Capitolo 2 - Un egregio signor nessuno

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UN EGREGIO SIGNOR NESSUNO

L'uomo medio pensa al sesso 18 volte al giorno, che moltiplicate per un anno fanno 4.745 volte, eppure, dicono le statistiche, la media dei rapporti è di appena 2 a settimana che fanno 104 scopate all'anno. Mi chiamo Robert Polanski, ho trentanove anni e sono la persona che conferma queste statistiche. Se siete inclini alle abbreviazioni, non azzardatevi a chiamarmi Bob, perché è un nomignolo da ciccioni, ma piuttosto chiamatemi Rob, come d'altronde fanno tutti. Se vi avessi concesso un Bob, sono sicuro che mi avreste preso per un barile di lardo che veste con camicioni oversize a fiori, vagamente stempiato con spessi occhiali che mi rendono gli occhi piccoli come teste di chiodi, uno di quei patetici individui che sudano mentre mangiano un subway al pollo ed hanno il fiatone a scartare un pacchetto di twix che non divideranno mai con nessuno, nonostante, ho scoperto recentemente, fosse l'idea centrale dello snack. In difesa dei lardosi, nessuno credo abbia mai condiviso un twix. Invece Rob è un'altra storia, Rob ha il capello lungo che gli incornicia il volto, vagamente unticcio perché virile, una persona a cui non importa emanare odore dal cranio, una persona con un pizzetto poco curato e dannatamente macho, che porta jeans strappati e stivaletti da cowboy e fuma una camel dietro l'altra perché la morte è solamente una delle tante donne della sua vita. Rob parla con voce roca, se parla, perché solitamente tace in favore di occhiate minacciose rivolte ai suoi rivali, o lancia occhiate ribelli e sensuali rivolte alle sue prede femminili, che alla sua sola vista, si slacciano il reggiseno. La verità è che non sono né l'uno, né l'altro, nemmeno l'esatto punto in mezzo tra questi due individui così distanti e diversi. Robert che viene chiamato Rob e non Bob è un individuo nella media, non troppo alto ne troppo basso, più magrolino che robusto, capello tagliato corto, five o'clock beard che a fatica viene mantenuta tale dopo ore e ore di svariati rasoi usati con una precisione maniacale, il tutto per ottenere quello che il mio super io vuole percepire, con sorprendente autostima, come la versione di seconda mano di jake Gyllenhaal. Ho reso l'idea?

