Capitolo 38

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Al sentire quella affermazione spalanco gli occhi, d'istinto lascio la sua mano. Io come lui? Come il demone che si nutre del dolore altrui, che infligge sofferenza e lascia solo morte sul suo cammino? Assolutamente no, quello stile di vita non mi appartiene. E forse ora è il momento adatto per chiarirlo una volta per tutte.

"Alastor..." sospiro "Per quanto riguarda ciò che ci siamo detti prima alla postazione radio, forse c'è stato un fraintendimento ma...io non ho il tuo stesso sogno." spiego con tono pacato "A me non interessa il potere, io sto bene così. Il mio sogno è la redenzione, il Paradiso."

Alastor continua a scrutarmi in silenzio, senza dire una parola.

"So che prima non ti ho dato una risposta, ma avevo provato tante emozioni. Ero un po'...persa. Ma credo nel progetto di Charlie, non ho cambiato idea." spiego con un lieve sorriso.

Ma Alastor non sembra essere minimamente toccato dalle mie parole.

"Mia cara Katherine, cerchi di convincermi con le tue parole, ma i tuoi occhi dicono tutt'altro." dice con tono di voce tagliente, mentre continua a scrutarmi intensamente.

"Sbagli Alastor, tu vedi solo ciò che vuoi vedere." affermo subito, aggrottando le sopracciglia.

Il suo sorriso si fa più malizioso, mentre i suoi occhi si assottigliano.

"Oh no, ho visto il desiderio ardere nel tuo sguardo." afferma estremamente sicuro di sé "Ho visto quelle fiamme bruciare, Katherine. Le ho viste." dice quasi in un sussurro.

Il mio cuore inizia a battere più velocemente.
Ma in questo momento non me la sento di addentrarmi in una discussione di tale importanza e, se Alastor non vuole ascoltare le mie parole, il problema riguarda solo lui.
Tuttavia Alastor, dinanzi al mio silenzio, si sporge leggermente verso di me, diminuendo così la distanza tra noi. Così insisto sul mantenere il mio punto.

"No Alastor, quando hai aperto la tua mente a me, tu mi hai fatto provare le tue emozioni, le tue sensazioni. Mi hai invasa totalmente con i tuoi pensieri." dico "Ed ero debole, presa da quelle tue emozioni. Ma sono le tue, non appartengono a me." ribadisco con fermezza.

Eppure in me è ben visibile l'incertezza, è chiaro quanto io sia debole in questo istante. Mi sento priva di forze e so che per questa ragione appaio estremamente vulnerabile. E ad Alastor piace da morire avere il controllo.

"Oh Katherine." ridacchia a bassa voce.

Alastor prende delicatamente il mio viso tra pollice ed indice, avvicinandosi ancor più a me. Continuo a scrutare il suo sorriso, i suoi occhi di quel rosso così brillante. Lui continua ad osservarmi con quello sguardo penetrante, così penetrante che sembra leggere le profondità della mia anima. Non mi sento intimorita da lui o dalla vicinanza tra noi. Sentire il suo respiro battere sul mio viso non è una sensazione che mi infastidisce. Mi sento debole, estremamente debole, dinanzi al suo sguardo e sotto il suo tocco. Sono completamente succube del suo sguardo, non riesco a staccare gli occhi dai suoi, mentre il suo sorriso si fa più marcato.

"Lo senti anche tu, è così?" domanda quasi in un sussurro.

Ma io non capisco.

"Cosa?" mormoro confusa.

Alastor avvicina ancora di più il suo viso al mio continuando a stringere il mio volto tra le dita, costringendomi così a guardarlo.

"Questa sensazione di piacere." il suo respiro batte sulle mie labbra "La sensazione che provi quando ti parlo del potere, quando ti prometto che ti porterò in alto."

Il mio respiro è irregolare.
Le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie.

"No Alastor, sei un ingenuo se credi di potermi manipolare così facilmente." sussurro continuando a guardarlo "Il piacere che provo è dovuto a ciò che stai facendo. Al bacio che fingi di volermi dare, e che mi stai negando." affermo senza giri di parole, mentre sul mio volto si fa spazio uno sguardo di sfida.

Scoperta letale: Alastor ~Hazbin Hotel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora