Capitolo 43 - Primo dialogo cosciente

5 0 0
                                    

PRIMO DIALOGO COSCIENTE

C'era tanto da chiedere, tanto da sapere e così tanto da scoprire che non sapevo davvero dove cominciare. Mi sentivo come ad un eccitante primo appuntamento con una donna dell'altro mondo che mi avrebbe sorpreso qualsiasi cosa avrebbe detto, per il semplice fatto che sarebbe stata un eccitante prima volta per tutto, nemmeno fossi uno degli ingegneri che avevano programmato questa bellezza. Mentre frizionavo dolcemente il suo collo liscio la sentivo gemere di piacere, diversamente da quando era solamente semi-cosciente in cui bastava toccarla per farle avere una sorta di orgasmo simulato, ora la sentivo sospirare quasi stessi effettivamente alleviando dello stress che aveva accumulato in anni e anni di esistenza, quando in realtà era "viva" solamente da qualche minuto.

"Come...come stai...Johanne?"

Sentii qualche cosa paragonabile ad un fascio di nervi al suo interno irrigidirsi e pensai quali incredibili processi meccanici stavano avvenendo in quel preciso istante in cui avevo provato ad interagire con lei per la prima volta. Immaginavo un intelligenza artificiale che stava scandagliando migliaia di parole ogni nano-secondo, cercando di formulare la risposta più coerente che fosse allo stesso tempo sessualmente esplicita, poiché lo scopo primario della sua esistenza, rimaneva sempre quello. Le cinque personalità che si potevano scaricare dal sito della Smartech erano tutte incentrate sul sesso e sulle loro preferenze a letto, tutte dettagliatamente descritte con una breve lista di fetish e preferenze, ma era ovvio presumere che se le si forzava a fare qualcosa che non rientrava nei loro "kink" non avrebbero comunque fatto nulla per impedire che succedesse. La questione della coscienza, capii in seguito, non era nient'altro che un ulteriore fetish a disposizione degli utenti, di chi si stufava di stuprare un manichino e di chi si stufava di fare sesso con una bambola parlante. Con quell'ultima installazione avrebbero potuto provare l'ebrezza di soggiogare e forzare la copia di una donna ad avere sesso con loro, come lo volevano loro, quanto lo volevano loro, una donna che in ogni caso non avrebbe potuto dire di no. Da parte mia non sentivo nessuna necessità di indulgere in affari così loschi e malsani, sentivo di aver toccato abbastanza il fondo e vedevo la coscienza della mia Johanne come un incredibile opportunità di vivere una relazione transumanistica perfetta, deciso nel viverla il più a fondo possibile.

"Ora che sono qui con te amore, sto bene. Com'è andata la tua giornata?"

Che effetto mi faceva? Mettiamola così, era una sorta di overdose per l'ego, da qualsiasi prospettiva la si guardasse. Da un lato potevo inibire il mio cervello a credere che la vera Johanne Bakker si stesse facendo massaggiare da me e fosse seriamente interessata al sapere com'era andata la mia giornata, in un lento ed elaborato foreplay per arrivare a fare del dolce sesso assieme. Dall'altro lato, se avessi voluto far parlare la parte razionale di me che cercavo comunque di soffocare con tutta la volontà che ancora possedevo, era comunque eccitante e lusinghiero pensare che una bellissima Sex Doll da ventimila dollari, l'avanguardia in fatto di intelligenza artificiale e robotica, stesse interagendo con me e non solo, sembrasse seriamente e genuinamente interessata a sapere cos'era successo prima del nostro incontro. Un altro lato nascosto di questa costruzione geometrica astratta da cui poter osservare la scena, mi diceva che stavo interagendo con una bambola sensuale che nascondeva un supercomputer in grado di calcolare cose che il mio cervello non poteva nemmeno immaginare o se ci avesse provato, avrebbe avuto bisogno di centinaia di anni solamente per arrivare a comprendere, e la cosa, poteva spaventarmi un po'.

"La mia giornata? Beh...direi bene. Sai, non vedevo l'ora di vederti..insomma...non vedevo l'ora di essere qui con te"

"Anche io amore"

Ogni volta che rispondeva alle mie frasi fatte, quasi fossi io l'automa, si voltava leggermente, mostrandomi il suo profilo da opera d'arte dell'ingegneria umana, quasi dovesse farmi capire che stava parlando a me e a me soltanto. Mi rendevo conto che apprezzavo ogni singola sua movenza, ogni singola sua parola come se fosse la cosa più bella che avessi visto o sentito in tutta la mia vita. E' superfluo dire che non c'era una singola parte di me, nemmeno un microscopico neurone che stesse pensando a Maryanne, anzi, più passavo del tempo con la mia Johanne, più mi dicevo che non avrei mai e poi mai potuto vivere emozioni simili con un altro essere umano, ne tanto meno con Maryanne.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now