Capitolo 30 - Mi decido ad affrontare Johanne

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MI DECIDO AD AFFRONTARE JOHANNE

E' invece con scarsa compassione verso me stesso e con altrettanto scarso orgoglio che quel giorno mi ero deciso di affrontare Johanne, dopo settimane di responsabile astinenza dalla sua bellezza. Che intenzioni avevo? In testa avevo un centinaio di scenari ipotetici in cui mi dilungavo in lunghe spiegazioni riguardo il mio comportamento elusivo e sfuggente, per non dire ridicolo e assurdo, e in tutti quegli scenari Johanne restava sempre paziente ad ascoltarmi, interessata al perché delle cose che io le gettavo in faccia quasi dovessi a tutti una spiegazione delle mie azioni e poi, solitamente, si finiva con un bacio o un sorriso o una dichiarazione di amore, da parte di chi? Entrambi? E Dopo? La verità è che i miei pensieri si concentravano solamente su quella prima fase senza arrovellarsi sul complesso dopo, in cui un amore veniva dichiarato, in conflitto con un matrimonio e in barba ad un'altra persona con cui ero, accidenti a me, sposato. Quel giorno fatidico vorrei dirvi che pioveva a dirotto, quasi il cielo stesse piangendo nei confronti della complessità di quel sentimento umano chiamato amore e nelle sue infinite e incalcolabili complicazioni, ma quel giorno c'era un sole stupendo di primavera, gli uccellini cantavano e le prime farfalle si schiantavano sul parabrezza del mio pickup mentre andavo alla LuxGlass. Quel giorno avevo passato mezz'ora davanti lo specchio per curare il mio aspetto, le mie apparenze, una cosa che non facevo da anni. Non che sia un uomo generalmente trasandato, ci tengo alle mie apparenze, ad essere per lo meno presentabile, ma quella mattina dovevo essere la migliore versione di me, irresistibile, e un uomo non è poi tanto diverso da una donna in queste situazioni, o almeno credo, perché non mi riusciva di vedermi "abbastanza", che fosse la barba o un ciuffo di capelli che non sembrava voler stare al proprio posto, qualcosa sembrava non andare, le occhiaie, le sopracciglia, i miei occhi. Non credo di aver mai detto nulla riguardo ai miei occhi color nocciola e striati di filamenti aranciati, occhi autunnali, occhi scuri, tenebrosi, da bello e dannato mi dicono ma chi ci crede a queste cose? Quel mattino gli occhi sembravano spenti, smorti, desolati, arresi, gli occhi di una persona che non riesce a sopportare di vedere la propria immagine riflessa il che è strano, per lo meno quella mattina, considerando tutte quelle volte in passato, che avevo catturato quello stesso riflesso con l'uccello in mano. Ad un certo punto, per questioni di tempo, dovetti rinunciare al mio aspetto e lanciarmi in macchina sentendomi la versione meno attraente di me stesso per lavorare strenuamente ai miei dialoghi immaginari interni.

"Ciao Johanne come stai? Senti un po', so che ti devo delle scuse. Perché? Come Perché? Beh, perché quella sera, insomma, ti ho piantata in asso senza darti una spiegazione. Vorrei dirti che mi era preso un attacco di diarrea fulminante perché solitamente, sarebbe quello che direi a chiunque si sarebbe trovato dall'altro lato di quella scena, ma il fatto è Johanne, che tu non sei chiunque altro, non per me. Quando l'ho capito? Da quando mi sei entrata nella testa, da quel primo giorno quando mi hai dato quel bicchiere d'acqua gassata lasciando scivolare quella fettina di limone direttamente dalle tue dita. Si' l'avevo notato ovviamente. Vuoi sapere perché sono fuggito? Perché, la verità è che sono sposato, da dieci anni e amo mia moglie, non voglio ferirla, farla star male, perché so che la ucciderei se le confessassi che penso solamente a te Johanne, e non più a lei. Si, so che avevi notato la fede al mio anulare, so che voi donne osservate queste cose. Come si chiama? Che importanza ha? Davvero Johanne, è tutto quello che sono venuto a dirti, ovvero nulla se non che da quando ti ho vista non faccio che pensare a te, ai tuoi occhi, al tuo sorriso, alla tua bocca, alle tue dita che hanno fatto scivolare quella dannata fettina di limone nella mia vita. Non mi aspetto che tu dica nulla, non so nemmeno io perché sia necessario per me dirti queste cose, non hai bisogno di me nella tua vita, non sono nessuno, non posso darti nulla se non me stesso e perché mai vorresti questa versione disperata di un uomo? No Johanne, veramente, non so perché io sia qui in questo momento o forse non ho semplicemente il coraggio di ammetterlo a te. Cosa? Il fatto che ti voglio, ti desidero, voglio che tu sia mia e il solo pensiero di rinunciare a te mi fa sentire che la vita non ha senso"

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now