Capitolo 12 - Una settimana senza seghe

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UNA SETTIMANA SENZA SEGHE

Posso dichiarare con estrema soddisfazione, che è ben una settimana che non mi masturbo. Come ho raggiunto questo risultato? Per cominciare, ho tagliato l'uso del cellulare dopo che mia moglie è andata a letto. La nuova regola è: stai sempre con lei e se lei dorme, dormi anche tu, o fai di tutto per addormentarti. Sto prendendo una camomilla post cena e due pasticche di melatonina per favorire il sonno e se potessi ingaggiare un indio che ad una certa ora paralizza la mia intera muscolatura con un colpo di cerbottana al curaro, lo farei, ma credo che la cosa sarebbe illegale e anche un tantino scomoda, perché poi avrei un indio da mantenere in casa e non so quanto un indio può mangiare.

Aiuta anche non guardarsi più di tanto attorno e quando si incontra una ragazza che definirei "attraente" in questa mia rinnovata versione da chierichetto, semplicemente la si osserva con distacco, e si prosegue ignorando qualsiasi tipo di pensiero che si possa fare a riguardo, anzi, stroncandone direttamente l'origine, solitamente pensando a qualcosa di brutto e fastidioso come una seduta dal dentista o la madre di Maryanne. Il tutto sta andando a gonfie vele, la suocera se n'è andata lasciandoci alla nostra noiosa quotidianità, che ora, a palle finalmente piene, riesco ad apprezzare meglio. So che suonerà un tantino banale, ma sto riscoprendo mia moglie. Ieri sera mi sono sorpreso a fantasticare sessualmente su di lei e non mi sembra necessario specificare che questo genere di fantasie sono tollerate dal mio nuovo regime dittatoriale interno. Oltre a queste piacevoli novità o liete riscoperte, ho finalmente preso a fare delle serie di flessioni la mattina o la sera prima di coricarmi, per la gioia di Maryanne che ora sembra notare la mia rinnovata voglia di vivere; mi sono imposto di leggere un po' di pagine ogni sera così da conciliare ulteriormente il sonno, scegliendo appositamente "i fratelli Karamazov" di Dostoevskij, un tale scrittore russo dell'Ottocento che amava dilungarsi inutilmente per centinaia di pagine su cose irrilevanti anziché andare dritto al punto, il tutto per avere una scrittura complessa e lunga che mi porti via tutta l'energia mentale che possiedo a fine giornata. Mi sembra di capire che all'epoca questi romanzi venissero pubblicati a puntate su testate giornalistiche e non mi risulta difficile credere che questo tizio scrivesse a caso di settimana in settimana senza necessariamente pensare al risultato finale. A distanza di un secolo o più, io maneggio il risultato completo e posso tranquillamente dirvi che non ci capisco un cazzo. Ma sono solamente alla cinquantesima pagina, un risultato che Maryanne giudica comunque "ragguardevole". Tutto va alla grande, mi sento un leone, pieno di energie, concentrato, ambizioso, sento di avere uno scopo nella vita anche se ancora non capisco quale sia, anche se forse lo scopo è proprio questo, rinunciare alla mia malattia, la mia condizione mentale, la mia assuefazione. Tuttavia, c'è una parte di me che sembra non volermi dare la giusta soddisfazione ed è una parte che fatico sempre più a silenziare. Questo impertinente continua a sostenere, in barba al mio impegno e alla mia dedizione, che non stia facendo nulla per me stesso o per mia moglie, ma che stia semplicemente proponendo al mondo la migliore versione di me nella falsa speranza che Johanne la possa notare. Che sia davvero così non posso esserne certo, ma devo ammettere che quella ragazza sembra aver affittato un monolocale nel mio lobo frontale, senza dar segno di volersene peraltro andare. Se doveste capitare da quelle parti, credo la vedreste spaparanzata nel balconcino di quel monolocale, in bikini di un colore verde mare che si intona perfettamente con il colorito della sua candida pelle al latte e i suoi occhi di giada, mentre con un cubetto di ghiaccio si rinfresca i seni, così, perché a quanto pare è quello che fa tutto il giorno da quando abita nella mia testa. Dopo una settimana composta da sette lunghi giorni di astinenza ascetica, sento di meritare uno strappino alla regola, una sorta di premietto, una segarella innocente per ripartire col piede giusto per un'altra settimana, magari due questa volta. E' chiedere tanto? Barattare una sega per due settimane di astinenza, a me sembra un gran bell'affare, eppure ci sono una serie di voci che mi dicono di lasciare perdere, voci che ogni ora che passa, si fanno sempre più deboli di fronte a quella ragazza che, all'interno del teatro del mio cervello, ora si accarezza il corpo. La vedo abitare quel palazzo abbandonato, unica superstite di un cataclisma mondiale, sola, abbandonata, dannatamente eccitata proprio perché l'unica rimasta sulla faccia della terra, libera di masturbarsi su di un terrazzo e urlare al cielo il suo orgasmo pieno e soddisfatto. Ma ecco che compaio nella scena, vestiti strappati, distrutto dalla tragedia. Pensavo di essere solo a questo mondo, invece un lontano urlo di piacere mi ridona speranza. Da dove viene questa voce? Sono qua, su questo terrazzo, nuda ed eccitata, raggiungimi ed assieme ripopoliamo questo pianeta. Come posso resistere a questi pensieri, dopotutto si tratta del destino del mondo. I fratelli Karamazov stanno facendo la stessa fine del romanzo di Kundera, che per lunghezza a paragone, sembrava una brochure, fatto sta che mentre leggo righe e righe composte da lettere appartenenti ad un alfabeto che il mio cervello sembra apparentemente in grado di leggere, mentalmente, sto scopando Johanne prendendola da dietro, mentre con le mani ci reggiamo entrambi sulla ringhiera di quel terrazzo. Procede tutto divinamente, fin troppo bene se chiedete a me, tanto che tutti i buoni propositi, visto che è la fine del mondo, si stanno andando a fare fottere e il mio corpo materiale sta contemplando di prendere la via del bagno, girare accuratamente la chiave e, sempre concentrato sulla scena, andare a svuotare il contenuto del mio scroto sullo scarico del lavandino, quando Maryanne, o meglio, la mano di Maryanne mi riporta bruscamente alla realtà.

"Ho voglia di te tesoro"

Mi dice, mentre con la mano mi accarezza quello che, dopo una settimana di astinenza, è ora una colonna di cemento armato pronta a esplodere e, con mia estrema sorpresa sceglie, in un vocabolario pressocchè infinito, di utilizzare una precisa parola che ha l'effetto devastante di far sparire ogni mia precedente fantasia, tre sillabe magiche che fungono come una sorta di abracadabra in grado di stregare ogni singolo uomo sulla faccia della terra.

"Scopami"

E subito dopo spegne la luce, saltandomi addosso come una tigre assetata di sangue, mi cavalca come un toro, mi morde, mi succhia, mi lecca, sono stordito dalla sua passione, mi dice che mi vuole dentro e ovunque e io non posso che eseguire docilmente gli ordini, schiavo del suo volere, mi faccio trascinare in qualsiasi tipo di perversione sessuale che credevo sparita per sempre da tempo e mentre continuo a penetrarla in tutte le posizioni che mi saltano in mente, comincio a pensare quanto sia idiota masturbarsi quando si può avere questo, potenzialmente ogni giorno, ogni istante, ogni secondo. E' tutto dannatamente eccitante, tutto il suo corpo, ogni suo arto, lo accarezzo e lo maneggio quasi io sia l'artista che ha scolpito il suo corpo, mentre ansimiamo entrambi completamente soggiogati dalla passione. Ora le sono sopra, ora sotto, poi la giro, la prendo da dietro, la rigiro, mi rizzo in piedi mentre lei sta a cavalcioni sul letto, ora la voglio guardare, perché gli occhi si sono abituati al buio ed eccola là la mia dea dalla pelle d'ambra, riecco la mia Madonna personale, la donna che mi possiede, che possiede tutto il mio corpo per cui ha sottoscritto un contratto legale. La vedo gemere di piacere, sussultare ad ogni mio movimento, fremere mentre entro in lei, disperata mentre esco per poi rientrare, e nella luce di quel buio ambrato, nella passione di quel momento, mentre i miei occhi non sembrano staccarsi dai suoi, ecco che l'oscurità e la mente stringono un alleanza traditrice, mi ingannano, cambiano le carte in tavola, manipolano la realtà e giocano scherzi con le mie percezioni. Ora il suo volto sta cambiando, diventa più affusolato, sta ringiovanendo a vista d'occhio, i suoi occhi si fanno più all'in su, mentre le sue iridi diventano di un verde fosforescente e la sua pelle si colora di lentiggini. I boccoli si distendono, il sorriso come una lama di coltello che mi squarcia la carne. E' Johanne, e io le sono dentro, la sto penetrando, la sto possedendo e il mio ritmo si fa sempre più forte e veloce, più violento, quasi volessi scoparla via dalla mia mente. Le sue sopracciglia si inarcano, la bocca si spalanca, si sorprende di tanta violenza, di tanta passione ed ecco la corda magica che corre dal pube al mio cervello, ecco che si tende, si tende e si tende sempre più, mentre la bacio le nostre lingue lottano come due serpenti in un fiume di saliva e i suoi occhi verdi mi scavano un buco dentro.

"Scopami"

Mi continua a ripetere, mentre il mio bacino si anima di un ritmo ereditato da anni di evoluzione, sento il sudore colarmi dalla schiena sino alla fessura delle natiche, il suo volto di porcellana contorcersi in una smorfia di piacere, ora serra gli occhi di giada, mi priva della sua vista mentre urla dichiarando l'arrivo del suo orgasmo, io continuo a battere imperterrito usando tutte le energie che non pensavo di avere. E' finalmente mia e mia per sempre, nessuno potrà portarmela via, nessuno potrà avvicinarsi a lei, la voglio, la desidero, la amo, amo la sua perfezione, la sua unicità, la sua sensualità e la corda si spezza, finalmente, liberando una settimana di astinenza all'interno del suo corpo tremante di piacere che ora altro non è che un vaso di vetro ricolmo del ricordo di qualche minuto di passione.

Gli stessi anni di evoluzione, che in realtà sono millenni, fanno si che il corpo si contorca in ultimi colpi di bacino, di modo che lo sperma resti bloccato all'interno della femmina, così da fare il suo dovere genetico, dovere che non farà nemmeno questa volta, dato che Maryanne prende la pillola da sempre. Quando mi stacco da lei, chiunque essa sia, sento un vuoto nell'addome, come se mi avessero sparato con un fucile a canne mozze a distanza ravvicinata, ma è una sensazione di piacere. Se mi dicessero "ora devi morire", sarei felice e soddisfatto.

Riprendo lentamente fiato, mi liscio i capelli all'indietro e capisco che è venuto il momento di voltarsi e guardare in faccia alla realtà. Al mio fianco, ovviamente, quasi dovessi accertarmene, c'è Maryanne. Giace ad occhi chiusi, un sorriso disegnato in volto. Sente il mio sguardo su di lei, non so come faccia, e si volta per guardarmi.

"Ti amo"

Sorrido a mia volta perché sento sia la cosa giusta da fare.

"Ti amo anche io"

E internamente, mi ripeto che sono fottuto.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now