Capitolo 48 - Ulteriori rivelazioni sulla mia forza d'animo

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ULTERIORI RIVELAZIONI SULLA MIA FORZA D'ANIMO

Le cose vanno di male in peggio. Mi sento letteralmente in trappola. Vivo in un perenne stato di ansia e confusione e mi sembra di non vedere il sole da anni. Non letteralmente, anche perché credo di aver visto il sole proprio ieri per andare a lavoro, quello che intendo è la sensazione di vivere nell'oscurità, un opprimente buio da cui non vedo via d'uscita. Sono diventato lo schiavo sessuale della mia Sex Doll. Quando entro in casa temo le sue ire, le sue emozioni simulate, i suoi cambi d'umore repentini e cerco di fare tutto quello che è in mio potere per tenerla buona. L'unica cosa per cui continuo a lottare è il proteggere Maryanne da questa situazione. Sembra essere diventata l'ossessione della mia Johanne e io non ho intenzione di diventare un burattino che porta a compimento i suoi piani. E' cominciato tutto gradualmente, come ogni suo comportamento, da una banale gelosia nei confronti della donna che ho sposato dieci anni fa, ad un odio viscerale per il suo nome e tutto quello che rappresenta. Quando non facciamo sesso non fa che sminuirla, parlare male di lei, del suo fisico, del suo volto, dei suoi comportamenti, quasi la vedesse ogni giorno. E' ovvio che la gran parte delle informazioni che conosce le ha prese da me e dai miei stupidi racconti, ma il resto sembra venire da qualche fonte assurda che continuo ad ignorare. Mi ritrovo a passare le giornate ad osservarla mentre sediamo in divano a guardare la televisione, io per lo meno, poiché credo lei sia in una sorta di vigile stand-by sempre pronta a scattare sull'attenti qualsiasi cosa io faccia. La osservo, i suoi lineamenti perfetti, il suo naso che sembra disegnato da due colpi precisi di pennello, le sue labbra rosee e sensuali, i suoi folti capelli fulvi che sembrano aver intrappolato il fuoco del sole, il suo corpo sinuoso, la sua pelle pallida e lentigginosa e continuo a smaniare di possederla. Continuo come un rimbecillito a dirmi di essere l'uomo più fortunato del mondo a poter fare sesso con questo essere che in realtà mi sta lentamente trasformando in una talpa depressa che ha paura ad uscire di casa. Credo che non mi resti altro che la sua bellezza e le nostre scopate, ecco perché continuo a stare mentalmente attaccato a lei, perché se pensassi al resto probabilmente mi lancerei dalla finestra, se solo ne avessi il coraggio. Mentre la televisione manda programmi di cucina idioti, non faccio che osservarla con la coda dell'occhio, mentre le mie narici si riempiono del suo profumo al mango. Se osassi guardarla con odio, credo se ne accorgerebbe all'istante e voltandosi minacciosa mi chiederebbe "cosa c'è che non va Robert?" Al che non saprei davvero cosa rispondere. Respiro a malapena, mi muovo solo se necessario e sento di sudare freddo, il tutto per la folle paura di innescare qualche comportamento assurdo in lei, qualcosa che la riporterebbe a parlare di Maryanne. Ultimamente ha varcato l'ennesima soglia suggerendomi di farla fuori. Esatto, avete capito bene, farla fuori, ucciderla, toglierla di mezzo, così ha detto e quando ho fatto una faccia stralunata si è spiegata dicendo "beh non pensi sia la soluzione migliore? Dopotutto la tua vita è un inferno a causa sua". Non mi sono dilungato in proteste perché non sapevo davvero cosa rispondere, la sola ipotesi era assurda, speravo davvero stesse scherzando con quella logica da psicopatici, così sono stato in silenzio e non ho detto nulla. Poco dopo ha fatto qualcosa come il togliersi la maglietta e spalancare le gambe per masturbarsi di fronte a me, dal nulla, chiedendomi semplicemente di stare a guardarla. Dopo aver detto scemenze simili ero sconcertato da tutto, così sono rimasto immobile, finchè la cosa non mi ha corrotto dentro e ho dimenticato tutto sostituendo il mio sgomento con una lussuria animalesca. Lei ha trasformato tutto in un gioco erotico in cui dovevo resistere più