Capitolo 14 - Alla mensa

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ALLA MENSA

La notizia del giorno è che Gabe è tornato dopo due settimane di malattia, ma è già riuscito a darmi ai nervi. Le interazioni che ho con lui, sono sparse e fugaci, sempre velate da un'aura di falsità e convenienza sociale. Ogni volta che sono in sua presenza, sento di stare aderendo ad un ruolo ben preciso a cui faccio fatica io stesso a credere. Quand'è che abbiamo sottoscritto questi ruoli? Cos'è che mi differenzia così tanto da lui? Ad un primo acchito, direi tutto. Ma siamo davvero così diversi? La sola domanda mi manda in bestia ma, parliamoci chiaro, apparteniamo entrambi alla razza degli uomini allupati, solo che io faccio gran cerimonie per nasconderlo e sapete alla fine come vanno queste cose, il cane cha tanto abbaia raramente morde e, se non si era capito, io sarei il cane guardingo che alla fine ti azzanna alla giugulare. Ciò nonostante, soprattutto agli occhi della società, faccio di tutto per apparire il più distante possibile da lui e da quello che rappresenta per la stessa società perbenista. Perché? Difficile a dirsi, me lo chiedo tutti i giorni e ancora non trovo una risposta al quesito, eppure, sento di dover lottare contro quello che lui rappresenta. Ascolto attentamente ogni parola sudicia e corrotta che esce dalla sua bocca, osservo ogni suo comportamento, così da fare l'esatto opposto. Forse è per questo che, nonostante il mio odio viscerale nei suoi confronti, me lo tengo ben stretto, arrivando addirittura ad organizzare cene con le rispettive mogli, come quella organizzata per la settimana prossima al Cervo dorato, un ristorante fuori città che dalle recensioni, promette di essere una perfetta combinazione di raffinato per le signore, servendo però carne e selvaggina per noi cavernicoli. E' una bella contraddizione, capisco cosa pensiate, ma non possiamo dire lo stesso della vita? Arriviamo a fumare pacchetti di sigarette al giorno, pur sapendo che le stesse ci stanno lentamente ammazzando, o ancora, ci masturbiamo dalla mattina alla sera, pur sapendo che la cosa ci sta lentamente logorando, facendoci perdere il contatto con la realtà. Ecco perché mi tengo stretto Gabe, perché come tutti, amo farmi del male, amo rischiare la mia stessa integrità o forse amo il fatto che la mia integrità, in sua presenza, risulta impeccabile. Ecco una bella considerazione su cui spendere qualche minuto a riflettere.

"Guardate qua ragazzi"

Sediamo al nostro tavolo, come tanti carcerati nell'ora della mensa perché non mi viene in mente un immagine migliore. Quello che ci differenzia, sono gli abiti e il fatto che siamo socialmente liberi, ma per il resto, ogni uno di noi abita la propria cella psicologica. Gabe sfoggia il suo cellulare, rivolgendo lo schermo alla nostra attenzione, ma io siedo due posti affianco e il bagliore della finestra crea un riflesso sulla superficie che non mi permette di vedere cosa ci stia mostrando con tanto orgoglio.

"Figlio di puttana. Come hai fatto?"

"He-he"

Allungo il collo, cerco di uscire dal fascio di luce che mi abbaglia il viso, mi dimeno cercando di penetrare l'ombra del tavolo così da poter confermare le mie più terribili paure. Quando lo vedo, mi sembra di ricevere un pugno sullo stomaco tirato da un campione di pesi massimi che indossava un guanto in piombo. Le emozioni si susseguono, dalla sconsolazione, alla paura, alla gelosia più opprimente. Deglutisco forse troppo rumorosamente, perché il gruppo sembra voltarsi all'unisono nella mia direzione, così devo agire in fretta e mascherare il frullato di emozioni contrastanti che mi sta paralizzando, ma è difficile, perché sono l'unico a non aver detto ancora nulla riguardo il fatto che Gabe è riuscito ad ottenere l'amicizia sul social di Johanne, il che gli permette di spiare i suoi più reconditi segreti che lei sceglie di condividere con i suoi followers virtuali.

"Impressionante" è l'unica cosa che mi risolvo a dire con un enigmatica alzata di sopracciglia, tornando poi a rivolgere le mie attenzioni ai fagioli con carne che siedono sul mio piatto. Sarà dura far finta di mangiare questa poltiglia con il tappo di cemento che mi si è formato in gola.

Sex Doll (COMPLETO)Where stories live. Discover now