buio.
È notte, credo.
Provo a muovere la testa, ma un dolore lancinante mi impedisce di compiere la minima rotazione del collo. Mi limito a guardarmi attorno muovendo gli occhi come posso, cercando di non compiere movimenti azzardati. Non riesco a capire dove io mi trovi, sono troppo frastornata.
Mi sento la gola secca, secchissima.
Un suono attira la mia attenzione: qualcuno sta russando a qualche metro da me. Sposto lo sguardo alla mia sinistra, ma non noto nulla. Muovo leggermente la testa, ma nel farlo una fitta si propaga lungo il mio corpo come una scarica elettrica. Stringo gli occhi per il dolore, sopportandolo in silenzio. Quando li riapro, noto una poltrona: un demone è stravaccato su di essa, dorme in una posizione terribilmente scomoda. Delle zampe grandi e pelose sono poggiate sul pavimento e le braccia sono allargate sopra la poltrona...quel demone è Husk. Faccio un sospiro di sollievo, la paura inizia a dissiparsi lentamente via da me. Apro e chiudo le mani delicatamente, cercando di riacquisire sensibilità in tutto il corpo. È come se fossi completamente intorpidita, come se tutto il corpo mi facesse male. Poi d'un tratto il mio sguardo capta come un movimento, un'ombra che sgattaiola nel buio. Nell'angolo della stanza mi sembra di vedere uno strano bagliore rosso. Sbatto le palpebre mentre mi continuo a ripetere di tornare lucida, di tornare in me. Quel bagliore diviene sempre più nitido, fino a quando mi sembra di riconoscere come due pallini rossi e brillanti, molto vicini tra loro. Sono occhi.

***

Qualcosa di caldo sfiora le mie dita, come delle carezze. Apro gli occhi lentamente e vedo un tessuto rosso bordeaux, subito lo riconosco come il letto. Mi guardo attorno confusa, l'ultima volta che ricordavo di aver visto qualcosa si trattava del folle sguardo di Alastor. Ma ora sono nella mia stanza, la riconosco.

"Shhh non parlare." una voce delicata è a poca distanza da me.

Sbatto ancora le palpebre, cercando di rischiarare la mia vista annebbiata. Tento di tirarmi su, ma sento il corpo completamente dolorante.

"Non muoverti, ti prego."

Una mano si poggia con delicatezza sul mio petto, suggerendomi di rimanere sdraiata.
Respiro a fatica a causa del troppo dolore. Gli occhi mi bruciano, tanto che delle lacrime iniziano a formarsi in essi.

Scoperta letale: Alastor ~Hazbin Hotel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora