Capitolo 16 - Infrango il mio fioretto

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INFRANGO IL MIO FIORETTO

E' curioso come quando si ricade in certe malsane abitudini, si ricada col botto e con effetti pirotecnici, quasi a dire, se dobbiamo tornare a farci del male, facciamolo per bene. La prima sega che ci si fa dopo giorni, settimane di astinenza, è sempre un esperienza trascendentale. Quella che ci si fa dopo mesi di ascetismo, come se sapessi cosa vuol dire, è un esperienza strana e poco chiara, quasi ci si sentisse forzati dal bisogno corporeo, mentre quella del ritorno dopo pochi giorni, è una sorta di festa del piacere. Il corpo si contorce in uno spasmo e persino la faccia prende quella smorfia di goduria che si pensava che gli uomini facessero solamente nei film. Ci si piega sul lavandino, ci si aggrappa a quello che capita, mentre il corpo viene invaso da quel torpore e quella libidine da drogati che si rifanno di eroina. Dopo aver scoperto che Johanne mi seguiva sui social, o meglio, seguiva il mio profilo quasi anonimo e privo di foto personali se non di paesaggi naturalistici e foto del SuperBowl vinto dagli Eagles di qualche anno fa, mi sono chiuso immediatamente nel bagno del piano di sotto, quello dei magazzini, più isolato e meno frequentato, e come un tossico mi sono calato le braghe e masturbato come un pazzo furioso mentre fissavo la foto di Johanne davanti allo specchio. La mente non riusciva ad immaginare nulla, i neuroni sembravano essersi rimbecilliti davanti a quella foto e davanti al pensiero che la protagonista di quella foto si era evidentemente informata per trovarmi sui social e seguire proprio me, Robert Rob Polanski, l'uomo di quarant'anni che ora sosta in piedi sulla tazza con il membro in mano e il telefono nell'altra. Se l'eiaculazione producesse un suono, credo che la mia avrebbe prodotto una sorda esplosione, come quella di un fucile a pallettoni e se lo sperma avesse un peso specifico diverso, credo avrebbe perforato la ceramica del water andando a sfondare il muro. Nonostante fossi solo, faticai nel trattenere un orgasmo vocale che non credevo di avere nelle mie corde e faticai altrettanto nel recuperare fiato, credendo di essere vicino ad una morte prematura col cazzo in mano, chiuso nel bagno dell'azienda per cui lavoro da più di dieci anni. Immaginavo già i titoli di giornale: "impiegato storico trovato morto mentre si masturbava nel bagno con la foto della barista neo-assunta". Penso spesso a queste cose post coito, ovviamente mai nel mentre. Quel giorno tornai a lavorare abbastanza rilassato e altrettanto distratto, indeciso sul da farsi e sul futuro che mi aspettava, completamente dimentico di ogni mia fatica fatta in una settimana di dura astinenza. Avevo semplicemente altro per la testa. Avrei dovuto affrontare Johanne apertamente? Chiederle come mai aveva deciso di seguire la mia pagina sui social, quando aveva fatto aspettare Gabe due giorni prima di accettare la sua di richiesta? Forse sono semplicemente troppo vecchio per queste cose. Quanti anni ha Johanne, te lo sei mai chiesto? Dieci in meno di te? Non credi che per le ragazze della sua età, il seguire o non seguire qualcuno sui social non comporti nulla di particolare? Come potevo stare attento alle centinaia di bottiglie vuote "clink-clank" che passavano davanti ai miei occhi sullo scanner, quando ero attanagliato da dubbi e immagini erotiche appartenenti ad un futuro ipotetico dove mia moglie era morta e io avevo trovato consolazione in una barista sessualmente provocante? Come ho già detto, quando si ricade nelle proprie abitudini malsane, lo si fa col botto, così è con vergognoso autolesionismo che ammetto che quel giorno mi sono masturbato quattro volte e con quattro intendo quattro nel giro di otto ore, tutte pensando a Johanne, tutte spulciando il suo profilo, tutte senza mai staccare gli occhi dalle sue foto per quanto non fossero provocanti quanto avrei desiderato. Perché quattro? Perché farsi così del male? Forse per esorcizzare la sua bellezza, l'attrazione che provavo nei suoi confronti, per annullare il potere che sembrava esercitare su di me. Se mi ammazzo di seghe pensando a lei, riuscirò a toglierle il potere. Quando alla quarta sega mi sono trovato a pensare ad un metodo fai-da-te per ritagliare il suo volto e applicarlo ad una foto di una pornostar in una posa sessualmente esplicita (assolutamente senza nessun membro di mezzo) ho capito che c'era una falla nel mi ragionamento e che così non avrei certo ottenuto nulla. Eliminati dai social, eliminala ulteriormente dalla tua vita, elimina tutte le false possibilità di un futuro con lei, ammetti a te stesso che la tua vita è destinata ad essere una monotona relazione coniugale con una donna soltanto, Maryanne Sheffield Polanski e considerati pure fortunato, perché se solo il mondo venisse a sapere delle tue perversioni, delle tue debolezze, probabilmente finiresti per strada, solo come un cane a chiedere l'elemosina, senza Johanne e senza Maryanne, senza amici, senza un tetto sotto cui ripararti. Lo conoscete il pazzo che si masturba nelle metro? Una volta era un tizio per bene, sposato e tutto, poi è stato scoperto a masturbarsi dalla moglie e quella l'ha cacciato, la società l'ha respinto e ora vive per strada e ogni tanto lo becchi a farsi le seghe al parco o dove capita, mentre guarda le ragazzine giocare a pallavolo. Ogni tanto contemplo la possibilità di essere scoperto da mia moglie e credo che una parte di me lo voglia fortemente, quella parte che fa sempre più fatica ad indossare questa maschera di maschio castrato che non guarda nessuna donna al di fuori di quella che ha sposato. Non ce la faccio più e sembro voler lasciare indizi sparsi perché la stessa donna venga a liberarmi dal mio male. Credo che se arrivasse quel giorno, mi ucciderei in qualche maniera veloce e indolore, prima di sentire l'urlo di disdegno di chi mi sta accanto e della società in generale. Se mai verrei scoperto, brache calate e pisello in mano, non darei tempo al mio cervello di realizzare l'umiliazione che starei già volando giù da un palazzo con il vento che mi fischia nelle orecchie. Ma quel giorno non è oggi, grazie a Dio e quindi cosa fare? Lavati le mani, tirati su le brache e prendi un bel respiro, riprenditi dal momento, ritorna in te, ricomponiti e indossa nuovamente quella maschera. Apri quella porta del bagno, si ritorna in scena.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now