Capitolo 31 - L'ultima trovata della Smartech

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L'ULTIMA TROVATA DELLA SMARTECH

Il mattino seguente il mondo continuava a non avere senso, un mondo dove la caffetteria della LuxGlass era tornata ad essere frequentata quanto una chiesa il giorno del giudizio universale: insomma non c'era mai un cazzo di nessuno a godersi il culone nero di Susanne o i suoi caffè annacquati.

Dopo una giornata solitaria a lavoro dove a malapena ho rivolto un cenno al gruppo di babbei che oramai è convinto, a ragione, che io fossi segretamente innamorato di Johanne Bakker, ricevo una chiamata da un numero sconosciuto.

Il proprietario del monolocale mi chiede di confermare il nostro appuntamento per il giorno seguente. Avevo dimenticato tutta la faccenda. Invento una scusa, un cambio di programma, qualche problema finanziario e liquido la faccenda, perché sono talmente frastornato dal pensare a tutta la vicenda quasi fosse stato un sogno delirante di un pazzo malato. Ripensando a tutto non posso che provare della vergogna per aver persino considerato fattibile l'affittare un monolocale solamente per fare sesso con un robot. In pratica avrei pagato trecento dollari al mese per un armadio ampio dove tenere nascosta la mia bambola gonfiabile semi-cosciente.

L'immagine mi travolge come un treno che mi passa sopra più volte. Tutta l'idea mi sembra malsana, corrotta, vile, codarda, patetica e non posso pensare di aver perso ore di vita davanti ad uno schermo con il semplice scopo di creare un robot sessuale. Cristo, questa cosa fa sembrare il farsi una sega come un sano passatempo! Ma mi rendo conto che il sole è ancora alto in cielo, in parabola discendente certo, ma pur sempre presente per illuminare i miei pensieri. So bene che di giorno certe cose hanno un peso, mentre di notte si tende a ragionare diversamente, quasi si risvegliasse la parte oscura. Ci ho riflettuto a lungo su questa cosa e penso abbia sempre a che fare con la morte. E' l'ennesima immagine metaforica della dualità della vita, il giorno e la notte, la vita e la morte. Di giorno siamo vivi e ragioniamo lucidamente, mentre di notte moriamo, l'ombra viene a galla e allora commettiamo crimini e sordide nefandezze perché ci sentiamo protetti dall'oscurità. Ho avuto periodi in cui mi masturbavo più volte al giorno, certo, ma è di notte che si scatenano gli istinti animali più incontrollabili. Si possono fare un milione di promesse di giorno per poi infrangere tutto appena il sole si nasconde dietro l'orizzonte. E' il diavolo, la luna, Saturno, chi cazzo volete voi, io dico sia la natura umana che nell'oscurità si sente libera di sfogare l'animale che ancora risiede in lei, quell'animale selvaggio che la società crede di aver represso per sempre con tutte quelle regole e quei dogmi. Ecco perché in alcune parti del mondo, guarda caso le parti più rurali, esistono ancora assurde regole nei confronti della donna, regole come il non poter mostrare le gambe in pubblico o persino i capelli. Perché? Perché la società non è abbastanza forte o abbastanza presente nella loro vita quotidiana e allora si continua a nascondere la donna agli occhi dell'animale uomo anziché sedare il maschio con norme comportamentali come facciamo in America. Forse avevamo raggiunto il perfetto equilibrio qualche anno fa quando l'uomo e la donna erano entrambi liberi di esprimere se stessi. Non sono un maschilista, anzi, sono un sostenitore delle prime forme di femminismo che hanno portato la donna a pari livello dell'uomo ma ora, signori, ci hanno incatenato come bestie e appena ci si rizza anche solo un pelo del braccio, ci sputano addosso e ci urlano quanto facciamo schifo. Sapete una cosa? Hanno ragione, facciamo schifo, facciamo tutti schifo e io ne sono la prova lampante. Ci stanno castrando lentamente perché siamo incorreggibili, ma nel mentre, siamo costretti a nascondere la nostra sessualità dilagante, a camuffarla in gesti romantici e porte aperte al ristorante, a regali a San Valentino e serate a teatro, per poi stuprare noi stessi davanti a spettacoli erotici live, night club con spogliarelliste, prostitute, orge, scambisti, bambole robotiche sessuali.

