Fine settimana

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#Sofia POV

E' finalmente giunto il fine settimana, devo dire che la stanchezza si fa sentire. Stiamo organizzando tutto per il tour di Fabrizio e lui è ancora in alto mare con la scaletta, per fortuna avrà anche tutta l'estate per organizzare tutto al meglio. - Ho appena approvato la scelta del palco! - mi annuncia fiero di sé quando mi raggiunge in ufficio.

- Sei soddisfatto? - domando io che sto mettendo in ordine la mia scrivania.

- Molto, sei pronta? - mi chiede e lo vedo alquanto impaziente. Dal momento che è venerdì sera resterò da lui tutto il weekend per trascorrere un po' di tempo con i bambini. Domani andremo al luna park per la loro gioia mentre Fabrizio preferirebbe evitare e così io sarò la sua spalla in questa cosa.

- Si, dammi due secondi! - e mi appresto a spegnere anche il computer, indosso il giacchetto di pelle e così siamo pronti a lasciare l'ufficio. - Dobbiamo passare a prendere i bambini? - gli domando io curiosa.

- A dire il vero stasera pensavo di stare noi due da soli. - mi dice Fabrizio. - O è un problema? -

- Nessun problema! - e gli sorrido. - E' bello stare anche un po' noi due da soli. - e salgo al suo fianco in auto. - C'è da dire che domani avremo una giornata super impegnativa con i bambini al seguito e quindi sarà difficile ritagliarci del tempo solamente per noi. -

- Esatto! - e ammiro la sua sicurezza alla guida. - Che hai? -

- Niente stavo pensando quanto sei sicuro di te al volante. Io ormai sono in fase di odio con la guida, in questa città c'è troppo traffico e potrei diventare uno scaricatore di porto per quanti insulti mi ritrovo a pronunciare. - affermo io divertita ed ovviamente scoppia a ridere anche Fabrizio.

- Quindi mi hai preso per il tuo tassista personale? - osa domandarmi.

- Forse! - e gli faccio la linguaccia. - Che mangiamo per cena? - domando poi controllando distrattamente il telefono e rispondo alle mie amiche che hanno ben pensato di concedersi un fine settimana alle terme.

- Non saprei, tu che vorresti mangiare? -

- Sai che non ho problemi sul cibo. - ma è la pura realtà, non sono una di quelle donne perennemente a dieta che controlla le calorie e rinuncia alla pasta e ai carboidrati anzi penso proprio che senza non potrei starci.

- Allora mi inventerò qualcosa. - decreta Fabrizio iniziando a sbuffare visto che siamo in coda. - Se mai arriveremo a casa ad un orario decente! - si lamenta e io cerco di trattenere una risata divertita.

- Che mi dici del palco? - provo a distrarlo in qualche modo anche se non so se funzionerà.

- Che devo dirti? - mi domanda divertito. - Ho cercato di creare qualcosa di carino soprattutto perchè i primi concerti saranno nei palazzetti e spero che poi possa essere adattato per il tour nei teatri. - mi spiega. - Non voglio sprecare troppi soldi anche se l'agenzia è sempre a mia disposizione per ogni esigenza. -

- E' ciò che ti meriti. - gli faccio notare io. - E anche le vendite stanno andando benissimo. -

- Si me ne sono reso conto, mi fa strano il pensiero che non trascorrerò l'estate in tour ma penso che ho preso la decisione giusta. -

- Ne sei convinto? -

- Voglio godermi l'estate con te e con i bambini, hanno bisogno della mia presenza. Anita a settembre inizierà la scuola e la vedo un po' agitata. - mi confessa e scommetto che proprio per questo domani vuole portare i bambini a divertirsi un po'. - Temo che abbia preso questo aspetto da me. - e sospira.

- Cioè? - gli chiedo curiosa, non parla mai molto della sua infanzia ed io amo ascoltare i suoi racconti.

- Cioè per me il primo giorno di scuola è stato una sorta di trauma, mi ricordo benissimo che quando la maestra ha chiamato il mio cognome io non riuscivo proprio a muovermi, ero appiccicato a mia madre ed è stata lei a dovermi spingere in direzione della mia insegnante. - mi spiega. - C'è da dire che sono sempre stato molto legato a mia madre ma quel legame in qualche modo mi ha fatto sentire a volte insicuro di me stesso, capitava che mia madre mi trasmettesse delle ansie o le sue agitazioni. - e mi guarda. - Non le faccio una colpa, diciamo che con il tempo mi sono un po' sbloccato su certe cose ma non ho mai amato particolarmente la scuola o i cambiamenti in generale. -

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