Ogni mattina mi sveglio con la voglia di spaccare il mondo, percepisco ogni giornata come un nuovo inizio, quasi fosse il fottuto primo dell'anno e la mezzanotte del giorno precedente sembrasse aver magicamente cancellato ogni mio peccato o mancanza (e a parere mio ce ne sarebbero tante di mancanze). Sento di poter fare tutto quello che voglio, perché ho la testa, le gambe, la volontà di poter conquistare il mondo, e come si conquista il mondo? Un pezzo alla volta, prima partendo da se stessi. Conquista te stesso e i tuoi istinti e poi conquisterai il resto, quindi? Alzati, corri, mettiti in moto, fai esercizio, iscriviti ad una maratona, mangia frittata di soli albumi e pappette di avena, bevi shake proteici, leggi un libro al giorno, lavora sulle tue lacune, impara una lingua, suona uno strumento, mantieni il cervello fresco e giovane, sempre un passo avanti rispetto alla massa di stupide capre belanti. Questo è quello che mi passa per la mente al mio risveglio, tra la mia erezione mattutina e il momento esatto in cui mando a puttane tutto questo monologo interno in favore di una carrellata di donne nude che si proiettano sullo schermo del mio fottuto cellulare mangia neuroni. Di conseguenza, alle sette e quarantanove sono ancora a letto, mi sono addormentato con il cellulare in mano che grazie a Dio, dopo non essere stato più toccato da diversi minuti, si è spento mascherando la realtà delle mie perversioni mattutine, evitando allo stesso tempo che la sveglia riprendesse a suonare per permettermi di alzarmi per andare a lavoro. Ogni mattina potrei arrivare fresco di esercizio fisico e mentale e a stomaco pieno, invece mi trascino in ritardo a lavoro con borse sotto gli occhi, stomaco gorgogliante e il sentore di una sega non soddisfatta, per lo meno nelle ultime dieci ore e procedo nel vivere una giornata poco soddisfacente annegando in una zuppa di sensi di inadeguatezza e sensi di colpa che verso sera, si trasformano in una speranza di cambiare per il giorno seguente, per lo meno dopo la carrellata di porno con relativa sega (questa volta soddisfatta) della mezzanotte, mentre mia moglie oramai dorme da un'ora. Perché condurre questa vita? Non saprei. Quando è cominciata questa pulsione, questa trasgressione, questo richiudersi in se stessi? Che sia connesso a qualche trauma infantile che la mia coscienza tiene comodamente represso ma che manifesta in questo disperato bisogno di figa? Una volta ho letto di un tale che mi era stato consigliato da un dottore oramai andato in pensione, un ebreo di nome Freud, non il collega ma l'autore dell' opuscolo, un tizio che sembrava come me, fissato con la libido e la sessualità repressa nelle persone. Questo tizio diceva qualcosa riguardo il fatto che tutta questa carica sessuale, altro non è che paura di morire, espressa in maniera diversa per ogni individuo, così credo di essere arrivato alla conclusione che la mia sia semplice paura di lasciarci le penne, di passare all'altro mondo, dell'oblio, della cancellazione totale e irreversibile della mia subdola identità. Mi rendo conto che questi sono discorsi da palle vuote, vaneggi mentali dettati dal senso di colpa e dalla straordinaria lucidità mentale che segue il coito maschile, perché credetemi, quando le palle si riempiono, per la testa ho solo tette e culi e non esistono filosofie o psicologie che tengano. Ho sempre detto "tagliatemi le parti intime e probabilmente diventerei il prossimo Einstein", ma poiché tutto siede al proprio posto, libero di eccitarsi, irrigidirsi, gonfiarsi e manovrare i miei pensieri, non sono nessuno se non un uomo che vive due vite differenti. Agli occhi di tutti mi chiamo Robert Polanski detto Rob, lavoro nel controllo qualità in una fabbrica di bottiglie di vetro, sposato da dieci o nove o undici anni con la bella Maryanne, una sorta di modella mancata ex reginetta della scuola che ora lavora in un salone di bellezza giù a downtown, un luogo di perdizione femminile dove il peccato principale è il gossip smoderato. Se ve lo state chiedendo, certo che la amo, con tutto me stesso, con ogni fibra del mio essere, perché Maryanne è la donna della mia vita, l'unica donna a saper tirare fuori il meglio di me poiché questa mia ultima versione, ho decretato dopo lunghe riflessioni, è senz'altro quella che più si avvicina ad una sorta di ideale inconscio e ben poco chiaro, un idea che credo si formi nella prima pubertà quando tutti i meccanismi sessuali si cominciano ad attivare mandando in overdrive il sistema. Non è che sia sempre stato così, anzi, prima riuscivo ad avere persino altre idee per la testa oltre le donne, ci credete? Se devo dar adito a quelle teorie strampalate di quel Freud, direi che più ci si avvicina al proprio epilogo, più queste pulsioni dovrebbero farsi sentire, questa fobia della morte trasformata in smania sessuale, ha perciò senso credere che nella mia gioventù pensassi anche allo sport, allo studio, all'universo ecc ecc. Ora invece tutto ruota intorno all'organo sessuale femminile e tutto quello che ci è attaccato attorno, il che può sembrare un tantino noioso a voi, ma posso assicurarvi che a me impegna tutte le giornate come una vera e propria mania. La mattina procede con una svelta carrellata di tette poco prima di riaddormentarmi per perdere tutto quello che di utile ci potrebbe essere in questa fase del giorno; mentre vado a lavoro , in ritardo, ripenso a quanto patetica sia la mia esistenza e quanto necessario sia smettere questa maratona di seghe che continua oramai da anni, mentre mi rifaccio gli occhi su qualche bella ragazza che se ne va a zonzo in bici, così leggiadra e spensierata, ignara di essere il subdolo oggetto sessuale delle mie fantasie. Mi capita spesso ovviamente, con quasi tutte le donne che incontro per strada. Non voglio farvi venire strane idee in mente, non sto ad osservarle come un maniaco, anzi, a malapena se ne accorgono della mia esistenza, ho una tecnica consolidata che si basa sull'osservare senza guardare, con la coda dell'occhio, spensierato, casuale, getto uno sguardo oltre la loro figura quasi loro fossero invisibili e mentre la schiera di maschi allupati si gira a guardargli il culo, io sto proseguendo per la mia strada, schifato del comportamento generale maschile, quando invece sono ben peggio di loro, poiché mentre il loro sfogo animale è pura apparenza e scherno, un gesto idiota che dura si e no due secondi per poi tornare a rivolgere l'attenzione alla partita di football tra i Philadelphia Eagles e i Detroit Lions di ieri sera, io dopo due ore sto ancora facendo mentalmente sesso con lei, la sto accarezzando, annusando, leccando ovunque mentre lei esplode di piacere e venerazione per il mio sciagurato membro. E' questo a cui generalmente penso, mentre file di bottiglie vuote di vetro passano su infiniti carrelli automatici, sbattendo tra loro "clink-clank" e passando sotto lo sguardo attento dello scanner che proietta numeri e dati che io dovrei leggere ed interpretare per decretare che la partita di bottiglie è pronta per essere venduta. "Clink-clank" per sei ore, il suono ovattato dalle cuffie in dotazione per proteggere i miei preziosi timpani dai decibel nocivi di quei contenitori vuoti, vuoti come la mia anima, mentre io sto ancora facendo mentalmente sesso in cucina con l'innocente ragazza che ho intravisto venendo a lavoro. Sono dannatamente bravo in quello che faccio e per giunta persino ambizioso, in poco tempo ho scalato la gerarchia della fabbrica LuxGlass, divenendo appunto responsabile sicurezza, attualmente in lista per diventare manager di produzione e chissà cos'altro. Mi pagano bene, anzi, profumatamente bene. A fine mese ricevo benefit e bonus produzione, ferie, buoni pasto, altri benefit, copertura dentistica e assicurazione sanitaria, il tutto per stare a guardare un pezzo di schermo mentre penso a scopare chiunque tranne mia moglie. "Clink-clank, clink-clank" per sei fottute ore sino al suono della campanella che decreta la pausa di un ora, dove assieme ad altri individui tristi e imbacuccati di cuffie e dispositivi per la sicurezza, ci dirigiamo nella mensa, dove quest'oggi c'è vitello tonnato e contorno a scelta tra spinaci al burro o patate fritte, come dessert yogurt o una fetta di torta sacher sicuramente congelata.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now