Quando torno a casa, saluto Maryanne con un cenno, contento del fatto che anche quest'oggi sia impegnata al cellulare, lieto del fatto che non abbia preparato una serata di chiacchiere davanti ad un film romantico, perché non potrei sostenere nulla di tutto ciò. Quando si hanno questi momenti di scarsa stima nei confronti dell'umanità è bene sfruttarli per i propri intenti. Così mi preparo una doccia bollente e nel mentre cancello ogni browser sul telefono che mi possa indurre in tentazione, lasciando solamente il browser principale che mai e poi mai utilizzerei per le mie incursioni erotiche virtuali. So che sta tutto ad un paio di colpi di schermo, ma il ripulire il cellulare mi fa stare bene. Elimino cartelle nascoste ricolme di immagini raccolte in mesi di assidua navigazione della rete contenenti le migliori bellezze di ogni etnia, colore, e forma collezionate in una spasmodica ricerca senza fine della bellezza femminile. Osservo con nostalgia quella barra sullo schermo riempirsi fino al decretare l'eliminazione di ogni immagine, cercando di non pensare a quante volte ho eseguito questa stessa identica operazione e quante volte ho riempito nuovamente le stesse cartelle nascoste. Ma oggi è un giorno diverso, lo è sempre d'altronde, diverso dai giorni passati, io sono diverso, più vecchio, forse più saggio, così continuo ad illudere me stesso. Elimino il profilo utente dal sito della Smartech corporation; tutte le bambole virtuali che avevo salvato nel loro archivio dopo ore e ore di creazione, perse per sempre con un semplice tocco, così come un Dio cancellerebbe un popolo con uno schiocco di dita, ma sopratutto elimino la fastidiosa iscrizione alla loro newsletter che comunque finiva direttamente nelle spam, così dal restare nascosta ad un eventuale ispezione da chissà chi. Tra le ultime ricevute e mai lette, ne apro una a casaccio, con una sorta di sentimento nostalgico, quasi volessi dare un ultimo saluto ad un caro amico che mi ha regalato così tante ore di compagnia.

Sex Doll di Smartech ha in serbo una novità per i propri clienti! Da oggi è possibile personalizzare la propria Sex Doll fornendo foto e selfie della persona che si preferisce, così da avere la Sex Doll della persona che si ama o perché no...che si desidera!

Mentre l'acqua continua a scorrere sparendo nello scarico della doccia, mi sembra di sentire i miei buoni propositi intasare le fognature. In passato avevo provato inutilmente a ricreare l'unicità della bellezza di Johanne ma l'impresa si era rivelata impossibile, un fallimento su tutti i fronti. Tutte le bambole virtuali arrivavano ad essere una mera imitazione, persino volgare, una sorta di insulto, la copia da quattro soldi di una dea che non poteva essere riprodotta in nessun modo. Il procedimento mi faceva sentire frustrato e privo di energie, come se avessi provato a dipingerla riuscendo a malapena a dargli una forma vagamente umana, così come un bambino di quattro anni proverebbe a riprodurre la Gioconda con i pennarelli. Ma questa mail che per poco stava per finire nell'oblio virtuale, cancellata per sempre dai miei buoni propositi, cambia tutte le carte in tavola. Se Smartech mi garantisce una copia esatta della dea che ha sconquassato la mia anima riducendola in poltiglia, non posso far altro che riconsiderare l'intera mia esistenza. Cos'altro c'è da considerare? Cosa dicono le convenzioni in questi casi? Per quanto è necessario far finta di riflettere prima di dimostrare di aver preso una decisione a sé stessi, mascherando quella parte di se che quella decisione, l'aveva già presa?

Mentre l'acqua scorre inesorabilmente come testimone delle mie rinnovate perversioni come ha fatto tante volte in passato, il sole scompare definitivamente da dietro l'orizzonte, lasciando spazio all'oscurità, dove la mia ombra può strutturare la sue macchinazioni diaboliche.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now