Capitolo 53 - Lettera

14 0 0
                                    

15 OTTOBRE 2026

ISTITUTO PER MALATTIE MENTALI DELLA PENNSYLVANIA

Due giorni prima del processo per l'omicidio di Maryanne Sheffield, Robert Polanski è stato trovato impiccato nella sua cella di detenzione nell'istituto per malattie mentali della Pennsylvania. Per commettere il suicidio ha utilizzato il cavo del televisore, legandolo al punto più alto dell'inferiate della sua finestra che dava sul cortile del nostro istituto, da dove è stato avvistato da una guardia mentre veniva a lavoro. Quando è stato trovato dal nostro personale, non c'era semplicemente più nulla che potessimo fare se non slegare il cadavere e dichiarare l'ora del decesso, comunicando al tribunale e alle forze dell'ordine, nonché all'intera campagna mediatica che si era venuta a creare attorno alla vicenda, che quello che loro chiamavano come "l'assassino pervertito" aveva scelto di scontare da solo la sua pena. Nei giorni precedenti il suicidio, Rob non aveva dato segni di un aggravamento della sua malattia, anzi, aveva dimostrato di essere pronto a fare ammenda con il suo passato e prendersi le responsabilità delle azioni commesse stilando un piano d'obbiettivi futuro che includeva la pubblicazione del libro che avete appena letto.

Ciononostante, non posso che continuare ad incolpare me stesso per questo triste epilogo, in quanto suo consulente, medico e in ultima analisi, amico.

Poco prima di questo atto estremo, io e Robert avevamo avuto la seduta più difficile, quella in cui avevamo affrontato la sua paranoia schizofrenica e il fatto che la sua malattia, non solo l'aveva portato ad uccidere sua moglie, ma l'aveva portato a vivere una relazione fittizia con una bambola sessuale che lui era convinto fosse cosciente, solamente, secondo quanto detto da lui, grazie ad una connessione internet a banda larga che era restata accidentalmente sempre attiva. Inutile dire che nulla di quanto Robert ha raccontato riguardo la Sex Doll corrisponda alla realtà e Smartech ci assicura che nessuno dei suoi prodotti possa sperare di ottenere quel livello di coscienza, tantomeno arrivare al commettere simili macchinazioni e successive manipolazioni mentali degli eventuali suoi proprietari.

Le Sex Doll di Smartech, (per quanto a mio parere rappresentino un problema per l'uomo moderno iper-connesso ma sempre più chiuso in sé stesso), non sono altro che un manichino in silicone con un esoscheletro meccanico che gli permette movimenti sgraziati, dotati di un processore interno capace di memorizzare fino a cento frasi di senso più o meno compiuto che ruotano tutte attorno all'esperienza sessuale per cui sono state fabbricate.

In tutte le nostre sedute, Robert aveva già dimostrato la predisposizione nell'antropomorfizzare la bambola, tanto dal farla parlare ed essere gelosa, a volte, persino paranoica nei confronti di Maryanne, ma tutto avveniva nella testa di Rob a causa di crisi allucinatorie indotte dalla malattia, una malattia che aveva oramai preso pieno possesso delle sue facoltà mentali. La storia di Robert Polanski è una storia complessa. Nell'anamnesi clinica famigliare, troviamo casi di schizofrenia nei nonni materni e tracce di decadimento mentale anche nel padre, colto da alzheimer all'età di sessantaquattro anni, ma a quanto pare, nessuno dava peso a queste cose, perché Robert aveva sempre dimostrato straordinaria lucidità mentale sin da bambino e il suo unico difetto, secondo chi lo conosceva, consisteva nell'essere semplicemente "troppo introverso e taciturno". Se qualcuno dei suoi conoscenti avesse speso del tempo nel provare ad indagare la sua condizione mentale interna, si sarebbe probabilmente sorpreso e avrebbe creduto fosse tutto uno scherzo o una esagerazione, come testimonia l'episodio di Gabriel Di Roberto avvenuto, secondo il racconto di Robert stesso, all'interno del bagno della fabbrica chiamata LuxGlass, dove entrambi lavoravano come operai controllori. Eppure, all'interno di questa persona esistevano una serie di conflitti principalmente esasperati dalla malattia che si è palesata al resto del mondo solamente quando era troppo tardi, in un gesto estremo quanto cruento. Robert era una persona sensibile e chiusa, viveva una realtà complessa tutta sua che non rivelava al resto del mondo, che è stata, in ultima analisi, la causa del suo lento declino. La maggior parte di questi casi clinici, quando riconosciuti, devono essere trattati tempestivamente, con tutte le cure del caso e la somministrazione di farmaci appositi che prevengano le crisi allucinatorie, ma soprattutto, è necessario riuscire a far breccia nella loro mente per far emergere il paradosso che continuano a percepire come la loro realtà. Robert era ossessionato dalla donna e dal sesso, il che di per sé potrebbe rappresentare una patologia minore, una semplice mania, che però è stata cavalcata dalla malattia che l'ha esacerbata all'estremo. Nonostante questa storia sia di per sé allarmante, poteva concludersi con una terza vittima, precisamente, con la morte di Johanne Bakker. Per sua fortuna, se vogliamo davvero parlare di fortuna, Johanne rimase un ideale irraggiungibile nella mente di Robert, che cercò solamente all'interno della sua relazione fittizia con la bambola sessuale. Ad oggi non sono riuscito a contattare Johanne Bakker, (che ovviamente è un nome fittizio per proteggere la vera persona coinvolta) né a riuscire ad ottenere un suo parziale coinvolgimento in tutta la vicenda, se non altro, per chiarire alcuni dettagli che resteranno, per forza di cose, nell'unica versione che abbiamo a disposizione, ovvero quella di Robert. Nelle nostre ultime sedute abbiamo provato a ripercorre più volte i presunti dialoghi avvenuti con la Sex Doll, per cercare di trovare una frase o un concetto che potesse rivelarsi come un appiglio su cui poggiare la sua guarigione, ma Robert continuava a confermare i suoi ricordi.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now