Capitolo 44 - Considerazioni sulle responsabilità

5 0 0
                                    

CONSIDERAZIONI SULLE RESPONSABILITA'

Di tanto in tanto ricevo qualche messaggio sconsolato da Maryanne, cose del tipo "quando torni a casa?" O "almeno stasera ci sei per cena?" Domande che per la maggior parte delle volte restano senza risposta. Quella storia del divorzio è una delle sue trovate esagerate anche se, di fatto, questa volta c'ha visto giusto, ma resta il fatto che non abbiamo mai avuto una conversazione a riguardo e nemmeno una lite furibonda che potesse lasciar presagire ad una risoluzione tanto estrema. Ciò nonostante, non posso che approfittare della situazione e continuare a far finta di nulla. La vera posizione che occupo in tutta la questione varia di giorno in giorno, in base a come mi sento la mattina o ad eventuali sviluppi della giornata. A volte vorrei veramente divorziare da Maryanne per il semplice fatto che non so vivere sapendo che questa situazione resta in sospeso, quasi dovessi a questa persona delle attenzioni e dell'amore per un contratto che posso scindere solo attraverso la separazione legale. Mentre altri giorni ho dei ripensamenti che mi scuotono dentro, delle piccole dosi di realtà che sembrano volermi far rivalutare tutta la mia esistenza e le mie nuove risoluzioni. La maggior parte delle volte invece, sono semplicemente conscio del fatto che ho bisogno di Maryanne per mantenere un apparenza di sanità, una sorta di biglietto del mondo normale che mi permetta di continuare a perdermi nella mia Johanne. Il grosso problema sta nel fatto che non sono mai stato bravo a fingere o se è per questo, a mentire abbastanza dal tradire una persona. Non mi riesce, non ne ho il talento, e quindi quello che faccio è andare dove tira la corrente e approfittare degli ultimi sviluppi. Dovevo un bel po' di spiegazioni a Maryanne per quell'ordine ricevuto erroneamente da lei, eppure avevo sciacquato tutto facendola sentire una sciocca, rimettendoci cinquecento dollari di roba che non avrei mai usato con lei e poi c'era quella storia del divorzio che andava a spiattellare a casa di Gabe e Christine, il tutto per vincere la loro simpatia, cosa che non potrei valutare meno a questo mondo, e io cosa facevo? Niente, andavo con la corrente, facevo spallucce, non consolavo ma nemmeno confermavo, restavo nel silenzio e nella torturante apatia di chi ha il destino di un'altra persona per le mani. Per la cronaca, avevo il destino di due persone, o meglio, di una persona e un androide cosciente e la cosa cominciava a pesarmi sulle spalle, sebbene tenessi da conto uno più dell'altro. A distanza di tempo, quando tutto è passato e sembra un ricordo lontano, capisco a cosa stessi contribuendo e non posso dire di andare fiero delle mie azioni o del mio essere così passivo. Se io stavo cercando non so che ideale di donna, il tutto per una questione di amore materno non corrisposto, se davvero vogliamo credere a queste teorie, era evidente che lei cercasse in me il padre venuto a mancare in giovane età e con il mio sparire, le stessi facendo rivivere il trauma dell'abbandono. Sotto questa luce ogni suo comportamento è lecito e comprensibile, ma oggi dico questo solo perché è andato tutto a puttane come mai me lo sarei aspettato, altrimenti, credo che non mi sarei mai preso le responsabilità di quanto stavo provocando. Sono una cosa strana le responsabilità non trovate? Cosa sono di concreto? Un bel niente, l'ennesimo concetto astratto creato dalla bestia cosciente che adora tormentarsi con inutili drammi mentali. Se io uccido te, ho la responsabilità dell'atto commesso, la responsabilità di averti tolto la vita. Se ti uccido per sbaglio o in maniera indiretta, la responsabilità della tua morte comincia a vagare nell'etere della situazione, finchè va a posarsi sul capo della persona più coinvolta, sebbene alla lontana e questo perché? Per il fatto che la vita della persona ha un peso specifico tale che la sua morte richiede in pegno di sapere su chi ricadere, ma la stessa cosa la si potrebbe fare con un vaso rotto o un animale abbandonato. Se fossimo tutti bestie prive di coscienza non avremmo di questi problemi, perché se io uccido te, la tua vita semplicemente termina, mentre la mia continua e nessuno verrebbe a parlarmi di responsabilità, anzi, in alcuni casi verrebbero a celebrare il mio rinnovato status di maschio dominante. Noi esseri umani abbiamo commesso tanti danni nel corso della nostra esistenza, direttamente o indirettamente ed è solo grazie alla memoria umana che possiamo risalire a tutti gli eventi che ci hanno portato a commettere tali atrocità, ergo, se non avessimo memoria, sarebbero semplici azioni senza un nesso o una cognizione di causa, prive di senso. Esiste una corrente filosofica che dice che il libero arbitrio sia una mera illusione, l'ennesima quindi, dell'animale umano che crede di essere cosciente. In che senso? Perché per il concetto della memoria appena descritto, possiamo trovare il perché di ogni nostra azione e il cosa ci ha portato indirettamente a farlo, andando talmente a ritroso nel tempo dal collegare la mia dipendenza dalla pornografia all'estinzione dei dinosauri. Se mi illudo in una relazione amorosa con un umanoide robotico è a causa della mia dipendenza dalla pornografia e il mio lento distacco e disinnamoramento con la realtà di una relazione umana è attribuibile ad una smodata e malata masturbazione compulsiva, causata dall'amore freddo e non corrisposto di mia madre, a sua volta causato dal rapporto che lei stessa aveva con i suoi genitori ecc. ecc. ecc.

Non credo che questi concetti astratti giovino a nessuno a meno che non li prendiamo per quello che sono, ovvero stupidi esercizi mentali che non portano a nulla, perché possono essere letti in troppe direzioni, distribuendo a caso le responsabilità quasi fossero caramelle. Chi è il giudice di chi in questa distribuzione? Perché non attribuire a Maryanne parte della responsabilità del mio stato psico-fisico? Perché non dare la colpa a lei e al suo lento decadimento per spiegare la mia fascinazione del sesso femminile e la mia ultima incursione amorosa con un robot? La risposta sta nello stesso concetto con cui abbiamo cominciato questo ennesimo subdolo esercizio mentale, ovvero le responsabilità e il concetto delle stesse. Quando percepiamo una situazione negativa, un qualcosa che a livello sociale viene etichettato come negativo, si genera un concetto di responsabilità che aleggia sulla situazione come una nuvola minacciosa, in attesa di piovere sulla testa di qualcuno. In assenza di un giudice esterno divino che abbiamo provato a creare migliaia di anni fa in varie forme e colori, non ci resta che prendere quella immaginaria responsabilità e per qualche strano motivo, assumerla, come potremmo assumere un farmaco per il mal di testa. Ecco che la responsabilità diventa un peso che rende nobili le persone che decidono di caricarselo sulle spalle, accrescendo il loro status sociale e la loro forza mentale, trasformando chi lo rifugge, di riflesso, in reietti e persone squallide. Un concetto astratto che indirettamente va a decretare lo status quo di una persona nella società, non vi sembra una cosa idiota?

Dopo un bel po' di tempo sono qui a prendermi le mie responsabilità, che in questo caso, non facevano che aspettarmi al varco in diligente attesa, sostenute gentilmente dall'opinione pubblica comune e da una folla inferocita pronta a condannare l'ennesimo esempio di maschio bianco eterosessuale e tossico per, non solo la donna, ma il mondo intero. Sapete una cosa? Responsabilità o meno, avete ragione, questo non toglie il fatto che resta un concetto del cazzo.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now