Capitolo 13 - Flashback e considerazioni sul matrimonio

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FLASHBACK E CONSIDERAZIONI SUL MATRIMONIO

Dopo una decina di anni di convivenza, decidiamo di sposarci, non perché fossimo dei sostenitori dell'istituzione del matrimonio ma più che altro per convenzione sociale e peer-pressure. Quando tutti i tuoi amici si sposano, perché ne avevamo di amici all'epoca, ti senti in diritto e dovere di fare la stessa cosa perché altrimenti, lascerebbe pensare che la tua relazione sia meno stabile delle altre, meno seria, per capirci. Così un giorno, per la gioia dei parenti e degli stessi amici che attendevano ansiosi che entrassimo a far parte di quest'assurdo club di tristi adulti incatenati legalmente e metaforicamente, ci troviamo a prenotare chiese, preti, ristoranti, macchine d'epoca, locali post-pranzo, abiti e tutta una serie di inutili spese che non fanno altro che metterti dubbi interni sul fatto che forse, stai facendo una cazzata e questa relazione non ha bisogno di una così pomposa conferma da 45mila dollari. Eppure eccoci, lei vestita di un rosa confetto come una sensuale Barbie anni 90, io in un color tortora come non saprei bene nemmeno io dato che l'abito era stato scelto da Maryanne, entrambi in barba alle convenzioni e usanze, a scambiarci due manette simboliche che applichiamo di nostra volontà all'anulare dell'altro, di fronte a una patetica platea singhiozzante di 104 persone. "Il matrimonio più bello e romantico che io abbia mai visto", "la sposa era una principessa", "semplicemente perfetto", quasi avessimo fatto tutto per sentire queste recensioni alla "Trust pilot". Lasciate che vi dica una cosa: c'è solo una maniera per sposarsi che abbia un senso, ed è poco dopo che ci si è conosciuti, quando tutti ti riempiono di dubbi e ti chiedono se la conosci abbastanza o se stai facendo la cosa giusta. La risposta a tutti i loro fondatissimi dubbi è un ovvio "certo che no, ma ho il testosterone a mille e vorrei scoparla tutto il tempo, anzi, la ragione principale per cui la sto sposando, è per poi scoparmela in quell'abito da sposa". Questa è la giusta maniera di sposarsi: prematura, inaspettata, adrenalinica, libidica, priva di senso e fondatezza e guidata solamente da quella cosa che tutti chiamano amore, ma che non è altro che uno stato di momentanea confusione che dura per un tempo diverso in base alle persone. Invece noi abbiamo convissuto per dieci anni, ci siamo conosciuti a fondo, troppo a fondo, arrivando a distruggere tutte quelle piccole tappe delle relazioni che si dovrebbero scalare piano piano e, a parere mio, dopo aver pronunciato il fatidico "si" davanti ad un prete che ancora trovo assurdo bisogni pagare. La nostra cerimonia non era una festa d'amore, ma un rito convenzionale per aderire ad un patetico club di gente che non tromba più o per lo meno, non lo fa più come una volta. Dovrebbero aggiornare tutta la cerimonia per far dire agli sposi, di fronte ad una folla giustamente singhiozzante: "si, prometto che non tromberemo più come animali, ma faremo occasionali sveltine pensando a qualcun altro". Se chiedete a Maryanne, credo vi direbbe la stessa cosa, perché era scettica quanto me di tutta la faccenda, ma non abbastanza dall' impuntarsi per fermare la farsa. Ci siamo sfidati a vicenda, desiderando che l'altro dicesse "chi cazzo ce lo fa fare?!", ci siamo studiati, tenuti d'occhio, nella folle paura che se uno avesse ceduto avrebbe significato un ammissione di "non-amore" e scarsa fiducia nel fondamento della coppia. Così abbiamo giocato a chi la sparava più grossa, perché più la spesa si alzava più si alzava il metro dei nostri sentimenti. Stand con sigari post celebrazione rigorosamente cubani e di primissima qualità, macchine fotografiche ad ogni tavolo per far si che tutti scattassero foto del "fatidico giorno" (foto che tutt'ora aspettano di essere sviluppate), un pranzo da undici portate, tante quante i nostri anni di relazione e altre cazzate come il noleggio di una fottuta Rolls Royce d'epoca. Mentre vivevamo tutta quell'assurda esperienza, pensavamo "ecco, figli di puttana, noi l'abbiamo fatta più grossa, quindi ci amiamo di più". Personalmente, facevo di tutto per non pensare alla cifra totale della spesa e se mi è scesa qualche lacrima durante la cerimonia è solamente perché mi rifiutavo di credere che avevo condannato il nostro futuro economico per una singola mezza giornata di eccessi. Grazie a Dio ricevemmo una bella sfilza di regali, nulla che coprisse le spese sostenute, sia ben chiaro, ma abbastanza dal distrarmi dalle mie considerazioni fiscali, come quel viaggio di nozze a Parigi, passato peraltro in camera d'albergo; non a scopare, ma a tenere la testa di Maryanne, mentre riversava il contenuto del suo stomaco in quella toilèt francese a causa di una gastroenterite da record. Curioso come nelle tappe della nostra storia ci sia sempre la presenza di vomitate moleste. Che sia un segno? So cosa state pensando, le sento le vostre considerazioni, il vostro disdegno di fronte al mio cinismo, ma posso assicurarvi che Maryanne la pensa alla stessa maniera, non che ne abbiamo mai parlato apertamente a parte qualche frase come "Cristo quanto cazzo abbiamo speso per quella storia". Non voglio mettervi strane idee in testa, Maryanne e Io ci amiamo, come lo fanno tutte le altre coppie dopo vent'anni di relazione, come due esseri umani complicati che hanno capito cosa significhi passare il resto della vita con la stessa persona, con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue flatulenze, il fatto che biascica mentre mangia, o il fatto che ha l'abitudine di lasciare i calzini sporchi nei punti più disparati, solo che sappiamo entrambi che tutta quella cerimonia non era necessaria, non era da noi, non ci apparteneva. Avremmo tranquillamente fatto a meno, anzi, la nostra vera dichiarazione di matrimonio doveva essere proprio il fatto che non ci saremo mai e poi mai sposati e che il nostro amore sarebbe stato più forte e solido di tutti gli altri, più vero, più sincero. Invece eccoci qui, ammanettati da due fedi placcate in oro, un contratto legale che attesta che chi rinuncia a questo contratto, dovrà pagare l'altro, legati di fronte a questo Dio di cui ho sentito tanto parlare ma non ho mai avuto il piacere di verificarne la sua esistenza. Mi dicono però che prenda parecchio sul serio questo genere di cose, e che se ci si lascia, se si divorzia, la cosa lo indispettisce assai. Personalmente, sarei più preoccupato degli avvocati, ma immagino siano punti di vista.

Ho potuto notare una differenza qualitativa nella nostra relazione dopo il matrimonio?

La risposta, come potete ben immaginare, è no, non ho notato un bel niente, ma posso raccontarvi come il fatto che si inserisca un contratto legale in una relazione astratta, rovini tutta la faccenda. Non so se sia successo a tutti la stessa cosa, forse, siamo noi ad essere particolarmente sbagliati, ma dal momento della firma, quel momento che ufficializza la gioia del matrimonio, ho cominciato a guardare Maryanne con occhi diversi. Se prima vedevo la mia Madonna personale, ora vedevo un investimento che dovevo curare, tenere buono, accudire, tutto insomma per evitare che questo investimento si appellasse a vincoli legali che mi avrebbero reso la vita impossibile. Che sia la prova che il mio amore non era poi così fondato? In tal caso, chiedo a voi, cos'è l'amore? Qualcosa che dovrebbe sostenere la prova del tempo e delle incomprensioni, o un sentimento astratto che si deve tradurre in un contratto? Credo che l'istituzione del matrimonio debba essere revisionata, modernizzata, adattata ai tempi moderni, tempi in cui si è tutti più liberi e promiscui, fuggenti, vacui, resi eternamente sciocchi dai social media e terrorizzati dalle responsabilità. Il matrimonio è una delle istituzioni più antiche Cristo santo ed è chiaro che vada cambiata drasticamente visto che arriva dai tempi in cui c'erano dame e cavalieri e la gente si sposava a tredici anni perché moriva a ventidue, se tutto andava bene, in guerra trafitto da una freccia da balestra o per un batterio che ora combattiamo con una pasticca che costa un dollaro e venti al pacchetto. Ma chi ci andrebbe a perdere, sarebbe principalmente lo stato, gli avvocati, i tribunali, e tutta quella combriccola di gente che vive sulle disgrazie del prossimo, come le onoranze funebri, un mestiere che al giorno d'oggi continua a incassare milioni sulle usanze di centinaia di anni fa, quando seppellivamo la nostra stirpe coprendola di gioielli e cose care, di modo chd non si sarebbe sentita troppo sola nel viaggio all'aldilà. Ora, distrutti dalla perdita, paghiamo centinaia di migliaia di dollari per bare in mogano di primissima qualità che pesano una tonnellata, con interno in velluto color Borgogna, un abito Armani con scarpe in coordinato e rinfresco post-sepoltura. Lo sapete che è morto no? Che non c'è nessun al di là ma che siamo tutti al di qua fino a che non diventiamo futuro concime e che sarebbe più semplice bruciare tutto senza tante cerimonie o inutili spese. Ma come il matrimonio, se non lo fai ammetti indirettamente di non amare, di non tenerci abbastanza, e quindi tirate fuori i cazzo di soldi insensibili bastardi, perché il prossimo è sempre pronto a giudicare le vostre azioni. Insomma, credo che a questo punto sia più che evidente che quella spesa da 45mila dollari per il matrimonio non mi sia ancora andata giù e non credo sia un caso che ne parlo proprio ora, a distanza di poche settimane dall'arrivo di un premio aziendale per la produzione (la mia produzione, ci credete?) e soprattutto per la fedeltà dimostrata negli anni. Siamo in diverse persone a ricevere questo premio e girano voci disparate sull'ammontare della cifra. Personalmente, non mi voglio montare la testa e preferisco pensare si tratti di uno stipendio extra, quindi intorno ai 2.500 dollari, ma ho sentito persino cifre a tre zeri. Gli affari vanno benone, per carità, il consumo di bottiglie di vetro è triplicato grazie alle proteste ambientaliste e la conseguente abolizione della plastica, ma so per esperienza che quando le aziende cominciano a fare i soldoni, diventano sempre più restie nel distribuire la propria fortuna e quindi meglio andarci piano con le fantasie. Cosa ci farei con tutta quella grana? Una macchina nuova magari, per confermare il mito dell'uomo di mezza età (che ancora non ho raggiunto), o magari un set completo di mazze da golf, se solo sapessi giocare a quel dannato sport. Maryanne? Come al solito è all'oscuro di tutto, dato che quando provo a raccontarle qualsiasi cosa per renderla partecipe della mia vita ottengo scarsa partecipazione. Solitamente, dopo dieci minuti che le parlo, si stacca dal telefono per chiedermi "dicevi?" E quindi lascio perdere perché odio ripetermi e poi mi sentirei un imbecille a raccontare la stessa storia per ben due volte, con le stesse vocine e le stesse battute che ero sicuro avrebbero riscosso un clamoroso successo, quindi perché raccontarle del bonus? Perché parlarle delle infinte possibilità che si aprono di fronte ad un premio in denaro? Per poi vedere che quel trucco della scarsa attenzione si attiva solamente quando si parla di me? Non credo di aver bisogno di certe conferme, tante grazie. Magari potrei portarla fuori a cena e regalarle un qualcosa di luccicante come un plug anale o un vibratore a comando, per rendere la serata un po' piccante. Non credo capirebbe le potenzialità di quegli aggeggi, anzi, forse penserebbe di aver sposato un pervertito, e a questo punto, credo avrebbe tutte le ragioni per pensarlo.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now