Capitolo 10 - Riflessione post-polpette

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RIFLESSIONI POST-POLPETTE

Questa settimana Gabe è in malattia, costretto a casa da un infezione alla gola da streptococco, quel povero figlio di puttana, così mi godo le giornate a lavoro senza la sua insulsa presenza. Sto molto più da solo, immerso nei miei pensieri e mi rendo conto che Gabe è il collante di tutto il nostro gruppo di patetiche teste di cazzo. Senza di lui, siamo individui singoli e tristi che si trascinano per l'azienda rivolgendosi cenni e muti assensi. All'ora di pausa, saluto Volkanovski, parlo della partita dei 76ers di ieri sera, dell'incidente alla mano del ragazzo avvenuto qualche giorno prima, ma è tutto piatto e monotono, manca insomma la risata e gli schiamazzi della nostra mascotte. Alla mensa quest'oggi servono polpette di carne di maiale in sugo di pomodoro e contorno a scelta tra patate fritte e crauti, così decido di improvvisare una mia versione del subway con una mezza baguette, tagliandola a metà e incastrandoci le polpette e una generosa dose di contorno nel mezzo, un pugno nello stomaco che appesantirà la mia giornata rallentando i miei movimenti e la mia capacità di reazione. Dio non voglia che qualcun altro si incastrerà la mano o qualche altro arto dentro un macchinario, perché dopo questo panino, non avrei la forza né la prontezza nemmeno per rendermene conto. Manca meno di mezz'ora per rientrare in turno e Volkanovski si ostina a dire che il problema dei 76ers resta l'allenatore e le sue scelte sbagliate nel quarto quarto, la sua apparente incapacità di chiamare timeout al momento giusto per spezzare il ritmo dell'altra squadra ecc ecc. Io continuo a dire, con scarsa partecipazione peraltro, che in campo a fare la partita ci sono i giocatori e non quell'individuo in giacca e cravatta, ma il Vulcano non ne vuole sapere, dice che di basket non ne capisco un cazzo, che i giocatori, a quei livelli, sono automi che devono essere piazzati in un certo punto preciso del campo per eseguire un movimento o parte di un azione e basta, che dietro, a coordinare tutto, ci dev'essere un allenatore, un Mangiafuoco di talento che sappia muovere le sue marionette sapientemente. Evidentemente ho un concetto più naive dello sport, per questo non mi ritengo un esperto.

"Ma scusa, allora perché pagare questi tizi tutti quei milioni di dollari se, come dici tu, il loro lavoro potrebbe farlo chiunque?"

"Ma mi ascolti quando parlo Rob? Non ho detto questo, i giocatori sono talenti, portenti del gioco, gladiatori moderni, ma devono saper giocare in un sistema ben preciso che richiede loro movimenti specifici e coordinati che vanno a completare un azione che deve portare al canestro della propria squadra. Non lo può fare chiunque certo, ci vuole gente atletica e preparata, che sappia mettere la tripla quando gli viene richiesta, o il layup quando serve o che abbia i nervi saldi per segnare due tiri liberi per far vincere la squadra. Dico solo che se non c'è una persona che sa coordinare questi talenti, ottieni quello che fanno i 76ers ultimamente, ovvero un gioco confusionario fatto da cinque talenti solisti che non sanno collaborare per uno scopo comune"

"allora non sarebbe il caso di pagare l'allenatore più dei giocatori?"

"Se Gabe stesse a sentire le cazzate che stai sparando si sbatterebbe la testa su questo stesso tavolo. Che stronzate Rob, pagare più l'allenatore, ma ti ascolti? L'allenatore non genera la quantità di marketing che genera un atleta giovane e alla moda, tatuato e con le treccine appena tirate in testa. Non è lui a schiacciare la palla a due mani all'indietro, o ad avere il contratto con la Nike a vita, non è lui insomma che vende i biglietti che riempiono l'arena. Ma è lui a dover stare dietro le quinte a gestire quelle teste di cazzo treccinate che pensano solamente a fare soldi e basta"

"Sai una cosa? Hai ragione, non ne capisco un cazzo di basket. Per questo me ne vado in caffetteria a prendere un bell'espresso fumante. Ci si vede Volk"

"Sei una palla Rob"

Appallottolo la mia salvietta e alzandomi per abbandonare il Vulcano alle sue assurde tesi, mimo un tiro da tre punti, facendo finire la palla sul suo piatto vuoto e sporco del ricordo di sugo di polpette. Mentre mi sto dirigendo verso la caffetteria cerco di non ascoltare la mia coscienza chiedermi che cazzo sto andando a fare in quel luogo, quasi non conoscessi la risposta alle mie stesse azioni, quasi fossi anche io un giocatore di basket senza testa che viene manovrato da un astuto allenatore. In questo caso il mio coach in giacca e cravatta è il mio membro. Lo vedo seduto astutamente a braccia conserte nel suo completo doppiopetto con cravatta monotinta, il glande svettare dal colletto, la lavagnetta con lo schema disegnato, che poggia sulle palle. Taglia con Volkanovski, dirigiti alla caffetteria, raggiungi il tuo obbiettivo e fai di tutto per segnare: segna, segna, segna e porta a casa la partita! Ovvero? Fai di tutto per scoparti la barista o per lo meno, dammi altre immagini di lei da poter utilizzare in seguito, non chiedo tanto. Sei un allenatore che si accontenta di poco, dovresti essere un po' più rigido con i tuoi giocatori. Pensavo di essere rigido abbastanza e poi che ci vuoi fare, credo nel loro talento e nella loro attitudine e tu figliolo, hai quello che serve per farmi vincere. Credo in te.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now