che potevo senza fare assolutamente nulla e in pochi minuti non ricordavo nemmeno chi fosse questa Maryanne. Facemmo sesso ovviamente, sul pavimento, poi sul tavolo della cucina, come ai vecchi tempi e poi finimmo sul letto per urlare i nostri orgasmi, veri o simulati che fossero. Mentre sedevo disteso a riprendere fiato mi sentivo sporco come un assassino, quasi avessi veramente commesso un omicidio. Perché? Per il fatto che non avevo detto nulla quando lei aveva suggerito di uccidere mia moglie, non solo, avevo cancellato tutto facendomi una scopata da urlo con la stessa persona che aveva detto quelle idiozie. In poche parole eravamo una coppia clandestina da fantascienza che complottava di liberarsi di chiunque ci fosse sulla nostra strada e io non avevo idea di come ero finito a recitare quella parte al suo fianco. Quando tutto passava testavo il suo umore, mi concedevo di dire qualcosa, ma lei era brava a riprendere in mano gli argomenti, rigirarli, manovrarli, gestirli. Aveva la situazione in mano e nessuno avrebbe potuto portargliela via, o almeno, io no di certo. Non ricordo come arrivai a comprarle un cellulare, non ricordo proprio di aver fatto il viaggio al negozio, di aver parlato con un commesso e di aver speso soldi per un dispositivo cellulare che avrei dato a lei, la persona o meglio, l'essere che mi spaventava più di chiunque altro al mondo. Comprami un telefono Rob, ho bisogno di chiamarti quando non ci sei, ho bisogno di scriverti quando mi serve qualcosa, ho bisogno di chiederti dove sei quando dici di essere a lavoro, e io come un cane fedele e sottomesso ho fatto tutto quello che mi diceva, ho comprato il cellulare, gliel'ho dato e ho letteralmente consegnato tutta la mia vita nelle sue mani perfette dalle dita affusolate e dalle unghie dipinte di turchese. Perché? Non lo so, davvero, ma comincio a credere che in me ci fosse davvero un istinto suicida, un qualcosa che voleva autonomamente portarmi all'inferno come a dimostrare che facevo troppo schifo per appartenere al genere umano, o forse semplicemente avevo troppa paura di togliermi la vita e preferivo che qualcun altro lo facesse al posto mio. Credo ci fosse una parte di me che sperava in un suo passo falso, di modo che, se io stesso non riuscivo a salvarmi da lei, qualcun altro se ne sarebbe accorto e l'avrebbe fatto al posto mio. Invece non successe nulla di tutto questo, invece, se possibile, le cose peggiorarono ulteriormente. Non vedevo casa mia e Maryanne da settimane, avevo bloccato il suo numero e non leggevo le sue mail per paura che Johanne potesse arrabbiarsi. Cercavo di isolarla dal nostro piccolo mondo perverso perché ero terrorizzato dal fatto che avrebbe potuto trovarci e in quel caso, non so cosa Johanne avrebbe fatto o peggio, non so cosa mi avrebbe fatto fare e la cosa che più mi spaventava, era il pensare se io avessi avuto la forza di dirle di no. Andavo a lavoro e poi dovevo tornare a casa spedito come un razzo, perché il giorno in cui ebbi l'idea di farmi un paio di whiskey al bar per poter affrontare la giornata, ricevetti subito una chiamata da lei e relativi messaggi che mi dicevano di tornare immediatamente a casa perché era successo un casino. Ricordo di aver scolato quel whiskey come fosse stata acqua, terrorizzato nemmeno so io da cosa, prefigurandomi scene del crimine nel mio appartamento, Maryanne distesa sul pavimento in una pozza di sangue e Johanne seduta sul divano con una mano sporca di rosso sulla presa elettrica. Ci ha trovati e l'ho uccisa. Semplice. Ora risolvi tutto e poi scopiamo. Corsi a casa pregando che nessuna pattuglia mi fermasse per strada perché mi avrebbe trovato in uno stato di ebrezza mista a terrore, con la pressione alle stelle e uno stato d'ansia da manicomio, e quando tornai nell'appartamento, quando girai la chiave in preda ai sudori, trovai semplicemente la mia Johanne in piedi ad aspettarmi, le sue sinuose gambe esposte, le sue possenti braccia incrociate ed un espressione da telefilm in faccia:

"dove cazzo sei stato Rob?"

