Capitolo 75

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Tento di alzarmi il più velocemente possibile, ma Alastor si avventa immediatamente su di me piombandomi addosso come un'ombra letale. Afferra i lembi della mia giacca, le sue dita corazzate si serrano attorno ad essi con una presa di ferro.

"Tu..." sputa con un disprezzo tagliente, l'odio scorre violentemente nel suo folle sguardo.

Il demone mi solleva da terra in un attimo, animato dalla rabbia che gli attraversa il corpo. Sento la pressione dei suoi artigli che mi sospingono all'indietro, quasi facendomi perdere l'equilibrio. L'impatto improvviso contro il muro mi strappa un gemito, il dolore si irradia nella mia colonna vertebrale.

"Come hai osato mettermi in mostra in tal modo davanti a tutti?" sibila, il suo volto pericolosamente vicino al mio, le sue parole cariche di una furia che sembra annullare qualsiasi altra emozione in lui.

Il suo respiro caldo, infuocato dalla rabbia, lambisce la mia pelle e per un momento il mondo si riduce a questo: il suo odio e il mio timore. Vorrei sparire ma, smaterializzarmi, in questo momento, non funziona.

Cerco di mantenere la calma, devo concentrarmi.
Katherine, respira.
Combatto contro il panico che mi annebbia i pensieri, impiegando tutte le mie forze per materializzare nuovamente la catena viola attorno al polso di Alastor. Salendo le scale, infatti, mi doveva essere scivolata dalle dita e svanita nel nulla in un soffio. Nemmeno me ne ero resa conto. Se solo potessi rievocarla, se solo potessi farla tornare stretta intorno al suo polso, forse potrei annullare il suo potere, proprio come la sua maledetta catena aveva fatto su di me. Se riuscissi a farlo, anche solo per qualche misero istante, potrei almeno liberare gli altri ospiti dell'hotel dalle spire di Alastor. E se riuscissi a farlo per più tempo, potrei addirittura rimuovere quella magia oscura che sta bloccando la porta della stanza.

"Cosa credevi di fare, eh?" mi scuote con forza, strappandomi via ogni tentativo di concretizzare i miei sforzi.

Non riesco a concentrarmi, non riesco a materializzare quella maledetta catena.
Non ci riesco.
Sgrano gli occhi, il mio sguardo terrorizzato riflesso nei suoi occhi folli. Il suo auto controllo e la sua solita compostezza sembrano essere completamente svanite: vedo solo la furia nel suo sguardo, nient'altro.

Non riesco a parlare, la paura mi stringe la gola, come un nodo talmente stretto che non mi permette di produrre suoni. Ho paura, troppa paura per riuscire a ragionare o per mettere insieme anche una semplice frase. Sto cercando di non mostrarmi terrorizzata, di nascondere il tremore che sta invadendo il mio corpo, ma il mio respiro affannato mi tradisce.

Dinanzi al mio silenzio, Alastor affonda i suoi artigli nella mia giacca con una violenza che mi toglie il respiro, poi mi scaglia contro la scrivania presente nella stanza. Un grido mi sfugge dalla gola, poi finisco contro la sedia, facendola in mille pezzi a causa dell'impatto. Quando riapro gli occhi vedo il pavimento sotto di me, a pochi centimetri dal mio viso. Mi sento frastornata, totalmente stordita dal dolore che sembra provenire da ogni parte del corpo. Noto i pezzi di legno a poca distanza da me, sparsi nei pochi metri circostanti, poi vedo delle gocce di sangue iniziare a cadere proprio sotto il mio viso. Tocco il mio zigomo destro con due dita, le guardo: sono rosse, tinte di un colore scuro e profondo. Ogni singola parte del mio corpo è indolenzita, mentre cerco di tirarmi su. Ma improvvisamente dei tentacoli avvolgono le mie gambe, mi trascinano nuovamente verso Alastor, facendomi strusciare con violenza sul pavimento. Il tutto avviene in soli pochi istanti, tanto che non ho modo di oppormi. Vengo trascinata per diversi metri, impotente contro la forza di quelle spire. Quando quella corsa si ferma, mi rotolo subito sulla schiena, voltandomi così verso il demone.

"Rispondimi!" grida Alastor avvicinandosi a me, mentre lo vedo crescere di dimensioni.

Indietreggio spingendomi con i talloni, ma lui avanza velocemente, imponente e terrificante. La sua figura colossale si erge davanti a me, mentre la sua ombra oscura incombe alle sue spalle come un eco della sua malvagità. In un atto di puro istinto, sollevo le braccia davanti al viso, come per proteggermi da lui. Quando penso che tutto ormai sia perso, le parole sgorgano da una paura viscerale.

Scoperta letale: Alastor ~Hazbin Hotel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora