Capitolo 39 - Dialogo con Doc parte IV

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DIALOGO CON DOC PARTE IV

"Allora Rob come stai oggi?"

"Bene. Direi bene si. Insomma faccio come mi hai consigliato tu doc, prendo un giorno alla volta. Penso sia l'unico modo per tirare avanti"

"Hai già fatto amicizia con qualcuno nella struttura?"

"Non saprei. Scambio qualche parola con tutti, cerco di essere amichevole. Non so definirei quegli scambi sporadici come l'inizio di qualche amicizia"

"Sai, sono tutte cose che possono aiutare nel tuo caso. Sei una persona chiusa, molto introversa, con un atteggiamento cinico nei confronti della vita, ma io e te sappiamo che è solo una facciata no? Sappiamo che dietro questo muro, si nasconde un Rob ben diverso"

"Già. Non so se mi sento ancora pronto a far uscire quel Rob da dietro il muro"

"Va bene, tutto a suo tempo. L'importante è non dimenticare che esiste anche quella parte di te. Per il resto come ti stai ambientando?"

"Bene. Direi bene, si non me la passo affatto male"

"Il personale mi dice belle cose sul tuo atteggiamento. Sembra che ti senti a tuo agio"
"Per un certo verso è come se non vedessi l'ora di finire qui dentro. E' strano dire una cosa del genere lo so, ma è la verità. Insomma, mi sentivo davvero stanco"

"Stanco di cosa?"

"Di tutto doc, della vita"

"Mmh. Non l'avrei mai detto, sembrava te la passassi bene"

"Già come no. Una vita spesa ad inseguire un secondo di piacere e un ossessione nel ricercare la bellezza perfetta, una vita pregna di significato. Forse non era nemmeno questo il vero problema, ma la fatica che facevo nel mantenere le apparenze, nel mantenere un contatto con la società. A volte, avrei voluto semplicemente urlare e dare di matto, fare qualcosa di estremo per poter finire in un posto come questo e stare finalmente tranquillo. Chissà, forse, era tutto calcolato dal mio inconscio. Forse, sono stato davvero io a commettere tutto"

"Sono considerazioni importanti e ritengo l'assumersi le proprie responsabilità sia sempre il primo passo verso la guarigione. Per il momento concentriamoci su quello che riusciamo a controllare, ovvero i nostri pensieri e le azioni che abbiamo o pensiamo, con certezza, di aver commesso. Le cose che pensiamo di aver indirettamente commesso le affronteremo un'altra volta, forse. In tal proposito raccontami della prima volta che hai fatto sesso con Johanne in versione...come dovremmo definirla secondo te? Accesa? Viva?"

"Credo sia meglio definirla accesa, proprio come un frullatore, giusto doc? Devo smetterla di proiettare della vita in quella cosa"

"Molto bene"

"Beh come puoi immaginare, per me era stato sorprendentemente fantastico. Penso che quei cosi siano fatti apposta per essere il più vicini possibile dal regalarti un esperienza sessuale umana e, Cristo, funzionano davvero, insomma in quel momento la mia mente era completamente certa che io stessi facendo sesso con la vera Johanne Bakker e non con un androide umanoide. C'è stato un momento all'inizio in cui mi sono sentito un idiota ma è durato una frazione di secondo, forse persino meno. Sentivo una parte razionale di me che voleva farmi rendere conto di ciò che stavo facendo ma era come se fosse imbavagliata. Si, la immagino così quella parte razionale di me, imbavagliata in un angolo della mia mente, incapace di urlare abbastanza che quello che stavo facendo era un illusione malsana, un prendersi in giro pericoloso che mi avrebbe portato, nella migliore delle ipotesi, alla follia"

"E nella peggiore delle ipotesi? Riuscivi a contemplare di peggio in quel momento?"

"No doc, come ti ho detto ero riuscito a silenziare per bene quella parte di me. Dopo l'imbarazzo iniziale ero completamente preso dall'esperienza, irrevocabilmente schiavo delle sensazioni"

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now