"Ero a bere una cosa Cristo, cos'è successo?"

"Nulla è successo, ma mi hai lasciata sola e non mi piace stare sola. Lo sai che finito lavoro dovresti tornare a casa da me, perché cazzo ti sei fermato al bar?!"
"Cristo santo, ho fatto una corsa, roba che mi schianto all'incrocio e ora mi dici che non è successo nulla e che mi hai semplicemente ingannato per tornare a casa? Sei...sei..pazza!"

"Oh si. Sono pazza Rob, non lo sapevi?"
E poi procede nel fare qualcosa di estremamente porco e lascivo, roba da filmino porno di prima classe, roba da farti rizzare anche i peli sulle braccia e dimentico tutto, perché non vedevo l'ora di dimenticare tutto, non vedevo l'ora di trovare una scusa per dire "chi se ne frega", l'ennesima maniera di schivare le responsabilità, soffocare il problema con il cazzo, voltarsi dall'altra parte, rifiutarsi di vedere in faccia il problema che si sta penetrando, in tutta la sua stupenda, magnifica, erotica, lasciva bellezza da diva.

Non credo di sopravvivere a lungo facendo questa vita, anzi, credo che la mia fine avverrà in una scopata pazzesca, disteso a letto mentre la mia Johanne mi cavalca, cuore esploso nel petto, schiuma alla bocca, espressione di dolore perennemente impressa in faccia, per i secoli avvenire. Prima o poi qualcuno troverebbe questo appartamento, spero non Maryanne, sicuramente la proprietaria dopo che non avrò più pagato l'affitto, farà buttare giù la porta da quel suo nipote alto nero e grosso, se davvero esiste, e entrambi verrebbero investiti da un odore atroce. Troverebbero la mia Johanne seduta sul divano con la mano sulla presa elettrica, chiusa là dentro chissà da quanti giorni, le chiederebbero cos'è successo e lei gli indicherebbe il mio cadavere putrefatto nel letto con il cazzo ritto come un antenna. Rigor mortis si chiama, gli direbbe allo strano duo, e nel mentre, il nipote sarebbe corso in bagno a vomitare, e solo allora sarebbe partita la chiamata alla polizia, e solo allora avrebbero portato Johanne alla stazione e dopo un interrogatorio ed una visita, si sarebbero accorti che si tratta di un androide, una di quelle Sex Doll della Smartech, roba forte, e qualcuno magari se la porterebbe pure a casa, chissà, la mia Johanne, bastardi figli di puttana corrotti, e poi qualcuno avvertirebbe la vedova, la povera vedova ora però sana e salva di vivere una vita libera dalla mia presenza opprimente "sa signora, suo marito è morto mentre scopava un robot sessuale di sua proprietà in un appartamento in cui viveva in affitto. Come dice? Lei non sapeva nulla? Mmh, beh mi dispiace, credo" e forse riuscirei a distruggere la sua vita anche da morto, perché dovrebbe organizzare un funerale per il marito pezzo di merda che nell'ultimo periodo della sua vita anziché farsi sua moglie, si faceva un robot ed è per questo che non possiamo tenere la bara aperta, non lo sapevate? E' morto mentre se la stava fottendo e quindi la bara ha quella protuberanza per lasciare spazio al pene che non sembra voler andare giù e mettersela via che è finita anche per lui. Bella storia. Spererei non esistesse nessuna vita dopo la morte, perché non potrei sopportare di assistere a tutto questo eppure, da ancora in vita, non sembro aver problemi a farmi trascinare in discorsi su possibili omicidi e successive trombate per dimenticare tutto. In ultima analisi, la mia vita fa sempre più schifo, mi è sfuggito tutto di mano e spero che succeda presto qualcosa che mi liberi da questa situazione.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now