Capitolo 14

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Non mi sarei mai aspettata una compagna di stanza così... singolare, ecco. Credo che sia il termine più appropriato per descriverla. Era l'esatto contrario di me: capelli castani con un taglio a caschetto, fisico robusto e carnagione scura; eppure era più bassa di me! Lupo mannaro, senza dubbio.
La ragazza si voltò ed estrasse il pugnale dalla parete, venendo verso di me, allungò la mano con l'arma tra le mani e me la porse.

- Grazie - le dissi, affrettandomi a riprendere il pugnale. Con un sorriso poco convinto, che lasciava intravedere gran parte dei suoi sentimenti, mi rispose: - Non c'è di che. Solo, la prossima volta non scagliare coltelli ai tuoi coinquilini.-

Acconsentii con il capo. - Vedrò di tenerlo in mente. -

- Tu sei Devee Hamilton, la Cacciatrice, vero? - Prima che potessi risponderle, continuò a parlare. - Io mi chiami Francy Stuart.-

- Piacere di conoscerti, Francy - le dissi, andando a chiudere l'armadio. Francy andò a sedersi sopra il suo letto ed incrociò la gambe.

- Quanti anni hai? -

- Diciassette. - Mi appoggiai all'armadio, ed iniziai a giocare con il pugnale che avevo tra le mani.

- Perché hai i capelli di questo colore? - Sbuffai, mentre pensavo ad una scusa da dirle. - Perché un giorno mi hanno messo paura e mi sono venuti i capelli bianchi dallo spavento. -

Non appena finii di dire quella stronzata, Francy scoppiò a ridere e di gusto, anche. Be', almeno avevo fatto colpo.

- Sei una tipa abbastanza simpatica, lo devo ammettere. - Si alzò dal letto e venne ad affiancarmi, cingendomi un braccio intorno alla spalla. - Ho l'impressione che diventeremo grandi amiche, me lo sento, sorella! -
"Speriamo sia così". Non avevo mai avuto l'occasione di condividere la stanza con qualcuno, men che meno con una ragazza. Era un'esperienza tutta da pregustare, e io ne ero entusiasta proprio come lei.

Lo sguardo di Francy si spostò da me alle mie borse e sorrise maliziosamente. - Che cosa c'è lì dentro? - mi chiese curiosa, avvicinandosi alle borse.
Mi affrettai a raggiungerla prima che potesse aprirne anche solo una. - Per di più armi contro chi mi infastidisce e contro chi si comporta male - le risposi, prendendole la mano con la quale stava per aprire la borsa nera.
- Okay, chica. Non toccherò le tue armi. Ma promettimi che prima o poi me le farai vedere. -

Mi strinsi nelle spalle e le risposi: - Okay, te lo prometto. - Speravo solo di non doverle usare contro di lei. Che stessi iniziando a provare compassione per i mostri? Nah, era una cosa del tutto impossibile per me.

- Le lezioni stanno per cominciare, vuoi che ti faccia vedere dove sono le aule? - mi domandò, avviandosi alla porta. La mia idea era quella di andare a cercare Bryan, per sapere cosa avrebbe fatto lui. - Veramente... preferirei andare a cercare i miei due amici. Sai, quei due che sono arrivati con me questo pomeriggio. -

Francy rimase un pochino perplessa, non curandosi di mostrare la pensierosità. - Sì, ho sentito di quei due. Mitch e Bryan, se non sbaglio. Quando il preside mi ha mandata a chiamare, c'era anche un altro tipo con me; di sicuro sono stati affidati a lui. Comunque, li ritroverai durante la pausa pasto. -

Non potevo credere a quello che le mie orecchie avevano appena udito. - Pausa pasto? Io sono abituata a cenare verso le nove e mezzo! -

- Allora, chica qui dovrai aspettare le due del mattino, prima di poter mangiare qualcosa come si deve che non sia sangue nelle sacche di plasma. -
- Io non mi nutro di sangue, lo sai vero? Sono un essere umano, ho bisogno di qualcosa di più... nutritivo.-
- Be', ma questi sono dettagli, chica. Sono sicura che il preside provvederà anche ai non mostri - rispose, minimizzando il tutto con una pacca sulla spalla. Lo speravo davvero, anche perché non mi andava di bere sangue umano o animale che fosse; preferivo di gran lunga un sandwich.
- Ora è meglio se andiamo. Le lezioni inizieranno tra poco o più di venti minuti. - Francy fece per uscire dalla stanza ed io mi affrettai a raggiungerla; non sia mai che la perdessi rimanendo indietro. In poco tempo il corridoio di riempì di ragazza con varie "puzze" diverse. Cavolo, era veramente nauseante l'odore di putrefazione che usciva da alcune camere. Possibile che nessuno facesse niente per risolvere il problema? Avrei dovuto parlare a più presto con il preside, riguardo a questo, e non solo. C'era una cosa più grande che mi premeva sapere: perché Corsius non si era ancora fatto vedere?

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Lo so, lo so ci ho messo un'eternità a scrivere questo capitolo e me ne dispiaccio. Avete tutto il diritto di inseguirmi con i forconi e quant'altro. Sto facendo i capitoli brevi perché, a differenza del libro: Le Cronache di Lafyen questo ve lo godrete un po' di più. Quindi.. fatemi sapere se questo mini capitolo vi è piaciuto oppure no con un commento e, se volete, lasciate una stellina.
Un abbraccio,

Martina ♡

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