Scoperta letale: Alastor ~Hazbin Hotel~

Capitolo 34

Apro lentamente gli occhi, sbattendo più volte le palpebre. Noto subito la forte luce che irrompe dalle finestre, illuminando completamente la mia stanza.
È pomeriggio?
Faccio immediatamente mente locale e mi ricordo di cosa è accaduto prima che cadessi tra le braccia di Morfeo.
Il cuore mi batte forte al solo pensiero di ciò che avevamo condiviso io ed Alastor prima di tornare all'hotel.
Un momento così intimo, così vero.
Non posso dimenticare la passione che bruciava con tale ardore nello sguardo di Alastor, quella passione che aveva fatto infuocare anche me.

"Ma ora si è fatto tardi mia cara, è giunta l'ora di tornare all'hotel." aveva poi detto Alastor, dopo aver pronunciato quella che aveva tutta l'aria di essere una promessa.

E mentre il demone della radio mi aveva smaterializzata nuovamente per riportarmi dinanzi all'hotel, quella frase, quella promessa, continuava a risuonare nella mia mente e non mi dava tregua.

'Io ti condurrò in alto, Katherine. Accanto a me raggiungerai le vette più alte del potere e la sofferenza dell'Inferno diverrà solo un ricordo lontano, puoi starne certa.'

La voce di Alastor, ardente di ambizione, era come impressa nei miei pensieri. Non riuscivo a smettere di pensare a quella frase, pronunciata con così tanta decisione, con così tanta fermezza e ardore. Ed ogni volta che la sua voce risuonava nella mia mente, un brivido mi attraversava il corpo e il mio stomaco si contorceva.

Dopo quella conversazione io ed Alastor eravamo tornati all'Hazbin Hotel, rientrando dalle porte principali. Non avevamo trovato nessuno all'interno dell'edificio, tantomeno Husk, che solitamente si trovava nella zona bar.
L'hotel era deserto.
Così ci eravamo ritirati nelle nostre stanze, senza più proferire parola dopo quel momento intimo che avevamo condiviso alla postazione radio. Non ce n'era bisogno, i nostri sguardi ardenti parlavano per noi. Eppure per me quello era stato solo un momento di follia in cui avevo perso il controllo, ispirata dalle potenti parole del demone della radio.

Alastor mi affascinava sempre più, non avrei potuto dimenticare quel momento così facilmente. Ma so benissimo che il demone della radio è solo un manipolatore che, con le sue parole suadenti e il suo sorriso ammaliante, riesce ad ispirare chiunque lo circondi. Appare sempre così sicuro di sé, come se nulla non lo scalfisse, come se, nonostante tutto, fosse sempre lui ad avere il potere. Ma non mi sarei fatta governare dal desiderio di lasciarmi andare, di seguire il demone della radio nella sua scalata verso la vetta del potere.
Non è un sogno che mi appartiene.
Il mio vero sogno è la redenzione, il raggiungere il Paradiso. Anche se ormai cominciavo a dubitare seriamente che fosse possibile...

Ed è proprio questo il problema.

Dopo la conversazione avuta con Rosie al riguardo della redenzione, i miei pensieri al riguardo di quel tè corretto e il fascino delle parole di Alastor...beh, avevo momentaneamente perso la retta via. E il desiderio di affiancare Alastor aveva iniziato a bruciare in me come non mai. Il mio silenzio, dinanzi a quella promessa pronunciata con tono così allettante, aveva lasciato trasparire quanto io iniziassi a dubitare di me stessa e dei miei ideali.
Ma ero stata solo condizionata dagli eventi avvenuti a Cannibal Town, e a quanto pare mi avevano influenzata più di quanto pensassi.
Sentire Rosie, overlord con così tanta esperienza, che mi parlava con quel tono così pacato, mi aveva iniziato a far dubitare realmente della possibilità di redimersi. Alastor mi ripeteva continuamente che la redenzione non esiste, che avrei dovuto rifarmi una vita come uno dei tanti dannati qui all'Inferno, ma per me lui era solo un demone che si divertiva a cercare di trascinarmi nel peccato. Quindi ascoltare Rosie parlare in quel modo, aveva sbloccato qualcosa in me.

Ma io non ho ancora perso la speranza, non posso già arrendermi dopo così pochi giorni di dannazione, continuerò a credere nella redenzione finché la sua irraggiungibilità non si mostrerà a me chiaramente.